Camerae Sanitatis. Schifone (FdI): “Programmazione e valorizzazione, le priorità per le professioni sanitarie”

Camerae Sanitatis. Schifone (FdI): “Programmazione e valorizzazione, le priorità per le professioni sanitarie”

Camerae Sanitatis. Schifone (FdI): “Programmazione e valorizzazione, le priorità per le professioni sanitarie”
Divari territoriali, sicurezza sul lavoro, carenze di personale e strutturale, burnout e diferenze di genere, queste le criticità più sentite tra le professioni sanitarie. La deputata ripercorre il percorso dell’indagine conoscitiva in Commissione Affari sociali da lei promossa che ha portato al Ddl sul riordino delle professioni sanitarie. Focus anche sugli specializzandi di area non medica: “Finalmente un’indennità dopo 25 anni di attesa”

Meno retorica, più coerenza normativa. Meno slogan, più ascolto. Le professioni sanitarie chiedono risposte concrete su divari, tutele e valorizzazione. E proprio su questi presupposti – conoscenza, programmazione e responsabilità – il disegno di legge per il riordino delle professioni sanitarie prova a costruire una sanità più giusta, sicura ed efficiente. Un intervento atteso da anni, frutto di un lavoro corale e fondato su dati oggettivi.

A raccontare il percorso che ha portato al provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri è l’on. Marta Schifone (FdI), promotrice dell’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali, ospite dell’ultima puntata di Camerae Sanitatis, il format di Quotidiano Sanità dedicato al confronto con la politica e i professioni.

“Abbiamo ascoltato i 31 ordini professionali, le associazioni, i sindacati e molti accademici – ha spiegato – ottenendo una mappatura precisa del sistema: divari di genere e generazionali, squilibri territoriali, problemi di attrattività e condizioni di lavoro spesso difficili”. Il testo di legge, rivendica con orgoglio Schifone, ha recepito “la stragrande maggioranza delle istanze contenute nel documento finale dell’indagine”.

Una fotografia utile per intervenire La raccolta e l’analisi dei dati – numero di iscritti, fasce d’età, rappresentanza femminile, distribuzione geografica – è stata il punto di partenza per individuare le criticità e orientare gli interventi: “Solo da una fotografia chiara – afferma – si può avviare un riordino efficace”.

Tra i nodi principali: la cronica carenza di personale, la bassa attrattività delle professioni, soprattutto per i giovani, e la scarsa sicurezza percepita nei luoghi di lavoro. Il divario di genere. E ancora, il burnout, alimentato anche dai crescenti episodi di violenza (non solo verbale) ai danni degli operatori, è una realtà trasversale. “La qualità del posto di lavoro è spesso trascurata – sottolinea Schifone – ma la sicurezza dovrebbe essere una priorità”.

Non solo risorse, ma organizzazione Schifone contesta la narrazione dominante che lega strettamente sanità e risorse. “Non è vero che le professioni chiedono solo più soldi. Al contrario: ciò che emerge con forza è la richiesta di una riorganizzazione normativa, di programmazione e di valorizzazione professionale. I professionisti chiedono coerenza, non solo finanziamenti”.

Certo, le risorse contano. “E va detto con chiarezza – aggiunge – che questo Governo ha iniettato fondi record nel SSN: oltre 2,4 miliardi per i rinnovi contrattuali. Ma senza programmazione, anche le risorse rischiano di non incidere”.

Responsabilità professionale, non “scudo penale” Uno dei passaggi più discussi del Ddl è la riforma della responsabilità professionale, spesso etichettata mediaticamente come “scudo penale”. Ma Schifone precisa: “È una definizione fuorviante. Non si tratta di impunità, ma di una razionalizzazione normativa attesa da tempo”.

L’obiettivo è affrontare un corto circuito che ha aumentato il contenzioso – spesso con cause infondate – e spinto i professionisti verso una medicina difensiva fatta di esami inutili, costosi e talvolta invasivi. “Si stima un impatto economico di circa 10 miliardi l’anno. Soldi che potrebbero essere destinati a diagnosi e cure più efficaci”.

Specializzandi non medici: una battaglia di equità Infine, Schifone rivendica con orgoglio l’emendamento, a sua prima firma, approvato con la legge di bilancio, che prevede l’allineamento delle borse di studio per gli specializzandi delle professioni sanitarie non mediche: farmacisti, biologi, odontoiatri, veterinari, psicologi, fisici e chimici.

“Professionisti a tutti gli effetti – puntualizza – iscritti agli ordini, in formazione e in attività. Per 25 anni hanno subito una disparità inaccettabile rispetto ai colleghi medici. Con questo provvedimento mettiamo fine a un’ingiustizia storica”. Lo stanziamento iniziale è di 30 milioni di euro, ma l’obiettivo è strutturale. “È un messaggio forte – conclude – il merito conta, e questi giovani professionisti valgono. A loro vogliamo restituire dignità e pari diritti”.

E.M.

E.M.

30 Settembre 2025

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