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Il G7 Salute del 2024 nelle Marche: troveranno una sanità in netto peggioramento, ma si mangerà bene

di Claudio Maria Maffei

28 NOV -

Gentile direttore,
il prossimo G7 Salute si dovrebbe tenere nelle Marche. La notizia non compare ancora nella pagina dedicata del Ministero della Salute, i cui contenuti non sono più aggiornati dal 26 ottobre 2017, anno in cui si tenne per l’ultima volta il G7 Salute in Italia. Ma i giornali locali danno per decisa la scelta di Ancona come sede tra settembre e ottobre 2024 della prossima edizione. La scelta, se confermata, delle Marche è certamente politica e merita a mio parere qualche riflessione.

Le Marche sono, lo ricordo ancora una volta, una Regione nel cuore della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Qui il centrodestra strappò alle Regionali nel 2020 una vittoria storica in una tradizionale roccaforte del centrosinistra e qui la Presidente cominciò nel 2022 la sua pure trionfale campagna elettorale. E ogni occasione è buona per rimarcare questa vicinanza della Presidente al Governo Regionale, come ad esempio di recente la firma dell’Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche avvenuta ad Acqualagna in occasione della Fiera del tartufo. Vale la pena di ricordare le parole con cui la Presidente Meloni ha concluso il suo intervento: “In buona sostanza noi non vogliamo far altro che mettere le Marche in condizioni di competere ad armi pari e di poter dimostrare quello che vale e di poter correre come sa correre e come io so che vuole correre. Mettiamo un altro mattone a questo lavoro e lavoriamo tutti insieme in un'ottica, che è sì di valorizzazione del territorio, ma che è soprattutto un'ottica di valorizzazione complessiva della nostra Nazione e del suo ruolo nel mondo.” Parole importanti e parole convinte.

Peccato che la Regione Marche, sul tema che istituzionalmente più le dovrebbe stare a cuore, la tutela della salute, stia facendo un vero disastro. Un disastro che peraltro i dati ufficiali di fonte Agenas-Ministero documentano in modo continuo, ma senza alcuna ricaduta sulle scelte di politica sanitaria della Regione Marche che di quel disastro sono responsabili. Mi limito a ricordare i dati più significativi che illustrano come in una situazione di generale crisi della sanità italiana, le Marche in una analisi comparativa sono quelle che stanno peggiorando di più la propria performance. Ecco alcuni dati a supporto di questa affermazione.

Il portale statistico dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) riporta dati sulle lista di attesa degli interventi chirurgici che vengono calcolate includendo la produzione di tutte le strutture pubbliche e private per 4 prestazioni di area cardiovascolare e 8 di area oncologica. L’indicatore utilizzato è la percentuale di pazienti che ha effettuato nel periodo considerato l’intervento entro un mese, come previsto per tutti questi interventi definiti di Classe di priorità A. Il grafico che analizza i tempi di attesa per alcune prestazioni chirurgico-interventistiche dell’area cardiovascolare (angioplastica coronarica, coronarografia, by pass aortocoronarico e endoarteriectomia carotidea) evidenzia come le Marche siano al terzo posto tra le Regioni che hanno diminuito maggiormente la percentuale di pazienti che ha effettuato la prestazione entro un mese tra 2022 e 2021. Se il confronto viene fatto tra 2022 e 2019 le Marche passano al settimo peggior posto. In pratica nel 2019 nelle Marche il 71,61% dei pazienti in quest’area faceva l’intervento entro un mese, percentuale che scendeva a 67,14% nel 2022 (a livello nazionale le percentuali erano state del 84,67% nel 2019 e del 82,31% nel 2022. Se analizziamo lo stesso andamento dei tempi di attesa per la chirurgia oncologica maggiore (interventi per melanoma, tumore al colon, tumore al retto, tumore al polmone, tumore alla mammella, tumore alla prostata, tumore alla tiroide e tumore all’utero) calcolati anche in questo caso come percentuale di casi trattati entro un mese si evidenzia come la Regione Marche sia al quarto posto tra quelle che tra 2022 e 2021 è peggiorata di più. Se passiamo al confronto tra il 2022 e il 2019 le Marche sono al sesto peggior posto. In pratica nel 2019 nelle Marche il 70,64% dei pazienti in quest’area faceva l’intervento entro un mese, percentuale che è scesa a 62,73% nel 2022 (a livello nazionale le percentuali sono state del 73,62% nel 2019 e del 73,78% nel 2022).

Prendiamo adesso i dati della analisi Agenas-The Bridge sulle prestazioni ambulatoriali, molto ben sintetizzati e commentati qui su QS. I dati sui tempi di attesa riportati in questa analisi sono purtroppo inficiati dalle modalità di rilevazione che le Regioni gestiscono in modo da nascondere le “magagne”. I cittadini sperimentano infatti una realtà ben diversa da quella che appare nelle elaborazioni Agenas-The Bridge, secondo cui ad esempio il 72% delle prenotazioni di ecografie dell’addome con classe di priorità B troverebbe posto nelle Marche entro 10 giorni come da regola ministeriale. Quelle di Classe di priorità D da fare entro 60 giorni troverebbero posto nell’84% dei casi entro i tempi previsti, e cioè 60 giorni. Ma quando mai? Un dato che dovrebbe essere molto più sicuro è invece quello relativo al numero delle prestazioni di visita e strumentali (tolte le prestazioni di laboratorio) fatte in ciascuna Regione dalle strutture pubbliche e private “convenzionate”. Uso il condizionale perché con la gestione dei dati da parte della Regione Marche non c’è mai da star tranquilli. Questi dati sono stati analizzati nello studio Agenas-The Bridge che ha calcolato il numero di prime visite, di visite di controllo e di prestazioni di diagnostica strumentale effettuato in ciascuna Regione nel primo semestre 2019 (ultimo anno prima della pandemia), 2022 e 2023. Da questa analisi risulta ad esempio come le Marche siano al secondo posto come Regione che ha calato di più la produzione di prestazioni di diagnostica strumentale nel primo semestre 2023 rispetto a quella 2022 (9,2%) ed evidenzia come sia al quarto peggior posto quando si fa il confronto prendendo come riferimento il 2019, con una riduzione del 23%.

