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Psoriasi a placche. Iss: "Derivati vitamina D e corticosteroidi trattamenti più efficaci"


Lo ha evidenziato l'Istituto superiore di sanità nell'aggiornamento della Linea guida, illustrato oggi. Sono considerati sicuri anche i farmaci biotecnologici, ma la momento "non è possibile affermare se ve ne sia uno migliore di un altro". LE LINEE GUIDA

29 MAG - I derivati della vitamina D e i corticosteroidi sono i trattamenti topici più efficaci per la psoriasi a placche. Anche i farmaci biotecnologici sono sicuri ed efficaci, ma non è possibile affermare se ve ne sia uno migliore di un altro. Sono questi alcuni dei punti salienti con cui è stata aggiornata la Linea guida sul trattamento della psoriasi nell’adulto. Il documento, prodotto nell’ambito del Sistema nazionale linee guida (Lg), è un aggiornamento della Linea guida Sign n. 121, coordinato dall’Iss, in collaborazione con l’Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi) e con la partecipazione attiva di tutte le società scientifiche interessate all’argomento.

“Sono stati aggiornati soltanto i quesiti relativi al trattamento della psoriasi cronica a placche nell’adulto, escludendo quelli relativi alla diagnosi e all’artrite psoriaca – spiega Alfonso Mele, epidemiologo dell’Iss e responsabile delle Linee guida – Il nostro intento è quello di fornire un contributo, quanto più efficace possibile, affinché all’interno delle strutture dedicate alla gestione alla gestione clinica della psoriasi in Italia siano tracciati percorsi diagnostico-terapeutici tra loro omogenei”.

Come nella linea guida originaria, gli studi ulteriori hanno evidenziato che i derivati della vitamina D e i corticosteroidi sono i trattamenti topici più efficaci per la psoriasi a placche. Nei nuovi studi sono state anche analizzate nuove formulazioni di trattamenti topici e tra questi il gel contenente l’associazione precostituita di calcipotriolo e betametasone dipropionato ha mostrato la medesima efficacia delle formulazioni tradizionali, ma consente una maggiore aderenza al trattamento.

I dati osservati hanno mostrato un buon profilo di efficacia e sicurezza dei farmaci biotecnologici. Dai risultati emerge la necessità di inserire in un registro nazionale italiano tutti i pazienti che sono in trattamento con farmaci biotecnologici o che iniziano per la prima volta una terapia sistemica, al fine di valutarne l’efficacia e la sicurezza nel medio-lungo termine. Infine, mancano studi di confronto diretto tra farmaci biotecnologici e tra biotecnologici e sistemici tradizionali per poter valutare l’eventuale superiorità di uno rispetto a un altro, in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e compliance del paziente. 

29 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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