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Salute mentale e disagio giovanile, invertire con urgenza il fenomeno, le soluzioni ci sono 

di Saverio Proia

Tra gli interventi, approvazione in tempi rapidi, in sede deliberante o redigente già in Commissione, il testo unificato di Ddl “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Ssn” adottato dalla Commissione Affari Sociali della Camera il 28 novembre 2023 e a ncora inspiegabilmente fermo: costituirebbe un determinante segnale di attenzione verso lo stato di salute delle giovani generazioni

29 APR -

Non dico che il Parlamento debba approvare subito e bene il testo unificato del disegno di legge, al grido di “Dio lo vuole” quale crociata contro il disagio psicologico e per prevenire le patologie psichiatriche ma almeno al grido “L’Oms lo vuole” sì.

Infatti, la scelta delle Regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, di aversi dato, autonomamente e con fondi propri una normativa, adottata all’unanimità per attivare nelle Aziende sanitarie il servizio di psicologia di base nonché la scelta unitaria della Commissione Affari Sociali della Camera di aver adottato un testo unificato sulla base delle sette proposte di legge presentate per istituire con legge nazionale lo psicologo di cure primarie, è stata ed è una scelta quanto mai strategica per attuare realmente la tutela del diritto alla salute e al benessere biopsicosociale valorizzando ed implementato il ruolo della prevenzione, la più precoce possibile.

Infatti, come riporta l’articolo di Quotidiano Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Regione Europa, ha varato un documento di indirizzi per proporre la salute mentale ad iniziare dal contrasto al disagio psicologico nella sanità delle cure primarie per prevenire ed evitare lo stigma di una degenerazione in patologie psichiatriche.

C’è identica analisi ma anche prospettiva di organizzazione del lavoro sanitario in tale documento dell’ Oms Europa e nelle scelte già adottate e realizzate da oltre la metà delle Regioni Italiane e nell’embrione di processo legislativo in tal senso sviluppato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati: le motivazioni che sono alla base dell’analisi fatta e dei provvedimenti da adottare sono le medesime: si potrebbe affermare, mi auguro, che questa volta l’Italia abbia svolto un ruolo di avanguardia nell’individuare nuove strategie di tutela e prevenzione della salute e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono state le Regioni del Mezzogiorno ad essere state le prime ad approvarle, stravincendo anche in sede giudiziaria contro chi aveva manifestato contrarietà.

Vi è, quindi, identità di vedute nel promuovere un nuovo modello di sanità territoriale, per rendere la capacità di contrastare il disagio psicologico ed evitare le successive degenerazioni psichiatriche integrando nei servizi di assistenza primaria l’attività degli psicologi di base, partendo dal presupposto che circa un terzo – in alcuni casi fino alla metà – dei cittadini che si rivolgono ai servizi di assistenza primaria lo fa per problemi legati alla salute mentale.

Purtroppo, molte di queste problematiche non vengono riconosciute, oppure i cittadini vengono immediatamente indirizzati ai servizi specialistici, dove si scontrano con lunghe liste d’attesa e, spesso, con lo stigma sociale, peggiorando, pertanto, i disturbi, e cronicizzando le condizioni e provocando l’allontanamento delle persone dai percorsi di cura.

Il documento individua quattro strategie principali per migliorare l’assistenza alla salute mentale nei servizi territoriali; innanzitutto, viene sottolineata l’importanza della formazione dei professionisti della salute di base, affinché siano in grado di riconoscere i segnali precoci di disagio psicologico e offrire un primo livello di supporto, riservando l’invio agli specialisti solo quando strettamente necessario, pertanto è necessario di integrare figure allo scopo formate, come i psicologi di base, all’interno dei team delle cure primarie, potenziando così la capacità di risposta a livello territoriale, ne consegue che il rafforzamento dei collegamenti tra cure primarie e servizi specialistici rappresenta un altro elemento chiave, con l’obiettivo di garantire una presa in carico più fluida e personalizzata nel tempo, infine, viene evidenziata la necessità di sviluppare una rete di collaborazione con altri settori della vita pubblica e sociale – come lavoro, istruzione, casa e assistenza sociale – per affrontare in modo efficace le cause profonde del disagio mentale.

Il disagio psicologico è spesso determinato da condizioni di vita difficili: reddito, casa, lavoro, relazioni…pertanto le cure primarie, vicine ai luoghi di vita delle persone, proprio per questa collocazione strategica, possono riconoscere precocemente segnali di sofferenza e offrire un primo supporto senza stigmatizzazione.

Per questo Investire in questo modello di assistenza sanitaria non solo migliora la salute della popolazione, ma riduce i costi per i sistemi sanitari e accresce la produttività e il benessere collettivo.

Quanto sopra è quanto mai vero per quanto riguarda le condizioni delle giovani generazioni, che in Italia sono sempre più numericamente di meno sia per la denatalità che per l’aumento dell’emigrazione giovanile.

