Vaccini. Di Segni: “Strumento di tutela della salute collettiva al quale non è lecito sottrarsi”. E a chi fa paragoni con le persecuzioni antiebraiche: “Si deforma la storia”
di Riccardo Di Segni
La libertà individuale non è assoluta ma va misurata rispetto alla libertà e al diritto alla salute degli altri cittadini e anche dei propri figli minorenni. In più occasioni recenti molte persone che si sono ritenute offese nei loro diritti hanno evocato e usato i simboli della persecuzione antiebraica per stabilire un paragone emotivo tra gli orrori nazisti e fatti recenti. Questi confronti si rivelano, nella migliore delle ipotesi, inopportuni, di gusto discutibile
18 SET -
Gentile Direttore,
come membro del Comitato nazionale per la Bioetica ho votato nell’aprile del 2015 la
mozione, ben attuale, sull’importanza delle vaccinazioni che mi trova del tutto d’accordo. Questo mi pone in evidente contrasto, sia dal punto di vista scientifico, che dal punto di vista etico politico, rispetto a coloro che ritengono la richiesta di vaccinazione da parte della sanità pubblica sia una violazione del diritto di libertà. La libertà individuale non è assoluta ma va misurata rispetto alla libertà e al diritto alla salute degli altri cittadini e anche dei propri figli minorenni. Il principio fondamentale di libertà non esclude certo che lo Stato legiferi secondo i principi della democrazia.
Dal punto di vista della mia tradizione religiosa parto dal principio che la tutela della salute personale e collettiva non sia solo un diritto ma un dovere al quale non è lecito sottrarsi, alla luce delle più aggiornate conoscenze scientifiche.
Inoltre, come ebreo, mantengo con dolore e rispetto la memoria delle vittime del nazifascismo e della barbarie da questo scatenata contro l’umanità. Purtroppo in più occasioni recenti molte persone che si sono ritenute offese nei loro diritti hanno evocato e usato i simboli della persecuzione antiebraica per stabilire un paragone emotivo tra gli orrori nazisti e fatti recenti. Bisogna essere molti cauti in questi confronti che si rivelano, nella migliore delle ipotesi, inopportuni, di gusto discutibile e deformanti la storia e la memoria.
Rav. Dr. Riccardo Di Segni
Rabbino Capo di Roma
18 settembre 2017
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