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Telemedicina. Ocse: “Raddoppiato il suo uso dopo la pandemia. Ma va implementata in modo sostenibile ed equo”


Nel report su sfide e opportunità si ricorda che prima del Covid-19, l'uso della telemedicina era limitato e frammentario. Nel 2019, solo lo 0,6% dei pazienti nei paesi Ocse utilizzava teleconsultazioni, un dato che nel 2021 è più che raddoppiato, raggiungendo l'1,4%.

22 GEN -

Negli ultimi anni, la telemedicina ha dimostrato di essere uno strumento essenziale per garantire l’accesso alle cure, specialmente durante la pandemia di Covid-19. Un nuovo report dell'Ocse, intitolato Beyond the Pandemic: Leading Practices for the Future of Telemedicineindividua le migliori pratiche e valuta le attuali capacità dei Paesi di continuare a implementarla in modo sostenibile, delinea consolidare e ottimizzare questo strumento nel contesto post-pandemia.

Prima del Covid-19, l'uso della telemedicina era limitato e frammentario. Nel 2019, solo lo 0,6% dei pazienti nei paesi Ocse utilizzava teleconsultazioni, un dato che nel 2021 è più che raddoppiato, raggiungendo l'1,4%. Durante la pandemia, i governi hanno introdotto leggi emergenziali per promuovere la telemedicina come alternativa alle visite in presenza. Oggi, la sfida è integrare questi servizi nel sistema sanitario ordinario, garantendone sostenibilità ed equità.

Il rapporto identifica tre ambiti critici per il consolidamento della telemedicina:

  1. Misurazione e valutazione: Molti paesi mancano di dati granulari per comprendere chi utilizza i servizi di telemedicina e quali risultati si ottengono. L'Ocse raccomanda la raccolta regolare di dati dettagliati su modalità, tipo di consultazione e caratteristiche demografiche dei pazienti.

  2. Modelli di finanziamento: Sebbene la maggior parte dei paesi utilizzi il modello fee-for-service, mancano incentivi per promuovere un uso efficiente ed equo della telemedicina. Sistemi come la capitazione (adottata recentemente dal Portogallo) potrebbero garantire maggiore sostenibilità.

  3. Governance e integrazione: La frammentazione tra cure in presenza e a distanza rappresenta un ostacolo. L'Ocse sottolinea l'importanza di politiche di governance robuste e inclusive, con un coinvolgimento attivo di pazienti e operatori sanitari.

Alcuni paesi membri hanno dimostrato approcci innovativi nella gestione della telemedicina:

L’Ocse evidenzia che l'accessibilità rimane una sfida. In molte aree rurali e tra popolazioni vulnerabili, la mancanza di infrastrutture e competenze digitali limita l'uso della telemedicina. Per affrontare queste disuguaglianze, si suggerisce di investire in formazione digitale e infrastrutture tecnologiche, come avviene in Turchia, dove un’unica piattaforma nazionale, e-Nabız, facilita l’accesso ai servizi digitali. La telemedicina non è più una soluzione d'emergenza, ma una componente essenziale del sistema sanitario moderno. Con una governance adeguata e investimenti mirati, può trasformarsi in un potente strumento per migliorare l'accesso alle cure, ridurre i costi e garantire una sanità più equa.



22 gennaio 2025
© Riproduzione riservata

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