Passiamo agli esiti della chirurgia oncologica documentati nell’ultimo report del Programma Nazionale Esiti (PNE) con i dati 2022. Il riconoscimento dato nell’occasione per il secondo anno consecutivo alla Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona come miglior ospedale pubblico d’Italia ha dato alla testa alla Giunta e purtroppo non solo a lei. I titoli e le dichiarazioni roboanti si sono sprecate. Ovviamente nessuno si è invece sprecato ad andare a vedere nel dettaglio il Programma Nazionale Esiti (PNE) sui cui dati è stata fatta quella classifica, costruita in base al cosiddetto treemap. Non è questa la sede per entrare nel merito di questo strumento, ma ci limitiamo qui a vedere cosa ci dice sulla qualità della chirurgia oncologica negli ospedali delle Marche, valutata con riferimento a tre indicatori:

L’Agenas ha preso in considerazione la attività di chirurgia oncologica del 2022 di 14 strutture pubbliche e tre private della Regione Marche. Tra le strutture pubbliche due hanno preso un punteggio molto alto, una ha preso un punteggio di buono, tre un punteggio medio, due un punteggio basso e 6 molto basso. Tutte e tre le strutture private hanno preso un punteggio molto basso. Quindi più della metà delle strutture pubbliche ha un punteggio basso o molto basso. Se consideriamo anche le strutture private i due terzi delle strutture ha punteggi sotto la sufficienza.

Da ultimo ricordo come, per non sforare sul bilancio, la Regione Marche abbia rinunciato a spendere nel 2022 una parte consistente del fondo messo a disposizione per il recupero delle prestazioni perse durante la pandemia sia chirurgiche che ambulatoriali e di screening oncologico. Lo si ricostruisce bene da una elaborazione della Fondazione GIMBE pure messa a disposizione da Qs: nelle Marche è stato recuperato solo il 20% degli esami di screening oncologico (quart’ultimo posto in Italia), solo il 32% degli interventi chirurgici (all’ottavo posto tra le Regioni peggiori) e solo il 31% delle prestazioni ambulatoriali (sesto peggior posto).

Questi risultati negativi in termini di qualità e quantità dei servizi erogati nella Regione Marche è documentabile in molti altri modi e con molte altre fonti, come ad esempio il Rapporto Salute Mentale 2022 del Ministero della Salute, che documenta il sottofinanziamento dei Dipartimenti di Salute Mentale, e il sistema di monitoraggio delle performance regionali del Sant’Anna di Pisa che documenta le criticità dei Pronto Soccorso delle Marche in termini di percentuali di abbandono dei pazienti esasperati dai lunghi tempi di attesa.

Questi cattivi risultati non sono casuali, ma legati a scelte di politica sanitaria di natura populista che sono state orientate alla mera ricerca di un consenso elettorale. Queste le due scelte fondamentali che hanno accentuato la crisi della sanità marchigiana:

Questa è la sanità della Regione che ospiterà il G7 Salute, in coincidenza perfetta con alcune importanti elezioni Comunali in città delle Marche ancora governate dal centrosinistra, come Pesaro e Fano, e in un giusto anticipo rispetto alle elezioni regionali del 2025, anticipo utile per far recuperare popolarità al Presidente Acquaroli che all’ultimo Governance Poll 2023, il monitoraggio sull’apprezzamento degli amministratori locali che ogni anno Noto Sondaggi effettua per il Sole 24 Ore, risulta al tredicesimo posto.

Ma tranquilli, il G7 Salute dura poco e per chi vi parteciperà non ci saranno in quei giorni problemi di assistenza. Quelli vengono lasciati ai cittadini marchigiani. E poi si mangerà benissimo perché il catering sarà probabilmente affidato ai nostri chef stellati, Mauro Uliassi e Moreno Cedroni, che come scrivono i giornali rappresentano “davvero il top che le Marche gourmet possano proporre gli ospiti delle delegazioni dei 7 Paesi che durante il G7 Salute si confronteranno su prevenzione e One health, il modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse su cui stanno scommettendo la Commissione europea e le organizzazioni internazionali.” Magari da qui all’anno prossimo speriamo che qualcuno dei nostri bravissimi, e purtroppo pochi, professionisti dei Dipartimenti di Prevenzione riescano a spiegare alla Giunta cos’è ‘sta One Health di cui tutti parlano.

Claudio Maria Maffei

Coordinatore Tavolo Salute Pd Marche



28 novembre 2023
© Riproduzione riservata

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