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Fse. Il documento del gruppo di studio Sit-Cnr. "Per una sanità elettronica armonica e sostenibile"


L'obiettivo del testo è fornire una visione organica e variegata sulla situazione attuale e sui possibili sviluppi futuri del Fse. Ampia parte è dedicata agli aspetti legati alla privacy e agli strumenti di e-healt. IL MANIFESTO SIT-CNR

26 NOV - Una riflessione a trecentosessanta gradi sull’attuale Fascicolo sanitaria elettronico (Fse) e sui suoi possibili sviluppi futuri, con particolare attenzione verso le criticità da risolvere. E’ questo il senso complessivo del documento di riflessione sull’Fse elaborato dal gruppo di studio congiunto Sit & Lavse Cnr che sarà presentato domani, mercoledì 27 novembre, in occasione dell'8° Forum risk management in sanità di Arezzo.

“E' un documento complesso di un centinaio di pagine, suddiviso in quattro parti – ha spiegato Giancarmine Russo, segretario generale della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica (Sit) – frutto del lavoro congiunto di un apposito gruppo di studio da noi istituito tra esperti della Sit e quelli del Laboratorio virtuale di sanità elettronica del Cnr che offre molti elementi di riflessione sull'attuale fascicolo proposto e su i suoi possibili sviluppi futuri, attento alla vision che noi abbiamo sempre avuto di una sanità elettronica armonica e sostenibile, a misura di medico e di paziente, come enunciato dal presidente Gensini nel manifesto italiano della medicina e della chirurgia telematica di Firenze 2010, in cui il primato della clinica e della personalizzazione delle cure pongano il paziente al centro del sistema assistenziale, e da lui ribadito anche nell'allegata presentazione al documento di riflessione proposto”.

Nella prima parte del documento viene esaminata la situazione italiana ed internazionale, nella seconda vengono analizzati i requisiti fondamentali che il fascicolo dovrebbe avere e le criticità degli attuali fse, nella terza parte vengono esaminati gli aspetti tecnologici e quelli legati alla privacy, oltre ai possibili sviluppi degli strumenti di e-health, mentre nell'ultima parte, quella propositiva, vi sono le raccomandazioni finali.

“Ho accettato volentieri l'invito rivoltomi dalla Sit – ha sottolineato Fabrizio L. Ricci del Lavse del Cnr di Roma – a coordinare questo apposito gruppo di studio sul fse, in quanto riteniamo che, nonostante siano passati quasi sette anni dal progetto Mattoni e stia per iniziare la sua reale implementazione nei vari sistemi sanitari regionali, le criticità da risolvere siano ancora molte ed abbiamo provato ad indicarle in una serie di raccomandazioni poste nell'ultima parte del documento che, nella sua versione finale, ritengo possa vedere la luce entro fine anno”.

Gian Franco Gensini, presidente della Sit, racconta la sua iniziale reazione verso la costituzione del gruppo di studio. “Ancora l'Fse? Se ne parla da oltre sei anni ed ormai siamo in fase di implementazione: perché un altro gruppo di studio? Fu questa la riflessione che mi venne spontanea”. Ma i dubbi vennero immediatamente dissipati. “Poi, nel corso della discussione consiliare che ne seguì, mi resi conto subito che non solo il gruppo di studio era utile, ma indispensabile se volevamo realmente che questo nuovo strumento che l'e-Health ci offriva andasse nella direzione da noi enunciata nel Manifesto italiano della medicina e della chirurgia telematica di Firenze 2010: una sanità elettronica, armonica e sostenibile, a misura di medico e di paziente, rispettosa della sua privacy, in cui sia riaffermato il primato della clinica che dovrebbe guidare qualsiasi processo di cura”.

In base a quanto evidenziato nel manifesto sul Fse, prodotto dal gruppo di studio congiunto, il valore primario del Fascicolo sanitario elettronico risiede “nella capacità di stimolare un ambiente collaborativo tra i cittadini e i professionisti sanitari e sociali, coordinando e interconnettendo i vari processi di diversa tipologia agenti sul paziente, per dar luogo ad un processo globale di prestazioni socio-sanitarie. Allo scopo facilita la gestione e la condivisione delle informazioni da parte di tutti i professionisti, anche riuniti in gruppi funzionali, nell’ambito di percorsi di cura condivisi”. Insomma, una sfida impegnativa che vale la pena perseguire. Tenendo però ben presente le implicazioni legate alla privacy, in quanto neI complesso il Fse deve facilitare la sua utilizzazione “a fini di ricerca scientifica, epidemiologica e di ricerca e rielaborazione delle informazioni senza causare alcun danno o limite alla tutela del trattamento del dato personale”.
 

26 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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