Dall’introduzione di figure professionali come lo psicologo di primo livello all’adozione del case management per i disturbi gravi fino allo sviluppo di percorsi personalizzati attraverso strumenti come il Budget di Salute e la prescrizione sociale. Sono queste alcune novità del nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 appena trasmesso dal Ministero della Salute alla Conferenza Unificata. Al centro della proposta vi sono sei ambiti principali di intervento: dalla promozione della salute mentale alla prevenzione e cura dei disturbi, passando per l’infanzia e l’adolescenza, l’ambito penale e forense, la gestione del rischio clinico, l’integrazione tra servizi sanitari e sociali, e infine la formazione e la ricerca.
Si fa spazio anche alla salute mentale perinatale, con proposte di screening precoci, e alla transizione tra neuropsichiatria infantile e servizi per adulti, con l’ipotesi di équipe dedicate.
Nel documento si fa riferimento a un modello organizzativo fondato sull’integrazione dei servizi e sulla collaborazione tra professionisti, istituzioni, famiglie e comunità, secondo un approccio bio-psico-sociale e con richiami al paradigma One Health. Il Piano dovrà ora essere discusso e approvato in sede di Conferenza Unificata, passaggio necessario per l’adozione formale e l’avvio delle azioni previste.
“Il PANSM vuole essere un documento sintetico, agile ed incisivo per la promozione, prevenzione e sviluppo di azioni a favore del miglioramento e del trattamento della salute mentale e del benessere psicologico della nostra società. Un documento strategico ed operativo il cui scopo è promuovere e stimolare interventi appropriati ed efficaci a favore della salute mentale che dovranno essere recepiti e messi in atto dalle Regioni, titolari dell’organizzazione sanitaria. Nell’ottica della coesione e uniformità sul territorio nazionale nel raggiungimento degli obiettivi di salute ed equità e a supporto dei decisori delle politiche sanitarie”, scrivono Alberto Siracusano, Coordinatore Tavolo Tecnico della Salute Mentale e Giuseppe Nicolò, Coordinatore Vicario Tavolo Tecnico della Salute Mentale.
Il documento si fonda su tre pilastri concettuali:
Il modello bio-psico-sociale, che supera l’approccio meramente clinico e considera anche i determinanti sociali, ambientali e relazionali della salute mentale.
One Health/One Mental Health, che integra salute fisica, psicologica, ambientale e sociale, in linea con gli orientamenti dell’OMS e della Commissione Europea.
La centralità della persona, non solo come paziente ma come soggetto attivo nei percorsi di cura, affiancato da famiglie, caregiver e professionisti in un’ottica partecipativa.
I Dipartimenti integrati e inclusivi di Salute Mentale, previsti dal PANSM, sono il fulcro del nuovo sistema. Questi dipartimenti dovranno garantire percorsi di presa in carico multidisciplinari, accessibili, personalizzati e capaci di coniugare ospedale, territorio, servizi sociali, scuola, lavoro e terzo settore.
Le sei aree prioritarie del PANSM
Il Piano si articola in sei capitoli tematici che definiscono la mappa degli interventi prioritari:
- Promozione, prevenzione e cura
Viene ridefinito il concetto stesso di salute mentale, spostando il focus dalla malattia al benessere psicologico, alla prevenzione precoce e alla promozione di stili di vita salutari. Si introduce un linguaggio antistigma e si propone un’alfabetizzazione emotiva e relazionale diffusa, con programmi scolastici e comunitari di educazione alla salute mentale.
- Infanzia e adolescenza
Grande attenzione è posta alla diagnosi precoce dei disturbi del neurosviluppo, alla transizione dai servizi per minori a quelli per adulti e all’integrazione tra neuropsichiatria infantile, scuole, consultori e servizi sociali. Le équipe di transizione diventano strumenti chiave per non lasciare soli i giovani nei momenti di maggiore vulnerabilità.
- Giustizia e misure di sicurezza
Si rafforza la connessione tra giustizia e salute mentale. Viene proposta una maggiore integrazione tra servizi territoriali e REMS, con formazione specifica in ambito forense, protocolli condivisi per la valutazione della pericolosità sociale e lo sviluppo di sistemi informativi dedicati.
- Risk management e sicurezza
Il Piano integra la gestione del rischio clinico con la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Vengono previsti strumenti per la prevenzione di eventi critici, la formazione sulla gestione dell’aggressività, l’implementazione di ambienti terapeutici sicuri e l’attenzione al benessere del personale.
- Integrazione socio-sanitaria
Vengono rilanciati strumenti come il Budget di Salute, la prescrizione sociale, l’abitare supportato e l’inclusione lavorativa, in una logica di forte sinergia tra sanità, welfare e comunità locali. La salute mentale viene così riconosciuta anche come diritto di cittadinanza e dimensione fondamentale della coesione sociale.
- Formazione e ricerca
Il PANSM richiede una revisione profonda dei percorsi formativi pre e post-laurea, con focus su adolescenza, nuove dipendenze, salute perinatale, disturbi di personalità e psicopatologie complesse. Forte impulso anche alla ricerca applicata e traslazionale, in collaborazione tra ASL, università, ISS, IRCCS e società scientifiche.
Psicologi di primo livello, case manager e telemedicina
Tra gli strumenti concreti introdotti dal Piano:
Lo psicologo di primo livello, figura chiave per la presa in carico di forme lievi e moderate di disagio, inserito nelle microéquipe territoriali.
Il case management, modalità organizzativa centrata su piani terapeutici individualizzati e continuità assistenziale.
La telemedicina e l’intelligenza artificiale, considerate risorse preziose per estendere l’accessibilità ai servizi, a patto di una rigorosa validazione scientifica e attenzione a privacy e deontologia.
Salute mentale perinatale e giustizia minorile
Il Piano dedica ampio spazio alla salute mentale nel periodo perinatale, con dati allarmanti sull’aumento della depressione in gravidanza e post-partum. Si prevedono screening universali fin dal primo trimestre, percorsi terapeutici graduati e la creazione di Unità madre-bambino nei casi più gravi.
Altro fronte critico è quello della giustizia minorile: i Consultori familiari vengono riconosciuti come presidio di riferimento per le richieste dell’autorità giudiziaria, in sinergia con i servizi sociali e sanitari, per tutelare i minori coinvolti in procedimenti complessi.
Il PANSM prevede meccanismi di monitoraggio periodico tramite indicatori di processo, esito e qualità della vita. Le Regioni dovranno recepire il Piano con atti ufficiali e predisporre azioni operative verificabili. Il monitoraggio sarà svolto dalla Commissione Salute, dal Ministero e dal Tavolo tecnico. Non sono previste risorse aggiuntive.
Luciano Fassari