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Medici, infermieri e farmacisti di Roma insieme per il sistema sanitario. “Serve un nuovo modello di assistenza”. Elaborato documento, chiesto incontro con Rocca

L’obiettivo è promuovere un modello di sanità integrata, territoriale e centrata sul paziente, in cui le diverse competenze professionali operino in sinergia, nel rispetto reciproco: il medico come responsabile del processo clinico; l’infermiere del processo assistenziale, della continuità di cura e dell’empowerment; il farmacista come professionista del farmaco e presidio di salute sul territorio. I tre Ordini concordi sull’utilità di un tavolo di concertazione con la Regione. IL DOCUMENTO

26 MAR - Un nuovo modello di assistenza territoriale, valorizzazione delle competenze professionali, formazione condivisa e interprofessionale, innovazione tecnologica e umanizzazione delle cure, un SSN sostenibile, equo e partecipato. Questi, in sintesi, i cinque punti del documento condiviso che i tre ordini di Roma, Medici, Infermieri e Farmacisti hanno approvato nel corso di un consiglio direttivo congiunto svoltosi ieri pomeriggio presso la sede dell’Omceo Roma.

Il testo, su cui c’è la piena condivisione dei tre consigli professionali, intende promuovere un modello di sanità integrata, territoriale e centrata sul paziente, in cui le diverse competenze professionali operino in sinergia, nel rispetto reciproco e con obiettivi comuni.

I tre presidenti Antonio Magi, Maurizio Zega e Giuseppe Guaglianone hanno anticipato che chiederanno un incontro con il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per l’avvio di una proficua collaborazione,

L’iniziativa dei tre Ordini professionali parte dalla constatazione che “l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità, la disomogeneità territoriale nell’erogazione delle cure e le nuove possibilità offerte dall’innovazione scientifica e digitale, impongono una visione comune e una progettualità condivisa”. La collaborazione tra medici, infermieri e farmacisti deve essere alla base di “percorsi assistenziali integrati per i pazienti cronici” e della “promozione attiva della prevenzione e dell’educazione sanitaria”.

A questo scopo è però ritenuta essenziale anche “una più costante e operosa interlocuzione con gli stakeholder istituzionali, a partire dalla Regione”. Una sanità efficace richiede infatti, secondo i tre Ordini, “il pieno riconoscimento delle competenze professionali di tutte le figure coinvolte”. In particolare, “il medico come responsabile del processo clinico nei vari setting assistenziali; l’infermiere come responsabile del processo assistenziale, della continuità di cura ospedale/territorio e dell’empowerment del paziente; il farmacista come professionista del farmaco e presidio di salute sul territorio”. Serve, dunque, “una revisione dell’intero assetto che rifletta questa realtà e favorisca l’integrazione operativa, evitando sovrapposizioni e valorizzando le specificità”.

Viene quindi proposto lo sviluppo di percorsi comuni, sin dai percorsi di laurea, fino alla formazione permanente”, su temi quali cronicità, aderenza e gestione farmacologica integrata; innovazione digitale, telemedicina e telenursing; educazione sanitaria e counselling.

“Difendere il SSN significa renderlo sostenibile, accessibile ed equo”, sostengono i tre Ordini, che a conclusione del documento chiedono “il rafforzamento dell’investimento nella sanità; la riduzione delle diseguaglianze territoriali; il coinvolgimento delle professioni sanitarie”, concordando sul fatto che “l’istituzione di un tavolo di concertazione dei tre ordini con l’istituzione regionale avrebbe il benefico effetto di offrire in modo strutturale alla Regione il frutto dell’esperienza ordinistica”.



26 marzo 2025
© Riproduzione riservata

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