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I Tecnici di radiologia e il pericolo delle norme interpretate ‘ad personam’

di Giuseppe Squilla

27 FEB - Gentile direttore,
questo weekend elettorale, per noi Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, è stato un fine settimana travagliato.
Il perché chiaramente non è legato al risultato elettorale, ma all’ennesimo attacco alla nostra figura professionale. Attacco che vede i fatti accaduti a Lucca al centro della discussione della totalità dei Tecnici italiani.

“Riscrivere chi siamo”  si evince dalla lettera del nostro Presidente, tramite il comunicato che anche voi avete pubblicato.
Tranne i diretti interessanti nessuno è chiaramente a conoscenza di come si è giunti alle denunce, quindi, io provo a fare una ulteriore analisi dello “stato dell’arte”.

Un proverbio campano conosciuto in tutta Italia, “cornuti e mazziati”, sintetizza la reale situazione di noi professionisti dell’area radiologica e della radiologia complementare.

Non credo che il magistrato possa aver pensato che dopo il percorso di studio, di tirocinio e Master, tralasciamo la formazione continua, il Tecnico di Radiologia non sia in grado di fare il proprio lavoro.

Se una richiesta è stata giustificata dal medico prescrittore noi eseguiamo l’esame dando al medico refertante la possibilità di fare diagnosi. Nel caso di dubbi é nostra abitudine interagire con il medico radiologo. Ma qualcosa si era già mossa nel lontano giugno 2008, in quella data sulla rivista medico legale apparse questo articolo: “Le modifiche degli ambi di competenza delle professioni sanitarie nell’evoluzione legislativa: necessità di specifico monitoraggio normativo con particolare riferimento all’area radiologica.” di Landuzzi,Taroni,Cicognani e Cimino ( Medici operanti in Medicina legale presso strutture Emiliane).
Lettura interessante e soprattutto preoccupante. Sottolineo che altri anatomopatologi si trovano in netta discordia sulle tesi scritte, avendo sentito, in alcuni congressi riferimenti a tale articolo. Se cosi fosse,  e la magistratura dal canto suo emanasse una sentenza di condanna, ci troveremo in una situazione di blocco di tutte le pratiche radiologiche e non solo.
 
Sorge spontanea la domanda: benché “il TSRM sia l’operatore sanitario abilitato a svolgere in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, su prescrizione medica tutti gli interventi che richiedono l'uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti, sia artificiali che naturali, di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare nonché gli interventi per la protezionistica fisica o dosimetrica”, mi si spieghi come altre figure professionali possano essere a noi sostituiti, e quindi noi non essere assolutamente presenti durante l’utilizzo e la produzione di radiazioni ionizzanti.
Vorrei solo mettere in evidenza la lettera della Federazione Nazionale del 10 febbraio 2010, dove viene ribadito chiaramente il nostro ambito e profilo professionale. Ma questo anche alla luce della legge  187 del 2000 "Attuazione della direttiva 97/43/Euratom in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche".
Questa legge determina e specifica in modo chiaro gli ambiti di competenza e non solo.

Si fa riferimento e si da mandato all’Istituto Superiore di Sanità, di emanare delle linee guida per quanto riguarda il campo radiologico e della radiologia complementare, cosa che viene fatta puntualmente nel 2007 “LINEE GUIDA PER LA GARANZIA IN RADIOLOGIA DIAGNOSTICA E INTERVENTISTICA” e nel 2010 “LINEE GUIDA PER UN ELABORAZIONE DI UN MANUALE DI QUALITA’ PER L’UTILIZZO DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E RADIOLOGIA INTERVENTISTICA”.
Chiaramente nessuno ne ha preso atto se non gli operatori medici e non dell’area radiologica, gli altri si sono fatti le regole a loro uso e consumo, e tra questi il G.I.S.E. (Società Italiana di Cardiologia Invasiva) e non ultime le Regioni, Lombardia in particolare,  in quanto ha utilizzato uno strano tipo di requisito per accreditare i laboratori di cardiologia interventistica ed aritmologia non ultimo le sale operatorie dove sono presenti apparecchiature radiologiche.

In sostanza si denunciano dei TSRM mentre svolgono con diligenza il loro lavoro e si permette ad un numero imprecisato di laboratori sopra citati di lavorare fuori dai dettami legislativi.
Vorrei ricordare uno stralcio della comunicazione dell’ufficio competente della regione Lombardia: “Riclassificazione per l’attività di Emodinamica (e non solo aggiungerei), punto 6: relativamente al requisito organizzativo “E’ presente almeno un tecnico sanitario di radiologia per turno?”, lo stesso è da intendersi assolto dalla presenza del tecnico all’interno dello stabilimento/struttura.”
Si evince dai comportamenti e dalle interpretazioni (l’Italia è famosa per le interpretazioni ad personam delle normative) che della normativa possiamo farne a meno.

A cosa serve aver fatto una miriade di leggi, se un qualsiasi burocrate può dichiarare che tutto è perfetto se all’interno della struttura è presente un solo tecnico, magari in quel momento occupato a svolgere la sua attività lontano  dal sito in questione.
Non solo questo è illegale se si ha una sola sala angiografica, pensi quando queste sale sono 6 o 7 ed oltre.
Cosa facciamo?
Qui non interviene nessuno.
Nessuno controlla l’operato di tali “controllori”?
Perché si continua ad avere corsi di laurea in scienze radiologiche se poi non si fanno lavorare questi laureati.
Il nuovo accordo stato/regione prevede un ampliamento del corso di laurea con un ulteriore anno (3+1), che per strana coincidenza riguarda la specializzazione in radiologia complementare in emodinamica e aritmologia.
Quindi la mia proposta, Signori Magistrati e di andare anche a controllare tutte le Cardiologie Interventistiche, Aritmologie e sale operatorie d’Italia in modo tale da decidere cosa occorre fare.
Il rispettare i dettami della normativa non è una richiesta “classista”, ma é dare la possibilità a tutti i professionisti che operano nell’ambito sanitario di svolgere il proprio lavoro e dare al cittadino paziente il meglio in campo di sicurezza e radioprotezione, ambito ancora sconosciuto a molti.
 
 
Cordialmente.
 
 
Giuseppe Squilla
Coordinatore T.S.R.M.
Radiologia diagnostica e interventistica.

27 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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