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Specializzandi all’ultimo anno assunti nel Ssn. Università in rivolta: “Decreto Calabria è incostituzionale”


Tre i motivi: il conferimento ai neo assunti non ancora specializzati della qualifica di dirigente; la messa a rischio della qualità delle prestazioni sanitarie e la non sussistenza dei motivi d’urgenza. Inviata una lettera firmata da 100 docenti universitari al presidente della Repubblica, ai presidenti e ai capigruppo di Camera e Senato e al presidente dei Rettori italiani. L'iniziativa parte dai professori delle due università di Napoli ma ha coinvolto i vertici nazionali delle università. LA LETTERA.

05 GIU - Oltre 100 docenti - tra ordinari e associati dell’Università Federico II di Napoli, direttori di Scuole di specializzazione, presidenti di Scuole di Medicina, di Corsi di Laurea e direttori di Dipartimento universitari delle due università di Napoli - hanno preso carta e penna e scritto una lettera molto dura indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, ai presidenti dei due rami del Parlamento, ai capigruppo di Camera e Senato e al presidente dei Rettori universitari italiani, mettendo in evidenza le ragioni per le quali ravvisano evidenti profili di incostituzionalità del decreto Calabria, appena approvato dalla Camera, laddove si prevede la possibilità di contratti a tempo determinato nel Ssn per gli specializzandi medici all'ultimo anno di specializzazione.
 
In particolare per i docenti firmatari si ravvisano almeno tre profili di incostituzionalità: 
a) Violazione degli artt. 3 e 97 della Costituzione
In primo luogo - si legge nelal lettera - in relazione al conferimento di incarichi dirigenziali presso aziende ed enti del servizio sanitario nazionale, si evidenzia una irragionevole disparità di trattamento e una palese violazione del principio di uguaglianza tra i medici in formazione specialistica e i medici già in possesso del titolo di specializzazione.
 
b) Violazione dell’art. 32 della Costituzione
La suddetta equiparazione, inoltre - scrivono i docenti - pone in rilievo un ulteriore profilo di incostituzionalità, con specifico riferimento all’art. 32 della Carta costituzionale.
Invero, il conferimento di incarichi dirigenziali a medici non ancora in possesso della relativa specializzazione è idonea a compromettere la qualità delle prestazioni sanitarie erogate e, dunque, è in grado di incidere sui livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti in maniera uniforme sul territorio.   
 
c) Violazione dell’art. 77 della Costituzione
Fermo quanto sopra rappresentato, infine, - per i docenti - il decreto legge n. 35/2019, cui si riferisce il disegno di legge in argomento, è stato adottato in assenza dei presupposti legittimanti la decretazione d’urgenza di cui all’art. 77 della Costituzione.
 
“Le carenze di Organico delle Strutture Sanitarie – scrivono i docenti nella lettera - possono essere affrontate attraverso 3 possibili strade: a) rispetto e qualificazione delle rete formativa, con invio obbligatorio degli specializzandi dell’ultimo anno, quindi già quasi formati, presso le Strutture Sanitarie con carenze di organico, con un elenco di priorità stilato dalle Regioni e con percorso formativo finale diretto e garantito dai Direttori delle Scuole e Tutor qualificati presso le strutture di destinazione; b) prevedere contratti di collaborazione con medici neolaureati; c) aumentare il numero delle borse (e quindi appostare risorse economiche), investendo sulle specialità a maggiore criticità di organico”.
 
“Certamente la strada maestra non è quella di dequalificare la specializzazione in apprendistato”, concludono.

05 giugno 2019
© Riproduzione riservata
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