In un contesto di crescente pressione sul Servizio sanitario nazionale (Ssn), l’Associazione Unitaria Psicologi Italiani (Aupi) ha evidenziato alla Commissione Affari Sociali, nell’ambito della discussione sul Ddl Prestazioni sanitarie, come tale situazione non possa essere affrontata delegando esclusivamente al medico il carico assistenziale. La crescente complessità dei bisogni di salute, le lunghe liste d’attesa e il disagio psicologico diffuso impongono un ripensamento dell’organizzazione sanitaria, valorizzando tutte le professionalità coinvolte.
“Preservare la centralità del medico è fondamentale, ma è necessario riconoscere che il carico assistenziale multifattoriale non può gravare su un unico profilo professionale – ha sottolineato l’Aupi -. La scarsità di professionisti e l’incremento della domanda di salute non possono essere sostenuti da una sola categoria”.
Aupi ha ribadito l’importanza della Funzione Aziendale di Psicologia, introdotta dalla legge n. 176/2020, come strumento per organizzare in modo trasversale le prestazioni psicologiche, garantendo una maggiore accessibilità ai servizi e ottimizzando le risorse professionali. Questo modello consente agli psicologi di operare in sinergia con le altre figure sanitarie, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica.
Particolare attenzione è stata rivolta all’istituzione dello psicologo delle cure primarie, figura già attivata in diverse regioni italiane. L’Aupi ha sottolineato come questa figura sia fondamentale per intercettare e gestire i fattori di fragilità psicosociale, spesso all’origine di patologie, e per offrire un supporto tempestivo e adeguato ai cittadini.
“Prendersi cura della persona oggi significa non solo intervenire sulla malattia, ma intercettare e gestire i fattori di fragilità psicosociale che ne sono spesso all’origine – ha affermato l’Aupi -. In questa direzione, diventa sempre più cogente investire sulle cure primarie e, per quanto riguarda la professione psicologica, l’approvazione del disegno di legge per l’istituzione dello psicologo delle cure primarie in discussione in Parlamento”.
L’Associazione ha inoltre proposto la semplificazione di processi come la gestione dei piani terapeutici, al fine di restituire tempo e attenzione all’attività clinica attraverso la sburocratizzazione delle attività sanitarie e una vera informatizzazione del Ssn. Ha anche evidenziato la necessità di investire su tutto il personale sanitario, migliorando le condizioni di lavoro e le prospettive di carriera, per rendere il sistema sanitario più attrattivo e trattenere le competenze già presenti.
Infine, l’Aupi ha proposto l’ampliamento dell’offerta in regime di libera professione convenzionata, tramite studi privati accreditati, estesa anche agli psicologi, sulla falsariga del bonus psicologo che ha evidenziato un bisogno sommerso di salute e benessere psicologico. Oltre 400.000 cittadini, soprattutto giovani, hanno dichiarato un forte disagio al punto da richiedere un supporto psicologico.
“Una sanità davvero efficace nasce dalla collaborazione, dalla condivisione delle responsabilità e dalla valorizzazione di ogni figura che contribuisce al benessere collettivo – ha concluso l’Aupi -. Solo così sarà possibile garantire cure tempestive, eque e di qualità per tutti”.