L’epidemia prosegue la sua frenata dopo che nell’ultima settimana si era registrato un nuovo incremento. L’incidenza torna a scendere e tocca i 243 casi per 100 mila abitanti rispetto ai 277 della precedente rilevazione. Per quanto riguarda l’occupazione dei letti sono in calo le terapie intensive: a livello nazionale il tasso è al 2,1% rispetto al 2,4% di sette giorni fa. Calo anche dei pazienti in Area non critica che si attestano al 7,7 % rispetto al 9,4 % della scorsa settimana. Sale invece l’indice Rt che si attesta a 0,81 rispetto allo 0,74 della precedente rilevazione.
Ecco i dati principali emersi dalla cabina di regia:
Cala l’incidenza settimanale a livello nazionale: 243 ogni 100.000 abitanti (26/08/2022 -01/09/2022) vs 277 ogni 100.000 abitanti (19/08/2022 -25/08/2022) .
Nel periodo 10–23 agosto 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,81 (range 0,70-1,05), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è sotto la soglia epidemica: Rt=0.85 (0,82-0,89) al 23/08/2022 vs Rt=0.75 (0,72-0,77) al 15/08/2022.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo al 2,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 01 settembre ) vs 2,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 agosto). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 7,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al01 settembre) vs 9,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 agosto) .
Dodici Regioni sono classificate a rischio moderato ai sensi del DM del 30 aprile 2020, le restanti 9 Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso. Nove Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Due Regioni riportano molteplici allerte di resilienza.
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente (12% vs 13%). In aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 45%), e in diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (40% vs 42%).