QS » Governo e Parlamento » Camerae Sanitatis. Intervista a Francesco Zaffini (FdI). “È il momento di istituire un Garante della Salute, un’autorità terza per difendere i diritti dei fragili”
Camerae Sanitatis. Intervista a Francesco Zaffini (FdI). “È il momento di istituire un Garante della Salute, un’autorità terza per difendere i diritti dei fragili”
Questa una delle sfide anticipate dal Presidente della Commissione Sanità del Senato che punta a “un’autorità indipendente che faccia da ponte tra istituzioni (Stato e Regioni), industria del farmaco e cittadini, oggi spesso disorientati da un sistema frammentato”. Tra le priorità nell’agenda della Commissione ci sono salute mentale, sanità integrativa e il riconoscimento della prevenzione come spesa di investimento in Europa nell’ambito della New Economic Governance Framework. Ma Zaffini non dimentica il tema caldo del fine vita del quale si è fatto carico
Un garante per il diritto alla salute. Un’autorità autonoma e autorevole, terza rispetto agli attori in campo, che sia in grado di proteggere il cittadino da un sistema sanitario sempre più complesso, spesso disomogeneo e in cui è difficile orientarsi. È questa la proposta – inedita e finora mai annunciata alla stampa – che il Presidente della Commissione Sanità del Senato, Francesco Zaffini, ha lanciato nel corso di Camerae Sanitatis, il format di Quotidiano Sanità che coinvolge i parlamentari italiani nel confronto sui temi più urgenti della sanità pubblica.
Ma non solo, in un quadro politico polarizzato, Zaffini ribadisce la volontà di procedere con lucidità istituzionale: “Quando si parla di salute la Politica deve fare meno slogan e più verità”. In merito al tema sul fine vita, afferma “le regole devono essere chiare e rispettose di tutti. Il cittadino va protetto, anche con nuovi strumenti di garanzia”.E nell’ambito del nuovo Economic Governance Framework dell’UE, bisogna lavorare per far sì che prevenzione e terapie avanzate, siano riclassificate nei bilanci degli Stati come investimenti e non come spesa corrente.
Secondo il senatore, il Garante potrebbe anche contribuire a ridurre il peso che oggi grava sulla Corte Costituzionale per dirimere i troppi conflitti di competenza, a causa di una riforma del Titolo V che ci ha consegnato un quadro ingestibile del quale stanno facendo le spese i cittadini fragili”. “Il 70% dei pronunciamenti della Corte – ricorda – riguarda proprio questi conflitti di competenza. Serve una figura che in modo chiaro indichi chi deve fare che cosa”.
La proposta si inserisce in un quadro di profonda riflessione sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale, dalle disuguaglianze territoriali nella distribuzione dei Lea: “Cinque anni di vita in meno per chi nasce al Sud rispetto al Nord, Lea a macchia di leopardo, carenza cronica di professionisti: sono fatti e numeri che richiedono strumenti straordinari. Il Garante della Salute può essere uno di questi”.
“Sul fine vita troppa ideologia. Il Ssn non eroga la morte, ma ti resta accanto fino all’ultimo” Zaffini è intervenuto anche sul tema delicatissimo del fine vita, chiarendo la posizione dellamaggioranza rispetto al disegno di legge in discussione nelle Commissioni riunite che lui presiede:“Su questo tema c’è troppa ideologia e troppa strumentalità, e non fa bene a nessuno – haaffermato Zaffini – il Ssn non può e non deve erogare la prestazione del fine vita, perché è unsistema che cura e accompagna, non che procura la morte. Tuttavia, è già oggi pienamentecoinvolto nell’assistenza a queste persone: negli ospedali, nelle RSA, negli hospice o a domicilio. Nessuno ha mai pensato di interrompere questa presa in carico”.
Il senatore ha anche puntualizzato il ruolo della Corte costituzionale, ricordando che “non è stato depenalizzato il suicidio – che non è mai stato reato in Italia – ma l’aiuto al suicidio, nella vicenda Cappato”. La Corte, aggiunge, “non ha imposto che il Ssn debba eseguire la prestazione del fine vita, ma solo che ne garantisca la correttezza del percorso nei limiti di legge”.
E in vista dell’approdo in Aula del relativo disegno di legge tra il 15 e il 17 luglio, denuncia lo stesso Zaffini, l’opposizione preme per le audizioni e allunga i tempi con richieste regolamentari che rischiano di spostare tutto a dopo l’estate”.
“Dalla salute mentale alla sanità integrativa: le sfide di fine legislatura” Passando al bilancio dell’attività svolta in Commissione, Zaffini ha espresso grande soddisfazione: “Abbiamo lavorato molto, ma nei prossimi mesi ci attendono sfide decisive: salute mentale, salario minimo, riforma della sanità integrativa e, per la prima volta, appunto l’istituzione del Garante della Salute”.
“Prevenzione, nuove terapie e bilancio: l’Europa deve cambiare approccio” Un altro fronte su cui il presidente della Commissione Sanità si sta battendo è quello del riconoscimento delle spese sanitarie strategiche come investimenti nel bilancio pubblico, nell’ambito del nuovo Economic Governance Framework dell’UE. “Dal 2008, quando l’Europa riclassificò le spese per difesa e ricerca e sviluppo, non si è più toccato questo tema. Ora l’Italia ha dato mandato al Governo di chiedere che anche alcune voci sanitarie, in particolare quelle sulla prevenzione e le terapie avanzate, siano riclassificate nei bilanci degli Stati membri come investimenti e non come spesa corrente”, spiega Zaffini.
Questo, secondo il senatore, permetterebbe di liberare risorse e potenziare il primo e il secondo pilastro della prevenzione, “dagli screening alla promozione degli stili di vita”. Ma anche di facilitare l’accesso a terapie innovative, come i nuovi farmaci per il diabete: “Sono costosi, ma cambiano il destino clinico delle persone. Aumentarne l’accessibilità è un atto di lungimiranza sanitaria ed economica”.
Zaffini rivendica di aver portato queste istanze in più occasioni ai tavoli europei, in qualità di presidente della Commissione Salute e Lavoro: “L’Europa ha i suoi tempi, ma è ora che si rimetta mano a quelle regole. La prevenzione e l’innovazione non sono costi, ma investimenti nella resilienza sociale del Servizio Sanitario Nazionale”.
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