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Donne e salute. Una su quattro rinuncia a prevenzione e cure a causa della crisi 


Per una donna italiana su quattro la prevenzione e le cure a causa della crisi passano in secondo piano. La fotografia l’ha scattata il libro 'La salute della donna. Analisi e strategie di intervento' curato dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) con la collaborazione di Farmindustria. In aumento l’incidenza delle patologie di genere.

19 DIC - A causa della crisi economica sempre più donne si trovano costrette a risparmiare sulle cure e la prevenzione in favore della famiglia e dei figli. Ma questa tendenza sta portando ad un aumento dell’incidenza di tutte le maggiori patologie di genere (dai tumori ai disturbi psichici, fino alle malattie cardiovascolari). E ciò è dovuto non solo all'innalzamento medio della vita, ma pure alla bassa adesione alle grandi campagne di sensibilizzazione. Ciò è quanto risulta dal libro 'La salute della donna. Analisi e strategie di intervento' curato dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) con la collaborazione di Farmindustria e dell’Osservatorio sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, presentato oggi a Roma. La cultura della Medicina di Genere è essenziale per garantire alle donne la tutela della propria salute e proprio in quest’ottica O.N.Da il volume fa un’analisi sulle principali patologie in rosa, quali cardiovascolari, oncologiche, psichiatriche e relative alla salute materno-infantile.  L’obiettivo è fotografare la situazione clinica-epidemiologica attuale ed evidenziare le esigenze dell’universo femminile in ambito sanitario-assistenziale. Il testo, corredato da proposte operative, vuole sensibilizzare gli esperti in materia e rappresentare una premessa per il ripensamento del Servizio Sanitario Nazionale in un’ottica di genere, per migliorare l’equità, l’accessibilità e la fruizione dei servizi.​
 
“La medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica – ha affermato Francesca Merzagora, presidente di Onda - gli studi condotti in ambito clinico e farmacologico sono sempre stati compiuti considerando quasi esclusivamente soggetti maschi e adattando successivamente i risultati alla donna, senza tuttavia valutare che la biologia femminile può influenzare, talvolta in modo determinante, lo sviluppo e la progressione delle malattie”.
”L'uscita del libro in coincidenza con le festività natalizie – ha sottolineato- aumenta la necessità di riflettere ancora di più sull'importanza della salute e della nostra vita. È un appello alle donne, ma soprattutto alle Istituzioni, perché seguano più da vicino possibile i contenuti del nostro volume, che fotografa in maniera attenta e critica la situazione clinico patologica attuale, evidenziando le esigenze femminili in ambito socio-assistenziale, in un panorama nel quale le differenze di genere rappresentano ad oggi uno dei più importanti nodi ancora da risolvere della sanità pubblica e una sfida per il futuro”.
 
“I dati sullo stato di salute della popolazione femminile contenuti nell’ultima indagine campionaria Istat sembrano manifestare un certo miglioramento, l’aspettativa di vita femminile alla nascita risulta aumentata, tuttavia non mancano ombre visto che la maggiore longevità non è sempre accompagnata da un pari miglioramento della qualità della sopravvivenza”, ha sottolineato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. “Le imprese del farmaco – ha puntualizzato - sono sempre più impegnate perché i benefici dell’innovazione siano adeguati alle specifiche esigenze delle donne. I risultati terapeutici dipendono dalla disponibilità di nuovi trattamenti, da rendere disponibili su tutto il territorio nazionale in modo omogeneo, eliminando le disparità ancor oggi esistenti tra una regione e l’altra”. “Dal libro- ha proseguito - emerge che nei momenti di crisi il ruolo sociale della donna e' quello che ne risente di più” spesso con conseguenze sulla propria salute. Le donne, ha ricordato, “nei momenti di difficoltà sottraggono attenzione a loro stesse per focalizzarsi sul proprio ruolo sociale'', ecco perché va sempre pi§ rafforzata e indirizzata la medicina di 'genere'. ''Nel mondo si contano più di 850 farmaci in sviluppo per malattie che colpiscono la popolazione femminile - ha ricordato il presidente di Farmindustria - e tra 2006 e 2010 in Italia si sono registrati 341 studi clinici che hanno coinvolto solo le donne. Molto, ma bisogna fare di più”.
 
Per Emanuela Baio (Api), membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato, tutelare e investire sulla salute della donna sono i tasselli per costruire l’uguaglianza di genere e per migliorare le condizioni di vita dell’intera società e delle future generazioni. Onda – ha dichiarato - propone una guida socio-scientifica nei meandri del complesso mondo femminile, coglie ogni sfumatura e offre, anche a noi parlamentari, spunti d’azione importanti e risultati soddisfacenti”. “La medicina ha sempre più chiara la prospettiva di genere – ha concluso Baio - superando un difetto d’impostazione nel coniugare il confronto tra le necessità di salute dell’uomo e della donna che provoca forme di discriminazione, con qualità diagnostiche e terapeutiche diverse tra i generi”.
 
