“Il nostro impegno professionale è quello di accompagnare la donna in tutto il suo percorso di vita, dalla adolescenza alla terza età, nel pieno rispetto dell’applicazione di tutte le Leggi dello Stato. Ribadiamo la piena adesione all’art. 365 del Codice penale: il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve soprattutto porre in essere atti ‘che espongano il paziente a procedimento penale’ e che possano limitare la tutela della salute dei cittadini. In questa ottica, ribadiamo anche, che la ginecologia italiana si adopera per la piena applicazione della legge 194 a tutela del diritto di autodeterminazione della donna”.
In un comunicato stampa la Federazione Sigo (Aogoi, Agui e Agite), che vede riunita tutta la ginecologia italiana, replica così alle parole della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, che commentando ai microfoni di Tagadà l’approvazione della legge che rende la maternità surrogata “reato universale”, chiamava in causa anche i medici per segnalare i casi di sospetta violazione della legge alla Procura.
La loro stella polare, oltre alle leggi dello Stato, è il giuramento di Ippocrate. Per questo, hanno sottolineato i presidenti della Sigo Vito Trojano, dell’Aogoi Antonio Chiantera, dell’Agui Rosella Nappi e dell’Agite Valeri Dubini, i ginecologi continueranno “a seguire, come hanno sempre fatto, tutte le gravidanze, in qualsiasi modo siano avvenute, accompagnando la donna nel suo percorso, privilegiando sempre il rapporto medico-paziente, garantendole sempre la sicurezza del segreto professionale, non venendo mai meno al giuramento di Ippocrate, che deve guidare tutti i medici nel loro percorso professionale”.