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Lambrusco e culatello

di Pietro Cavalli

25 GEN -

Gentile Direttore,
non avevamo dubbi che un eccessivo consumo di alcol fosse associato non solo ad un incremento del rischio di malattie epatiche, tumori e incidenti stradali e tuttavia ignoravamo che anche un uso moderato di bevande alcoliche determinasse una riduzione della massa cerebrale assieme a problemi tumorali e cardiologici.

Anche perché i nostri vecchi Maestri, un po' per scherzo, ci raccontavano che gli alcolisti avevano sì un fegato spappolato, ma presentavano delle arterie bellissime. Nel prendere atto di questa nuova informazione, ci sentiamo di aggiungere altri dati allarmanti, ad esempio che il consumo di salumi ed insaccati aumenta del 20% il rischio di tumori, più o meno come la carne rossa. Senza considerare che il consumare un uovo al giorno aumenta del 7% la mortalità, mentre le bevande zuccherate non sono da meno (Am J Clin Nutr. 2017;105(6):1462-1473)

Che dire poi dell’abuso del pesto alla genovese che, lo sanno tutti, è a base di basilico e contiene metileugenolo, sperimentato carcinogeno nell’animale e classificato come tale da IARC? Sui fritti, patatine comprese, meglio sorvolare e tuttavia tra le condizioni normali della vita che incrementano il rischio di tumore e di mortalità non vanno dimenticati i cibi in scatola, alcuni tipi di pesce di grande pezzatura, i lettini abbronzanti, l’esposizione all’inquinamento della pianura padana.

Potremmo fermarci qui, anche se forse l’indicazione “può nuocere seriamente alla salute” andrebbe scritta non solo sulle bottiglie di vino e di birra ma anche e soprattutto su automobili, motociclette, motorini e biciclette, visto che la mortalità per incidenti stradali è al 4° posto della classifica globale della cause di morte.

In realtà John Joannidis, uno che tutti dovrebbero leggere prima di fare affermazioni dogmatiche, mette in guardia sul considerare un’unica causa di malattia in un contesto decisamente più complesso (es. abitudini di vita, obesità, fumo, sedentarietà, esposizioni ambientali, esposizioni professionali, patologie intercorrenti ….) arrivando persino a calcolare, sulla base dei dati di letteratura, che, visto il presunto effetto protettivo della frutta fresca, il consumo giornaliero di un singolo mandarino potrebbe garantire un incremento di vita di almeno 5 anni, mentre, al contrario, mangiare due fette di pancetta al giorno ridurrebbe la vita di 10 anni, molti più del fumo di sigaretta.

Risultati ottenuti da una proiezione basata sui risultati di rilevanti pubblicazioni scientifiche in campo epidemiologico e tuttavia del tutto implausibili. Il che porterebbe alla conclusione che l’attuale ricerca epidemiologica in campo nutrizionale rimane “intrinsecamente inaffidabile” ( JAMA. 2018;320(10):969–970. doi:10.1001/jama.2018.11025), di fatto regalandoci possibilità di chiudere un occhio sul consumo moderato di lambrusco e culatello.

Pietro Cavalli

Medico



25 gennaio 2023
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