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Scadenza proroga Ecm. Schillaci: “Regolarizzare la propria posizione entro il 31 dicembre per evitare il rischio di incorrere nelle sanzioni”

di Marco Blefari

Intervista al Ministro della Salute: “Messe in campo tutte le iniziative possibili per consentire agli operatori di mettersi in regola grazie anche all’impegno di enti erogatori e provider”. E sulla questione assicurativa: “La norma stabilisce che chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto, non sarà più protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso. Un rischio che nessun professionista deve correre”

13 DIC -

Utilizzare queste ultime settimane di dicembre per “regolarizzare la propria posizione”, in termini di formazione continua, in modo da “evitare che vengano applicate le sanzioni”, che possono arrivare “fino alla sospensione, anche per sei mesi”. È questo l’invito del ministro della Salute, Orazio Schillaci a tutti gli operatori sanitari che ancora non hanno completato il fabbisogno formativo relativo al triennio 2020-2022, la cui scadenza è prevista per il prossimo 31 dicembre (in virtù dell’anno di proroga concesso). Il ministro, che alcune settimane fa aveva confermato che non sono previste ulteriori proroghe, sottolinea però un’altra questione fondamentale, ovvero il rischio di restare senza copertura assicurativa nel caso in cui un professionista sanitario dovesse risultare non in regola con almeno il 70% del fabbisogno formativo previsto. “Per evitare questo rischio – sostiene – basta fare il nostro lavoro”, ovvero “continuare ad aggiornarci, rispettando l’obbligo ECM”. A tal proposito, chiunque non sia in regola con i trienni 2014-2016 e 2017-2019 può ancora regolarizzare la propria posizione, in virtù di quanto stabilito dall’ultimo decreto Milleproroghe.

Quotidiano Sanità ha intervistato il ministro Schillaci alla vigilia del termine ultimo per regolarizzare la propria posizione nel programma di formazione continua.

Ministro, il suo invito e le delibere della Commissione nazionale ECM a completare il percorso formativo è stato recepito da numerosi professionisti sanitari e accolto con una presa di responsabilità da parte di tutti i principali rappresentanti delle Federazioni e degli Ordini professionali. Le sue dichiarazioni hanno dato nuovo slancio e maggiore credibilità al sistema della formazione continua.
Si tratta di un segnale molto importante e apprezzato. Ci aspettiamo che entro la scadenza della proroga del triennio 2020-2022, che avverrà il prossimo 31 dicembre, tutti i professionisti riescano a regolarizzare la propria posizione per evitare che vengano applicate le sanzioni. Ricordiamo che si può arrivare fino alla sospensione, anche per sei mesi. D’altronde, credo che siano state messe in campo tutte le iniziative possibili per consentire agli operatori di mettersi in regola grazie anche all’impegno profuso da enti erogatori e provider. A questo si aggiungono lettere e comunicazioni di avvertimento che sono in arrivo dagli Ordini sulle situazioni degli iscritti. La formazione per tutti noi professionisti della sanità rappresenta una grande opportunità da cogliere, soprattutto per l’evoluzione della professione a cui tutti aspiriamo.

Il nostro giornale ha riservato alla formazione ECM uno spazio di dibattito: da più parti si è sollevata la preoccupazione per il rischio di rimanere scoperti dalle polizze assicurative per il mancato assolvimento dell’obbligo ECM.
La norma in questione stabilisce che, a partire dal triennio formativo 2023-2025, chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto dal programma di formazione continua in medicina, non sarà più protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso: questo è un rischio che nessun professionista deve correre. Per evitarlo ci basta fare quello che è il nostro lavoro: continuare ad aggiornarci, rispettare l’obbligo ECM, per assicurare ai pazienti le migliori e più moderne cure possibili.

Secondo una recente ricerca presentata dall’Associazione Provider Formazione nella Sanità, grazie soprattutto alla crescita della Formazione a Distanza si sta riducendo il gap dei professionisti non formati, anche se la stima è ancora alta: uno su tre ad oggi non sarebbe in regola. Quale indirizzo sta dando alla Commissione nazionale per sanare queste posizioni e impostare la riforma del sistema ECM?
La responsabilità dei colleghi mi porta ottimisticamente a pensare che quel dato negativo verrà rivisto al ribasso in queste ultime settimane che precedono la scadenza della proroga. L’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi, seguendo la via già aperta dal PNRR che vede la tecnologia a servizio costante della salute. Bene anche che la Commissione ECM abbia inserito la sanità digitale tra i temi di interesse nazionale. Per il futuro, l’elemento chiave sarà affermare il valore della formazione e andare a cogliere le opportunità del progresso tecnologico. Sarà fondamentale che i protagonisti del sistema salute abbiano competenze e conoscenze per governare e capitalizzare le potenzialità enormi delle nuove tecnologie.

Quali saranno i temi formativi sui quali i professionisti sanitari dovranno investire?
Andiamo verso una formazione sempre più interconnessa tra le specializzazioni, per rendere possibile una presa in carico del paziente a tutto tondo, e che prevedrà sempre più un lavoro di équipe in cui le expertise di ognuno saranno richieste in un dialogo con quelle degli altri. Inoltre, noi sanitari abbiamo un dovere verso le nuove generazioni, che è quello di conoscere i rischi di salute a cui l’inquinamento e la crisi climatica ci espongono, per poterli affrontare e dove possibile, soprattutto, prevenire. Infine, la nostra lotta all’antibiotico resistenza è già cominciata. Possiamo fare molto educando noi stessi e chi lavora con noi, insieme ai pazienti, ad un uso consapevole degli antibiotici.

Marco Blefari



13 dicembre 2023
© Riproduzione riservata
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