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Salute mentale. L’Europa traccia la giusta via da seguire

di Massimo Cozza

13 DIC -

Gentile direttore,
i recenti risultati dei lavori del Consiglio dell’Unione europea sulla salute mentale, definiti nelle conclusioni del 30 novembre 2023, hanno ben delineato cause ed obbiettivi seguendo la stella polare di un approccio globale, già adottato il 7 giugno 2023 con la Comunicazione della Commissione UE con un finanziamento di oltre 1,2 miliardi di euro.

In primo luogo, tra i principali determinanti dei problemi di salute mentale dei cittadini europei, in particolare tra i giovani, sono stati individuati la pandemia di COVID -19, la guerra in Ucraina, la crisi climatica, i crescenti tassi di disoccupazione, l’aumento del costo della vita e le pressioni connesse al settore digitale e ai social media.

Viene segnalato il problema della solitudine che incide pesantemente sulla salute mentale, così come i temi della violenza di genere e dei paesi che accolgono i rifugiati, e più in generale delle diseguaglianze.

Si riconosce la validità dell’approccio bio-psico-sociale correlando i problemi della salute mentale ai determinanti della salute (accesso all’assistenza sanitaria, alimentazione e attività fisica, consumi di alcol, tabacco e droghe illecite) e ai determinanti ambientali, urbanistici, climatici, sociali, culturali, economici e commerciali.

Possono migliorare la salute mentale lo sport e l’esercizio fisico come anche la partecipazione ad attività culturali.

La salute mentale e la salute fisica sono fondamentalmente interconnesse e le persone che vivono con un grave problema di salute mentale sono maggiormente esposte al rischio di essere affette da un’ampia gamma di patologie fisiche croniche ed hanno un’aspettativa di vita inferiore di 10-20 anni rispetto alla popolazione generale.

Dal lato dei servizi è ormai consolidato il percorso di passaggio da una assistenza psichiatrica ospedaliera ai servizi integrati di salute mentale e assistenza sociale in strutture di prossimità.

Anche la stessa OMS nel piano d’azione globale per la salute mentale 2013 – 2030 nell’obbiettivo n. 2 ha definito l’esigenza di fornire servizi di salute mentale e di assistenza sociale globale, integrati e reattivi in strutture di prossimità.

Viene evidenziata una carenza di operatori sanitari nella UE (in Italia mancano circa 10mila unità di personale nei dipartimenti di salute mentale) sollecitando maggiori investimenti in questo ambito.

Si indicano la via del recupero e della inclusione nella comunità, anche con l’obbiettivo di combattere la stigmatizzazione.

Più in generale il Consiglio invita gli Stati membri a dare priorità a politiche e servizi integrati in materia di salute mentale, riconoscendo i determinanti sociali, ambientali ed economici.

Viene anche prospettato l’Istituzione entro il 2029 di un anno europeo dedicato alla salute mentale.

In considerazione del prossimo centenario della nascita di Franco Basaglia dell’11 marzo 2024, possiamo senz’altro affermare che l’Europa sta portando avanti un percorso già ben delineato in Italia con la chiusura dei manicomi, centrato sulla dignità e sui diritti di cittadinanza delle persone con disturbi mentali.

Un approccio ormai condiviso in Europa, e dalla stessa OMS, che necessita di più investimenti non solo in termini di risorse ma di cultura, di formazione e di politiche sociali.

Si tratta della giusta via lungo la quale anche le nuove istituzioni Europee che nasceranno dopo le prossime elezioni di giugno 2024 dovranno continuare ad impegnarsi.

Massimo Cozza

Psichiatra
Direttore Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2



13 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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