Stabilità. Lorenzin: “Presentato emendamento per consentire a regioni in Piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione”

Stabilità. Lorenzin: “Presentato emendamento per consentire a regioni in Piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione”

Stabilità. Lorenzin: “Presentato emendamento per consentire a regioni in Piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione”
L’annuncio del Ministro all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università Cattolica a Roma. “Le misure che sono state concepite sono diaboliche, una volta che sei in piano di rientro non hai speranze. Strutture di eccellenza, come il Gemelli, non potendo usufruire della mobilità attiva, si sono depauperate, a vantaggio delle altre”

“Il Ministero della Salute ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità che permetterà anche agli ospedali di regioni in piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione, cosa che ora è vietata”. È quanto ha annunciato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica.
 
"Le misure che sono state concepite sono diaboliche, una volta che sei in piano di rientro non hai speranze – ha sottolineato il ministro -. Non solo le regioni hanno pagato un prezzo, ma quelle che hanno al proprio interno strutture di eccellenza, come il Gemelli, non potendo usufruire della mobilità attiva, si sono depauperate, a vantaggio delle altre".   
   
Il Ministro nel suo discorso ha ricordato come “l’apertura di Anno Accademico avviene in un momento storico particolare e difficile, un momento che ci chiama a riflettere su quali sono i nostri valori, su cosa vogliamo difendere e a cosa non vogliamo rinunciare: primo fra tutti i valori la "caritas" verso i malati e i sofferenti – specialmente i migranti e i rifugiati, e tra loro i piu' piccoli –  a cui siamo chiamati a non rinunciare, specialmente in tempi di violenza e terrorismo”.
 
“I vostri studenti – ha detto il Ministro – , ai quali insegnate ogni giorno questi valori, prima di essere bravi medici saranno brave e valorose persone. L'Universita' per prima e' chiamata a dare una risposta: e' qui che noi costruiamo le classi dirigenti del futuro, le persone che un giorno saranno chiamate a decidere e scegliere. Voglio ringraziare in particolare anche il personale sanitario del vostro Policlinico Universitario Agostino Gemelli – al quale in questi anni abbiamo chiesto tantissimo, soprattutto nelle regioni in piano di rientro, come il Lazio – senza il quale nessun ospedale potrebbe garantire la necessaria assistenza.

Ringrazio di cuore anche i volontari impegnati nella associazioni che operano a favore dei popoli più bisognosi, fra i quali sono anche medici del Policlinico Gemelli, preziosissimo in questi tempi di emergenza e di guerre”.
 
“Oggi – ha affermato Lorenzin – le grandi sfide alle quali siamo chiamati non sono piu' eludibili: la medicina personalizzata, i nuovi farmaci, la medicina predittiva, nuovi modelli gestionali e clinici. Dobbiamo quindi eliminare gli sprechi e reinvestirli pero' nel Servizio sanitario nazionale.
E' una sfida etica: dobbiamo dare nuove cure e nuovi farmaci a tutti, indistintamente e senza fare distinzioni per eta' e condizioni di salute. I bravi medici sono quelli che hanno una grande tecnica, ma anche un grande cuore. Devono essere bravi clinici e bravi manager, devono avere una visione complessiva del sistema, per tenere insieme la scienza e la persona.
Questa e' l'importanza oggi della formazione universitaria, con un salto in avanti: ricerca, tecnologia, ma anche cura globale della persona, sempre al centro dei pensieri e delle azioni di tutti i professionisti e i di tutti i ruoli della Sanita'. Dalle Universita' deve partire una nuova rivoluzione anche per la divulgazione scientifica: sulla prevenzione, sulle vaccinazioni, su tutta la medicina.
Infine, un ringraziamento per quanto fate per la ricerca: valore scientifico, ma anche economico, soprattutto in sanita'. Per questo, valutandola anche come un investimento dobbiamo cambiare modelli organizzativi e operativi, facendo si che i nostri ricercatori possano formarsi anche all'estero, ma creando  le condizioni perché il nostro Paese li attragga nuovamente. Questa e' una grande ambizione alla quale non vogliamo ne' dobbiamo abdicare”. 

27 Novembre 2015

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