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Def 2017. “Più risorse per la sanità nel prossimo Def e nella legge di Bilancio”. Il parere della commissione Sanità del Senato


Questa una delle nove osservazioni inserite dai senatori della XII commissione all'interno del parere favorevole. Tra queste anche l'individuazione di uno o più indicatori di salute individuale e collettivi, la certezza dei finanziamenti per un arco temporale di almeno un triennio, una tutela della salute uniforme da Nord a Sud del Paese, e il ripristino della natura dei ticket come strumento di regolazione della domanda e non come fonte di finanziamento del Ssn.

20 APR - Semaforo verde dalla commissione Sanità del Senato sul Documento di economia e finanzia per il 2017 varato nei giorni scorsi da Palazzo Chigi. All'interno del parere favorevole, però, i senatori della XII commissione hanno inserito nove osservazioni che spaziano da una richiesta di integrazione nella previsione programmatica della spesa sanitaria del prossimo Def e della futura legge di Bilancio, soprattutto per scongiurare che un ulteriore contingentamento delle risorse possa tradursi in una riduzione delle prestazioni nelle Regioni virtuose, fino all'individuazione di nuovi indicatori di salute individuale e collettiva e al ripristino della natura dei ticket come strumento di regolazione della domanda e non come fonte di finanziamento del Ssn. E ancora maggiori attenzioni per il personale del Ssn, una nuova governance del farmaco e idonei finanziamenti strutturali per la ricerca sanitaria.
 
Riportiamo di seguito le nove osservazioni inserite dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato:
1) la previsione programmatica della spesa sanitaria nel triennio 2018-2020, ancorché inserita in uno scenario di riduzione del deficit pubblico e di lenta crescita del PIL, è meritevole di opportune integrazioni nei documenti successivi (nota di aggiornamento al DEF 2017 e legge di bilancio 2018);
 
2) il Servizio sanitario nazionale può e deve ancora migliorare sul piano dell’ efficienza, della qualità, della appropriatezza e della trasparenza, ma ha consolidato, soprattutto in questi anni di contrazione di risorse pubbliche un modello di governance Stato/Regioni basato su regole e procedure idonee a garantire che la spesa sia sempre più prossima al costo di un servizio efficace, appropriato e di qualità. In altre parole, restrizioni di finanziamento, soprattutto nelle regioni più virtuose, potrebbero incidere sempre meno su prestazioni inefficienti ed inappropriate e determinare invece riduzione di offerta di prestazioni efficaci ed appropriate, aumentando le difficoltà di governo delle liste di attesa e di contenimento delle mobilità interregionali. La stessa comparazione tra tasso di crescita medio annuo della spesa sanitaria (1,3 per cento) e tasso di crescita del PIL nominale (2,9 per cento), con conseguente discesa dal 2019 e confermato nel 2020 del rapporto spesa sanitaria /PIL al 6,4 per cento (ulteriore incremento del gap con i paesi avanzati EU-15), comporta una restrizione ancora più marcata in termini di spesa reale, posto che l’indice dei prezzi del settore sanitario è sempre superiore all’indice generale dei prezzi al consumo;
 
3) in linea con la straordinaria innovazione di introdurre tra gli obiettivi di finanza pubblica indicatori di "benessere equo e sostenibile", pare matura l’opportunità di individuare uno o più indicatori di salute individuale e collettiva che corrispondano al meglio ai nuovi bisogni di cura ed assistenza, nonché di inclusione sociale, determinati dai grandi cambiamenti demografici ed epidemiologici (prevalenza di malattie cronico invalidanti) e dagli straordinari sviluppi delle biotecnologie in cui rientrano a pieno titolo i farmaci innovativi;
 
4) occorre altresì dare certezza di finanziamenti per un tempo adeguato (triennale), evitando riduzioni in corso d’opera come spesso è avvenuto, come anche quest’anno è avvenuto, determinando la necessità di interventi emergenziali sulle organizzazioni e sulle prestazioni che producono riduzioni di offerta e incertezze sulla gestione dei servizi. Più in generale, va garantita la piena esigibilità dei vecchi e nuovi LEA in tutte le regioni e in tutti i territori delle regioni considerando le peculiarità del tessuto socio economico e delle caratteristiche epidemiologiche e geografiche dei territori, anche superando al più presto la vigente procedura di verifica dell'erogazione dei LEA (cd. "griglia LEA") perchè poco sensibile nel rilevare l’effettiva erogazione dei LEA stessi;
 
5) il contrasto alle diseguaglianze e il sostegno all'inclusione sociale, al centro del welfare italiano, ha un terreno proprio anche nella tutela della salute individuale e collettiva, macroscopicamente evidente nel confronto Nord-Centro/Sud-Isole (e tra regioni sottoposte a commissariamento e non); un gap che richiede la programmazione di politiche di intervento sui fattori strutturali che lo determinano e lo mantengono nel tempo;
 
6) in questi contesti programmatici appare problematico restituire ai ticket la fisiologica funzione di regolazione della domanda in ragione dell’appropriatezza rendendo più eque le regole di esenzione, (gli inoccupati, ad esempio, attualmente non sono esenti,) essendo invece i ticketdiventati una robusta fonte di finanziamento del SSN (circa 3 Mld) ed essendo essi caratterizzati da effetti distorsivi quali l’indirizzo di prestazioni verso la sanità privata (superticket di 10 euro) o verso l’acquisto diretto delle stesse, farmaci compresi (spesa sanitaria privata verso il 2,2 per cento del PIL);
 
7) la spesa per redditi da lavoro dipendente per l’anno 2017 evidenzia un tasso di crescita, peraltro confermato nel triennio 2018/2020, che rende difficile lo sviluppo di politiche proattive nei confronti del personale. Le esigenze sono note: sblocco del turn over, stabilizzazione del precariato, adeguamento degli organici in tema di riposi e orario di lavoro, avvio di una positiva stagione dei rinnovi dei contratti e delle convenzioni, valorizzazione delle risorse umane (che sono strategiche per la diffusione di modelli di cura e assistenza multidisciplinari e multi professionali, per una efficace integrazione tra cure specialistiche ospedaliere e cure primarie territoriali e servizi socio assistenziali, per campagne di educazione e di informazione sui corretti stili di vita, sulle vaccinazioni, sugli screening oncologici prenatali, sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro);
 
8) occorre una nuova governance del farmaco e delle nuove tecnologie sanitarie fondata sull’appropriatezza delle indicazioni, sull’accessibilità, sulla sicurezza, sulla trasparenza ed autorevolezza delle fonti scientifiche, nonché sulla sostenibilità dei costi per evitare cadute dell’equità. Al riguardo, va meglio definita la mission dell’AIFA, soprattutto nel governo della spesa per i farmaci, con riferimento sia alla piena solvibilità del payback, oggi gravato da contenziosi con le imprese farmaceutiche, sia all’ambito dei farmaci innovativi con un pieno e tempestivo recupero di risorse derivanti da contratti di fornitura per costo/volume;
 
9) va incentivata con idonei finanziamenti strutturali la ricerca sanitaria, pura e applicata, in progettazione e produzione di tecnologie avanzate, di organizzazioni sicure ed efficaci, nonché in luoghi di cura sicuri, che promuovano l’umanizzazione e personalizzazione delle cure realizzando, quindi, gli obiettivi di un ritorno sicuro in termini di qualità e quantità di produzione e di buona occupazione in settori strategici.

20 aprile 2017
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