Non bastano le risorse economiche per vincere la sfida contro i tumori. Servono visione strategica, integrazione tra ricerca e assistenza, capacità di mettere a sistema strumenti e percorsi.
È questo il messaggio chiave lanciato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso del suo intervento al convegno celebrativo dei 60 anni di attività dell’Airc, tenutosi oggi a Roma. Una giornata dedicata a ripercorrere sei decenni di sostegno alla ricerca competitiva, a raccontare l’impatto scientifico e sociale degli investimenti in ricerca e comunicazione e a celebrare l’impegno di una comunità sempre in prima linea.
“Non c’è solo una questione di risorse, ma di strategia e visione”, ha dichiarato Schillaci. Al centro di questo approccio ci sono il Piano Oncologico Nazionale e il Programma Nazionale di Ricerca Sanitaria 2023-2025, strumenti fondamentali per rafforzare la programmazione, integrare i flussi di finanziamento e promuovere reti collaborative capaci di accelerare il trasferimento delle scoperte scientifiche alla pratica clinica. In questa cornice, sottolinea il ministro, si colloca anche la riforma degli Irccs, che punta a potenziare il ruolo di questi istituti come volano di innovazione e ricerca applicata. “Con il nuovo assetto – ha detto – vogliamo creare un sistema più solido, capace di accelerare il trasferimento delle scoperte dal laboratorio ai letti dei pazienti”.
Prevenzione come investimento di salute e sostenibilità Schillaci ha ricordato anche l’impegno del Ministero sul fronte della prevenzione, un pilastro che si intende rafforzare anche mediante azioni di promozione della salute e riduzione dei fattori di rischio. “Prevenzione significa promozione degli screening oncologici, diagnosi precoce, ma anche dei corretti stili di vita. Significa educazione sanitaria e riduzione dei fattori di rischio. Per questo è un investimento che produce salute, equità e sostenibilità”, ha sottolineato il ministro, richiamando l’esperienza degli Stati Generali della Prevenzione, tenutisi lo scorso giugno, come base per una strategia nazionale integrata, che punta a connettere ricerca, servizi sanitari e comunità locali.
Investimenti per una ricerca oncologica sempre più competitiva Sul fronte dei finanziamenti, Schillaci ha tracciato un quadro dettagliato degli strumenti in campo: dai Fondi diretti agli Irccs, considerati un asset strategico del Ssn “Un punto di forza e di unicità rispetto agli altri sistemi sanitari europei e mondiali, in quanto in grado di fare ricerca e sperimentazione di nuovi percorsi terapeutici direttamente sull’assistenza e sulla cura dei pazienti; per la loro capacità di coniugare assistenza e ricerca”, fino al Piano Nazionale Complementare, che destina una quota significativa alla ricerca oncologica.
Ancora, il ministro ha richiamato l’attenzione sui fondi dalla missione 6 del Pnrr, con oltre 520 milioni di euro per progetti di ricerca in ambito sanitario destinati a Regioni, Irccs, Istituto Superiore di Sanità con il coinvolgimento di migliaia di unità operative tra cui Università, Policlinici e Asl per oltre cinquecento progetti su tutto il territorio nazionale, molti dei quali focalizzati proprio sulle patologie tumorali.
E poi, il richiamo alle cospicue risorse già messe sul piatto per il progetto “Italia Car-T”, che sviluppa e applica terapie avanzate per la prevenzione e cura dei tumori, con risultati clinici già molto promettenti.
Molto altro ancora si è fatto e si sta facendo, ha infine ricordato Schillaci: ”Terapie innovative e nuove prestazioni incluse nei Lea finalmente a disposizione di tutti i cittadini: penso ai test genomici per il carcinoma mammario e alle terapie avanzate per il trattamento dei tumori. Stiamo ulteriormente ampliando l’offerta sanitaria a carico del servizio sanitario con ulteriori nuove prestazioni anche per la prevenzione oncologica come la sorveglianza attiva delle donne a rischio genetico ereditario di tumori alla mammella e all’ovaio. Ricordiamoci infatti che grazie alle diagnosi precoci e ai trattamenti più efficaci, oggi per alcuni tipi di tumore, come quello alla mammella, intercettiamo più casi ma aumenta in maniera significativa la sopravvivenza”.
Il cammino è impegnativo, ha chiosato il ministro invitando, istituzioni, fondazioni, comunità scientifica, cittadini e aziende a lavorare insieme.
E.M.