“La differenza di genere necessità di un approccio diagnostico, di un’analisi dei sintomi, di cure modulate a misura di donna, di una ricerca clinica che tenga conto dei tempi e della complessità della vita riproduttiva della donna – ha affermato Laura Bianconi (Pdl), membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato - ma lo stesso cambiamento del ruolo della donna nella società, e con esso i mutati stili di vita, ha aumentato il numero delle patologie di cui soffrono le donne”. “Malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore, come quello al polmone, stanno diventando significative anche nell’ambito femminile, basti pensare che le morti per infarto del miocardio sono il triplo di quelle causate dal tumore al seno – ha evidenziato – e, infine non va dimenticato che le conquiste che giustamente, e finalmente, le donne hanno ottenuto in ambito lavorativo hanno però comportato un aumento dei carichi di lavoro”. “Quello di Onda – ha concluso la senatrice – è un lavoro prezioso per tutte le donne ma anche per chi, nelle sedi istituzionali competenti, deve prendere decisioni che concretamente siano buone e utili per la società, per i cittadini e per tutte le donne”.
 
 
Salute e donna. Alcuni numeri del libro di Onda
 
Tra i tumori femminili quello della mammella presenta, in generale, un’incidenza ed una prevalenza maggiore su tutto il territorio in tutte le classi di età considerate (Incidenza: 0-64 anni; 65-74 anni; 75-84 anni. Prevalenza: 0-44 anni; 45-59 anni; 60-74 anni; 75 anni ed oltre). Anche per la mortalità si registrano valori in assoluto più elevati, ad eccezione della classe di età 75-84 anni nella quale la mortalità maggiore si osserva, considerando le principali macroaree (Nord, Centro, Sud ed Isole), per il tumore del colon-retto, seguito al Nord ed al Meridione dal tumore per la mammella, mentre al Centro dal tumore del polmone.  
A livello nazionale, nel 2009, la proporzione della popolazione target (50-69 anni) che vive in un’area in cui è attivo un programma di screening mammografico è pari al 93,0%, mentre l’estensione effettiva, ovvero la proporzione della popolazione target realmente oggetto dell’invito, si attesta al 70,7%. Relativamente all’estensione effettiva si registrano, nello specifico, valori superiori all’80% al Nord ed al Centro, ma inferiori al 40% al Sud e nelle Isole. Considerando l’estensione teorica, invece, si registrano valori del 100% al Nord ed al Centro, mentre al Sud e nelle Isole si registrano valori  pari a circa il 77% anche se si osserva un considerevole incremento nel tempo (2000-2009). In generale, le differenze tra l’estensione teorica e l’estensione effettiva sono dovute alla fase pratica ed operativa di invito che risulta la più complessa.
 
- Per quanto riguarda l’ospedalizzazione per disturbi psichici, considerando l’arco temporale 2000-2009, si osserva, per entrambi i generi, una generale tendenza alla diminuzione dei ricoveri su tutto il territorio. Questa propensione alla riduzione dell’ospedalizzazione è dovuta, molto probabilmente, al miglioramento delle conoscenze epidemiologiche sui bisogni di salute mentale nella popolazione, all’efficacia degli interventi ed al potenziamento dell’integrazione dei servizi sanitari e sociali presenti sul territorio.
Analizzando le dimissioni per diagnosi principale secondo la classificazione per Aggregati clinici di codici, i ricoveri più frequenti per il genere femminile appartengono, in primis, al gruppo “Disturbi psichici affettivi”, seguito da “Ansia, disturbi somatoformi, dissociativi e della personalità” e da “Disturbi mentali senili ed organici”, mentre per il genere maschile i ricoveri più frequenti si osservano per “Disturbi psichici, schizofrenia e disturbi correlati”.
 
- Una caratteristica peculiare delle donne italiane è la tendenza ad effettuare un numero maggiore di esami in gravidanza (soprattutto ecografie). I dati, infatti, rilevano un eccessivo ricorso alla medicalizzazione se confrontato con quanto raccomandato dal protocollo nazionale per la gravidanza che prevede un massimo di 3 ecografie in caso di gravidanze fisiologiche. Nel 2005, il 49,6% delle donne ha eseguito da 4 a 6 esami ecografici, mentre il 28,9% un numero ≥7.

19 dicembre 2012
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