Camerae Sanitatis. Quartini (M5S): “Autonomia differenziata preannuncia un disastro. Serve una riforma del Titolo V”
Il deputato pentastellato lancia l’allarme sugli effetti potenzialmente devastanti della riforma Calderoli sul Ssn. Oltre a proporre una revisione costituzionale per riportare la sanità sotto la regia dello Stato, l’onorevole punta il dito contro le nomine politiche nelle direzioni sanitarie e avanza un nuovo modello di selezione meritocratica per garantire trasparenza ed efficienza nella gestione del sistema.
“La riforma Calderoli sull’autonomia differenziata preannuncia un disastro. Un disastro che in parte è già in atto”.
Così l’onorevole Andrea Quartini, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Affari Sociali della Camera, ha esordito nel corso di Camere Sanitatis, il format editoriale multimediale di Quotidiano Sanità che coinvolge i parlamentari italiani in un dialogo sulle grandi questioni della politica sanitaria.
Quartini non ha dubbi: l’impatto della riforma sarà devastante, in particolare per le Regioni già in affanno. “Già oggi – ha spiegato – il nostro sistema sanitario vive una frammentazione territoriale che penalizza soprattutto il Sud. La migrazione sanitaria dalle Regioni meridionali è diventata strutturale e drena risorse pari agli interi investimenti regionali. Abbiamo meno accesso ai servizi, più difficoltà nei parti, tassi di mortalità più elevati e un’aspettativa di vita inferiore di 3-4 anni rispetto al Nord”.
Con la riforma, questo divario rischia di allargarsi ulteriormente, poiché le risorse saranno distribuite in base alla capacità fiscale dei territori, generando dumping salariale, diseguaglianze assicurative e un indebolimento dei servizi essenziali. “Nemmeno i LEP – ha aggiunto – potranno garantire un’autentica equità”.
La proposta M5S: riforma del Titolo V e regia statale Di fronte a questo scenario, il Movimento 5 Stelle propone un’inversione di rotta radicale: una modifica costituzionale che riveda il Titolo V e riporti la sanità sotto la responsabilità dello Stato centrale. “Solo così – ha sottolineato Quartini – possiamo tornare a una reale equità nell’accesso ai servizi, come prevede l’articolo 32 della Costituzione”.
Insomma, su questo punto la posizione del deputato pentastellato è netta: il regionalismo spinto compromette l’universalismo del Servizio sanitario nazionale e rafforza disuguaglianze già drammatiche. “Il nostro Ssn – ha sottolineato Quartini – ha bisogno di un nuovo impulso statale, non di ulteriori frammentazioni. Se vogliamo davvero rendere attuale la visione di Tina Anselmi e della legge 833, dobbiamo restituire centralità alla tutela della salute come diritto di tutti e non privilegio per pochi”.
E il M5S ha già depositato due proposte di legge costituzionale in tal senso e, ha assicurato il deputato, continuerà a battersi per questo obiettivo. “Il nostro auspicio – ha detto – è che cambi anche il quadro di governo, rendendo più semplice avviare questo percorso”.
Nomine sanitarie: “Serve trasparenza, non fedeltà politica” Un altro nodo critico, secondo Quartini, riguarda il sistema attuale delle nomine apicali in sanità, che lascia ampio margine alla discrezionalità politica. “I direttori generali – ha denunciato – oggi sono nominati dai presidenti di Regione e dagli assessori, il che crea un meccanismo di dipendenza dalla politica. Questo mina la trasparenza, la meritocrazia e scoraggia la partecipazione dei cittadini”.
Il M5S propone un modello basato su una graduatoria nazionale, costruita attraverso una commissione di esperti indipendenti. “Chi ottiene il punteggio più alto – ha spiegato Quartini – deve essere scelto. Le valutazioni devono basarsi su dati oggettivi: liste d’attesa, qualità dei servizi, soddisfazione dei cittadini. Chi non raggiunge gli obiettivi può e deve essere rimosso”.
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