È particolarmente preoccupante che ansia e depressione siano in aumento fra i giovani prima, durante e dopo la pandemia, come testimoniano i dati, provenienti dall’indagine nazionale sulla salute dei bambini (National Survey of Children’s Health), mostrano una tendenza allarmante per la salute mentale giovanile, mentre i problemi di salute fisica, come l’asma o le emicranie, sono rimasti stabili o in diminuzione nello stesso periodo https://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=129245

E’ altrettanto probante la giustezza della scelta di istituire lo psicologo di base per vincere sul tempo i disturbi psicologici per limitare l’impatto sulla crescita è lo studio realizzato dall’Università di Trento tra i giovani pazienti bipolari tra i 12 e i 19 anni, spesso giunti ad una diagnosi tardiva, dopo che hanno accumulato insuccessi scolastici, lavorativi, fallimenti interpersonali presentando disturbi dell’umore, della personalità e quelli d’ansia e provocando un impatto sulle relazioni interpersonali e sociali di chi ne soffre, a partire dai primi anni dell’adolescenza in cui questi problemi di solito si manifestano; ne consegue che riconoscerli per tempo e intervenire precocemente con una terapia mirata può limitare l’impatto di queste patologie sulla crescita e sulla vita futura dei pazienti.

Si constata, quindi, che in una Nazione come la nostra ove la denatalità crescente e l’altrettanto crescente aumento di ultrasessantenni perlopiù con polipatologie e decrescita del numero di abitanti, rende la presenza di giovani, quanto mai ridotta rispetto a decenni fa, una risorsa quanto mai preziosa da tutelare in salute per assicuragli un futuro con prospettiva di un’occupazione stabile e produttiva.

È evidente che la crescita progressiva della denatalità mette a serio e irreversibile pericolo di crisi economica e sociale del nostro Stato, che non può essere risolta solo da un’implementazione dell’ingresso di immigrati regolari sia professionisti che artigiani e lavoratori né, tantomeno ad una estesa regolarizzazione di quelli irregolari, in quanto per renderli produttivi è necessario un processo di formazione culturale e professionale. Per bloccare e per invertire tale tendenza negativa demografica, ne consegue che è quantomai necessario considerare le giovani generazioni l’indispensabile e non sostituibile risorsa produttiva per il futuro degli stessi Nazione e Stato italiani, investendo su di essa in termini economici, culturali e sociali.

In questo quadro la tutela e la promozione della salute non solo fisica ma anche, se non soprattutto quella psicologica, risulta ineludibile, in quanto, dai dati che stanno emergendo risulta che:

Per invertire tale pericoloso fenomeno e per prevenire che il disagio giovanile possa degenerare in turbe e malattie psichiatriche, talora irreversibili ed onerose per sia il SSN che l’insieme dello Stato sociale, è quanto mai necessario e indispensabile investire nella prevenzione della tutela del benessere psicologico e del conseguente contrasto al disagio psicologico della cui funzione ed operatività positiva un ruolo strategicamente determinante lo svolge la professione sanitaria di psicologo, la quale, in base alla legge n.56/89 “Ossicini” istitutiva della professione, comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologica rivolte al persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità, in particolare alle fasce giovanili.

Della necessità di richiesta di prestazioni psicologiche è in crescita la consapevolezza tra i giovani, ne è la prova che la rivendicazione della presenza dello psicologo nella scuola è la prima espressa dagli stessi studenti:

Certamente altrettanta sensibilità sta crescendo tra le forze politiche governative e parlamentari; tuttavia, le iniziative encomiabili sinora messe in essere (bonus psicologico, sperimentazione della presenza dello psicologo nelle scuole e negli atenei, varo di normative regionali per l’istituzione dello psicologo di cure primarie da parte di undici Regioni, sinora, in attesa di una specifica legge nazionale) non sono state in grado di invertire tale tendenza se non bloccarla in pochi casi.

Considerando, quindi, non una spesa ma un investimento per la stessa tenuta e progresso economico, culturale e sociale dell’Italia, una crescita e una qualificazione del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, quale strumento indispensabile e strategicamente centrale a tal fine, in quest’ ottica particolare rilevanza l’assume una specifica e mirata implementazione del finanziamento per una progressiva ed adeguata presenza di psicologi.

Tale presenza progressiva di psicologi prevede un’articolata e complessa strategia di interventi quali:

Sono consapevole che le suddette proposte e conseguenti modalità di attuazione siano complesse e articolate, ma sono altrettanto quanto mai utili ed efficaci per il superamento del disagio psicologico giovanile e per la tutela del loro benessere psicologico… si potrebbe iniziare con il primo, significativo e discontinuo provvedimento, che costituisce l’asse portante della strategia di potenziamento della psicologia nel SSN, approvando in tempi rapidi, possibilmente in sede deliberante o redigente già in Commissione, del testo unificato di disegno di legge “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale” adottato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati all’unanimità il 28 novembre 2023 ed inspiegabilmente fermo da quella data, ciò costituirebbe un determinante segnale di attenzione verso lo stato di salute delle giovani generazioni ridando o aumentando la loro fiducia positiva nelle Istituzioni.

Saverio Proia



29 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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