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Malaria. È la malattia tropicale più ‘importata’. In Italia notificati 3.633 casi. Dal Ministero nuova circolare su prevenzione controllo


Nel 41%  dei casi la malattia è stata importata dopo un viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato/missione religiosa. Dopo che quest’anno la Ue è stata dichiarata Malaria free in ogni caso è fondamentale non abbassare la guardia. Aggiornate le indicazione per le misure di prevenzione per i viaggiatori, per la sicurezza trasfusionale e le modalità di segnalazione. CIRCOLARE

29 DIC - Negli ultimi anni la diffusione della malaria nel mondo è stata notevolmente ridotta grazie all’attuazione di programmi di lotta e controllo promossi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Anche se nell'ultimo rapporto sulla situazione mondiale della malaria, pubblicato sempre dall'OMS, vengono riportati 95 paesi ancora con endemia malarica, circa 214 milioni di casi e 438 mila decessi.
 
L’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, nell’aprile 2016, ha comunicato agli Stati Membri l’eradicazione della trasmissione di malaria autoctona sul territorio della Regione Europea. Tuttavia, nelle aree tropicali e sub tropicali, la malaria rappresenta ancora la più importante malattia trasmessa da vettore.
 
Nei paesi non endemici la malaria continua ad essere la più importante malattia d’importazione, legata al numero crescente sia di viaggiatori internazionali sia di flussi migratori provenienti da aree endemiche.
 
Anche in Italia, come in Europa, la malaria è la malattia tropicale più frequentemente importata. Secondo dati epidemiologici recenti, relativi al periodo 2010-2015, i casi di malaria notificati sono 3.633, di cui 89% con diagnosi confermata. La quasi totalità di casi sono d’importazione, i casi autoctoni riportati sono stati sette. Tra i cittadini italiani si sono riscontrati il 20% dei casi, di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato/missione religiosa.
 
Queste le ragioni per cui il Ministero con una nuova apposita circolare  (le ultime linee guida erano del 1997) ha messo nero su bianco le misure di prevenzione e controllo in Italia.
 
“Questa malattia – si legge nel documento -  rappresenta dunque la principale fonte di preoccupazione da un punto di vista sanitario per le persone che si rechino in paesi tropicali e sub tropicali. Così come fonte di preoccupazione continuano ad essere i casi importati poiché in zone non più endemiche possono rappresentare serbatoi di infezione per vettori competenti presenti sul territorio e permettere il riattivarsi di una trasmissione locale, come avvenuto negli ultimi anni in Grecia. Le ultime Linee Guida per la prevenzione e il controllo della malaria risalgono al 1997; si è ravvisata, pertanto, la necessità di fornire raccomandazioni aggiornate”.
 
Nel documento, oltre ai dati sulla diffusione della malattia e sulla sua incidenza in Italia, la nota ministeriale riporta: - le misure di prevenzione per i viaggiatori diretti in aree ad endemia malarica; - le misure di prevenzione per la sicurezza trasfusionale; - le modalità di segnalazione dei casi, con l’indicazione della relativa procedura (comunicazione del caso da parte del medico dell’unità operativa del presidio ospedaliero – comunicazione da parte del presidio stesso al Ministero, all’ISS per la conferma di diagnosi, all’Assessorato Regionale alla Sanità e all’Azienda Sanitaria Territoriale – invio della risposta certificata di conferma di diagnosi da parte dell’ISS).

29 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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