Psicologi Ssn, interrogazione parlamentare su richieste dei tribunali. Aupi: “Finalmente qualcosa di muove”
Il sindacato degli Psicologi Italiani accoglie con soddisfazione l’interrogazione ai Ministri della Salute e della Giustizia depositata dall’on. Ciocchetti sull’“utilizzo improprio degli psicologi nei procedimenti di famiglia”, come già denunciato dall'Aupi negli scorsi mesi. Iacob: “Gli psicologi sono sanitari, non burocrati; non scrivono relazioni, né consulenze tecniche, ma referti. Dopo un anno di impegno, finalmente un primo passo concreto”.
09 GIU - “Dopo un anno di impegno, finalmente un primo passo concreto: sono serviti mesi di lavoro, segnalazioni costanti e confronto con colleghi e istituzioni, ma ora la problematica legata all’art. 473-bis.27 c.p.c. – che coinvolge in modo critico gli psicologi che operano nell’ambito della tutela – è finalmente arrivata all’attenzione della politica”. L’annuncio è del segretario generale nazionale dell'Aupi,
Ivan Iacob."L’utilizzo improprio degli psicologi nei procedimenti di famiglia, le violazioni deontologiche, e soprattutto il conflitto con l’articolo 32 della Costituzione sono temi che non potevano più essere ignorati – precisa in una nota il leader del sindacato -. Grazie all’intervento dell’onorevole
Luciano Ciocchetti (FdI), è stata depositata un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Salute e al Ministro della Giustizia. Un passo importante per riportare chiarezza, tutela professionale e rispetto dei diritti delle persone coinvolte. Ora attendiamo con attenzione le risposte".
“Negli ultimi anni – denuncia Iacob -, il sistema sanitario si è trovato a fronteggiare un problema sempre più pressante: la crescente interferenza dei Tribunali nelle sue attività - ha spiegato Iacob -. L’ultima richiesta, che impone l’invio delle relazioni dei servizi sanitari tramite deposito telematico (PCT), rappresenta l’ennesima invasione di campo che nulla ha a che fare con la salute pubblica”.
“I sanitari non scrivono relazioni, né consulenze tecniche, ma referti - prosegue il segretario generale Aupi -. Tuttavia, con l’introduzione di normative come la Legge Cartabia 473 bis 27, le Aziende sanitarie si trovano sempre più caricate di attività non pertinenti alla loro missione. Il rischio è chiaro: trasformare i servizi sanitari in semplici uffici di consulenza per i Tribunali”.
Per Iacob, “il vero problema di questo approccio è che si confonde un problema sociale con un problema di salute. Non tutte le coppie in conflitto hanno una patologia da curare; quindi, non possono e non devono essere affidate al sistema sanitario. Questo errore di impostazione non solo intaserebbe ulteriormente il sistema, ma non porterebbe neppure a una soluzione, perché se il problema non è sanitario, non può essere risolto con strumenti sanitari”.
“Questa situazione evidenzia ancora una volta la grande confusione tra il settore socio-sanitario e quello clinico - evidenzia il rappresentante degli Psicologi -. L’integrazione tra sociale e sanitario non può significare scaricare sulle strutture sanitarie problematiche che non rientrano nella loro competenza. Se si continua su questa strada, ci troveremo di fronte a situazioni paradossali: lo Psicologo sarà costretto a ‘curare’ una persona che sta litigando con l’ex coniuge invece di prendersi cura di un bambino con una vera patologia”.
“Lasciamo che i sanitari facciano il loro lavoro: curare i veri problemi di salute, non perdersi in contese infinite - ribadisce Iacob -. Inoltre, l’efficacia di tali attività è stata dimostrata essere bassissima, non superiore al placebo. A questo punto, non ha senso un investimento di questo genere. La sanità deve rimanere concentrata sulla salute, non essere trascinata in dinamiche legali e burocratiche che ne minano l’efficacia”.
09 giugno 2025
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