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Per la prima volta al mondo redatte le “Tabelle degli Indicatori” per la crescita dei neonati prematuri


Lo studio internazionale, appena pubblicato sulla rivista Lancet, coordinato dall’ospedale Sant’Anna di Torino. Ora è possibile far raggiungere ai nati pretermine di tutto il mondo e di tutte le etnie a 6 mesi le stesse dimensioni dei nati a termine della stessa età, sulla base delle medesime condizioni di assistenza e di nutrizione ottimali.

05 GEN - Grazie ad uno studio internazionale, appena pubblicato sulla rivista Lancet, coordinato dall’ospedale Sant’Anna di Torino, per la prima volta al mondo sono state redatte le prime Tabelle degli Indicatori internazionali sulla crescita dei neonati prematuri. Ora, grazie al suddetto studio ed alle relative Tabelle, è possibile far raggiungere ai nati pretermine di tutto il mondo e di tutte le etnie, ovvero siamo tutti uguali senza differenze di razza e colore della pelle, a 6 mesi le stesse dimensioni dei nati a termine della stessa età, sulla base delle medesime condizioni di assistenza e di nutrizione ottimali. Ottenere una crescita adeguata dei bambini prematuri dopo la nascita costituisce oggi una delle sfide più difficili nei centri di Terapia Intensiva e Patologia Neonatale.
 
Il tipo di crescita nei primi mesi di vita, soprattutto in questi bambini, può condizionare lo sviluppo neuroevolutivo e lo stato di salute in adolescenza ed in età adulta. In particolare una crescita eccessiva o scarsa in questo periodo può favorire lo sviluppo di malattie di grande impatto sociale, quali obesità, diabete, ipertensione. Fino ad oggi mancava un modello di riferimento della crescita postnatale di questa popolazione molto speciale di bambini, indispensabile per guidare le difficili scelte nella loro nutrizione ed assistenza.  Grazie a questo progetto sono oggi disponibili le prime carte standard internazionali per la crescita dei neonati prematuri.

Sono stati infatti pubblicati recentemente sulla prestigiosa rivista internazionale Lancet i risultati sulla crescita dei pretermine dello studio internazionale INTERGROWTH 21st, finanziato dalla Fondazione Bill e Melissa Gates e dall’Università di Oxford, che ha coinvolto otto Centri di ricerca ed assistenza in diverse parti del mondo (Brasile, Cina, India, Italia, Kenya, Oman, USA ed Inghilterra). Al progetto ha partecipato, unico Centro dell’Europa continentale, l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino, con i reparti di Ostetricia e di Neonatologia dell’Università, diretti rispettivamente dalla professoressa Tullia Todros e dal professor Enrico Bertino. Questa parte del progetto, basata sui dati longitudinali postnatali di 224 prematuri, nati dalle 4607 mamme arruolate nello studio, è stata coordinata per tutti i Centri partecipanti dalla Neonatologa Francesca Giuliani, della Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino.

Così come per i feti ed i neonati a termine, anche nei prematuri le differenze di crescita tra i vari gruppi etnici tendono ad attenuarsi in condizioni di assistenza e di nutrizione ottimali. In particolare il progetto è stato basato sulla promozione dell’utilizzo del latte materno fresco, opportunamente integrato, nei nati molto pretermine. Mediamente il 90% dei bambini prematuri nei vari centri del mondo che hanno partecipato erano allattati al seno alla dimissione, risultato molto positivo.

Sono quindi da oggi disponibili Tabelle con i valori entro i quali dovrebbe essere compresa, a livello mondiale, la crescita dei neonati pretermine. Gli standard saranno soprattutto utilizzabili per seguire dopo la nascita la crescita dei nati tra le 32 e le 36 settimane di gravidanza, che costituiscono l’80% dei nati pretermine. Si pensi che in Italia, considerando solo il periodo tra la 32^ e la 36^ settimana, nascono circa 30.000 bambini all’anno (6% del totale), dei quali 2350 solo in Piemonte (7% del totale).
 
Di particolare interesse è che, come osservato nello studio, il loro modello di crescita si raccorda dopo i 6 mesi di età con gli standard dell’OMS, utilizzati a livello internazionale per valutare la crescita dei nati a termine allattati al seno. In altre parole è emerso dallo studio che è un obiettivo possibile far raggiungere ai nati pretermine a 6 mesi le dimensioni dei nati a termine della stessa età. Sarà quindi da oggi disponibile in tutti i Centri del mondo, grazie al progetto, un modello comune di riferimento per controllare la crescita dei bambini prematuri fino all’età prescolare, indipendentemente dall’etnia, utile per fornire indicazioni preziose ai medici ed ai genitori per aiutarli a favorire una crescita appropriata e quindi una buona qualità di vita futura di questi bambini.  

05 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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