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Vaccini Covid.  Farmindustria da Giorgetti giovedì, per verificare possibilità di produzione in Italia


Lo ha anticipato all’Ansa il presidente dell’associazione delle aziende farmaceutiche italiane: "Siamo stati contattati ieri dal ministro Giorgetti per fare il punto della situazione sulle possibilità di produrre i vaccini anti-Covid in Italia. Stiamo facendo una ricognizione tra le aziende a noi associate per vedere chi ha le macchine adatte (i bioreattori) per partecipare eventualmente alla produzione".

22 FEB - Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti incontrerà giovedì prossimo al Mise alle 14:30 il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi per un primo confronto sulla possibilità di produrre in Italia il vaccino anti Covid.
 
"Siamo stati contattati ieri dal ministro Giorgetti per fare il punto della situazione sulle possibilità di produrre i vaccini anti-Covid in Italia". Lo ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.
 
"Noi spiegheremo come si produce un vaccino e quali sono i tempi. - ha aggiunto - Adesso stiamo facendo una ricognizione tra le aziende a noi associate per vedere chi ha le macchine adatte (i bioreattori) per partecipare eventualmente alla produzione".
 
"La produzione di un vaccino non è come realizzare altri farmaci: un vaccino è un prodotto vivo, non di sintesi, va trattato in maniera particolare. Il vaccino deve avere una bioreazione dentro una macchina che si chiama bioreattore. Insomma, non è che si schiaccia un bottone ed esce la fiala, da quando si inizia la produzione passano 4-6 mesi", ha sottolineato Scaccabarozzi specificando che questo iter di produzione verrà chiarito nell'incontro con il ministro Giorgetti.
 
Per produrre i vaccini anti-Covid in Italia, "bisogna intanto sapere che cosa si vuole produrre. Ci sono due fasi, la prima riguarda la produzione della sostanza: cioè produco l'RNA, la proteina, il virus dello scimpanzè, a seconda dei vaccini. Per farlo ci vogliono i bioreattori ma in Italia non ci sono gli impianti. Solo Gsk ha i bioreattori, ma non per il vaccino anti-Covid, bensì per il vaccino contro la meningite che è batterico. Reithera ce l'ha ma non credo per fare milioni di dosi. La seconda fase riguarda l'infialamento e da noi molte aziende possono farlo". Lo ha detto Rino Rappuoli, direttore scientifico di Gsk.
 
Fonte: Ansa

22 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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