Fine Vita. Toscana si costituisce in giudizio contro l’impugnativa del Governo alla legge regionale
Il presidente Eugenio Giani sottolinea come la lr 15/2025 intervenga sulle modalità organizzative per l’attuazione della sentenza della Corte costituzionale 242/2019, senza aggiungere altro, dunque senza sconfinamenti nelle competenze dello Stato. E ricorda come quella stessa sentenza sollecitasse un intervento del Parlamento: “Quando dopo 6 anni il Parlamento non ha provveduto, è giusto che le Regioni, che hanno comunque potere legislativo, lo facciano”.
22 MAG - La Regione Toscana si costituisce in giudizio contro l’impugnativa del Consiglio dei ministri alla legge regionale 16 del 2025 sul Fine Vita sulle modalità organizzative con cui disporre il suicidio medicalmente assistito. Ad annunciarlo oggi, in conferenza stampa, il presidente della Regione,
Eugenio Giani, che ha firmato stamani l’attivazione della costituzione in giudizio presso la Corte costituzionale.
“Ci difendiamo perché siamo convinti che la nostra legge sia giusta, perché è una legge che interviene sulle modalità organizzative secondo quanto previsto nella sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019. E siamo convinti che nulla ostacoli la possibilità della Regione, che ha competenze sulla materia sanitaria, di fissare regole oggettive per tutti, scadenze che siano in grado assicurare uguaglianza nell’accesso dei cittadini al trattamento di fine vita”, ha detto Giani.
Il presidente ha ricordato e sottolineato che la sentenza della Consulta non solo confermata il diritto all’aiuto al suicidio assistito ma sollecitava un intervento del Parlamento, confermando che, in attesa della declinazione che potrà darne il legislatore, le procedure previste per il suicidio dovevano erano affidate alle strutture pubbliche territorialmente competenti. “E’ vero che una legge regionale è una fonte secondaria rispetto a una legge statale, ma quando dopo 6 anni ci rendiamo conto che il Parlamento non ha provveduto, è giusto che le Regioni, che hanno comunque potere legislativo, intervengano. Così ha fatto la Toscana, senza aggiungere nulla a quanto previsto dalla sentenza, quindi senza alcun sconfinamento di competenze”, ha aggiunto Giani.
“Ci costituiamo con la nostra avvocatura generale, che ha dato prova in tante occasioni di essere di altissima qualità. Vogliamo far fronte al rilievo da parte del Governo che io trovo assolutamente immotivato e solo di natura politica, nell’interesse dei cittadini. E non vedo come la Corte Costituzionale possa non accogliere lo spirito con sui la Regione Toscana si è proposta di dare seguito ai valori e ai princìpi che la Corte ha affermato 6 anni fa e ribadito in più occasioni, dal momento che la nostra legge si occupa proprio di definire le modalità organizzative di attuazione di una sentenza costituzionale 242 del 2019. Per quello che riguarda lo Stato, sono convinto che le nostre motivazioni siano molto forte e che il ricorso prospettato verrà gestito alla luce delle nostre azioni”, ha aggiunto il governatore toscano.
Giani ha infine ricordato “il consenso registrato sulla legge in Consiglio regionale, con un voto che all’inizio sembrava risicato ma che poi ha visto votare a favore 27 consiglieri rispetto a13 contrari, con un astenuto, e poi il consenso ricevuto anche successivamente da persone anche inaspettate”.
Per il presidente della Toscana quella sul fine vita è “una legge che cerca di dare voce a persone che soffrono, che hanno sofferto, che non vogliono che la loro sofferenza porti anche tanti sacrifici per le famiglie che li circondano, e i principi fissati dalla Corte sono quelli giusti”. Ma a livello nazionale, “vi è, come si suol dire, un legislatore recalcitrante”.
22 maggio 2025
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