"A fronte dell'approvazione, da parte della conferenza Stato-Regioni, della figura dell'assistente infermiere, si confermano tutte le criticità che avevamo evidenziato a valle dell'approvazione dei decreti dell'agosto scorso. È un provvedimento per fronteggiare un'emergenza, quella della carenza infermieristica, di cui nessuno analizza le cause, limitandosi a prendere atto di un fenomeno che andrebbe arginato con misure concrete, in primo luogo l'incremento dei salari e la garanzia di poter lavorare con staff numericamente adeguati, orari rispettati e senza correre continuamente il rischio di essere aggrediti". Lo affermano all'Adnkronos Salute Michele Vannini e Barbara Francavilla, segretari nazionali Fp Cgil, bocciando questa nuova figura. Figura che solleva anche un "tema di responsabilità, sempre a carico degli infermieri, che a noi pare pericolosamente sottovalutato ed una evidente cessione di attività in cambio della narrazione su un futuro, ad oggi molto simile a un miraggio, nel quale i pochi infermieri rimasti saranno qualcosa di più prossimo ai dirigenti", commentano Vannini e Francavilla.
E inoltre, "il provvedimento non da risposte nella misura necessaria alla giusta richiesta di valorizzazione professionale che viene dagli operatori socio sanitari, che chiedono da tempo - senza risposte dalle istituzioni - di essere valorizzati per il lavoro che già fanno".
"Ora, approvato un provvedimento di cui le istituzioni, gli enti sussidiari dello Stato e i sostenitori a vario titolo si assumeranno la responsabilità nel tempo - proseguono - l'attenzione deve giocoforza spostarsi sulla necessità di vigilare e presidiare la fase applicativa, quella della definizione dei setting e della revisione dei parametri di accreditamento, per evitare che si verifichi quello che temiamo, un abbassamento della qualità dell'assistenza, con particolare riferimento alle strutture residenziali per anziani, i cui gestori privati sono stati non a caso tra i grandi sponsor dell'operazione, con l'obiettivo evidente di programmare nel tempo una riduzione del costo del lavoro. Misureremo coi fatti se la dichiarata disponibilità delle regioni, che non hanno ritenuto di svolgere con le organizzazioni sindacali un confronto vero fino a questo momento, si tradurrà in fatti concreti. In caso contrario troveremo comunque il modo di far sentire la voce delle lavoratrici e dei lavoratori".