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Il dibattito sulle Asl. Per i Dg si paventa solo il “bastone”. E la “carota”?

di Enzo Chilelli

04 LUG - Gentile Direttore,
un modo di dire siciliano recita: “Schizza, schizza merda, qualcosa resta attaccato”. A voler dire che se copri una persona, in questo caso una categoria, di sterco, qualcuno finirà per credere e per trovare comunque qualcosa da ridire sulla stessa. Ma non è un bel modo di fare chiarezza sulle questioni. Per questo, dico, innanzitutto, che se qualcuno fosse effettivamente a conoscenza di fatti legati a dolo e malaffare può segnalarli a noi e alla magistratura per le indagini del caso.
 
Rispetto all’ultimo intervento a firma del Prof. Gianfrate apparso su Quotidiano Sanità, mi stupiscono il tono acre e la mancata conoscenza di alcuni aspetti fondamentali della figura del manager della sanità pubblica.
Si mette in discussione l’operatività monocratica del Direttore generale che opererebbe in assenza di collegialità. Evidentemente deve essere sfuggita la presenza di alcuni organismi attivi nelle Aziende sanitarie come le Commissioni interne, i Comitati etici, le Conferenze dei Sindaci, le Consulte con le Associazioni, ecc.
 
Per essere un organo monocratico, possiamo assicurare che si confronta democraticamente con molti soggetti e poi decide assumendosi le responsabilità e le conseguenze del caso. Come è proprio di tutti i manager in qualunque settore questi siano. Con una piccola differenza, tutti gli altri manager “scelgono” i propri clienti e con chi fare business, il manager di un’Azienda del SSN – sulla base dell’articolo 32 della Costituzione – è tenuto ad organizzare e fornire assistenza per tutti i cittadini.
 
Detto questo, non si comprende cosa si voglia proporre in alternativa.
Per quanto riguarda il malaffare, ricordando quanto anticipato sopra, invito a leggere meglio la cronaca e ad evitare di citare malefatte prodotte da altri soggetti che non sono certo direttori di Aziende sanitarie. Inoltre, analizzando i fatti, si scoprirebbe che in 20 anni di aziendalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, il tasso di malaffare, all’interno delle categorie “direttore generale, sanitario, amministrativo di ASL o AO”, è ridicolo rispetto ad altri. Ma forse, ripeto, leggendo la cronaca dei giornali capita di far confusione.
 
Così come si deve aver fatto confusione rispetto agli elementi di deterrenza, legati alla responsabilità personale. Infatti, questi già esistono e sono uno dei problemi quotidiani con il quale ogni Direttore Generale si confronta nelle scelte che opera. Senza contare che, contrariamente a quanto affermato, il Direttore generale ha un contratto di tipo privato, terminato il quale torna a fare quello che faceva in precedenza (portandosi dietro, però, le denunce e le conseguenze dell’operato precedente).
 
Il mio invito, quindi, è quello di tenere ben presenti le leggi che, ad oggi, regolano l’istituzione delle Aziende sanitarie e la scelta dei Direttori generali. I Direttori generali attuano scelte che la politica regionale ha approvato (e per l’attuazione delle quali sono stati scelti). Se il tuo datore di lavoro immagina una sanità regionale dove i piccoli e inefficienti piccoli ospedali devono essere chiusi, dopo che li hai fatti chiudere riconvertendo e riorganizzando i servizi, devi anche pagare i danni?
 
Infine, mi soffermo su alcune affermazioni. Da una parte si dice che “il timore della sanzione, come noto, rallenta i cambiamenti spingendo a un prudente conservatorismo” dall’altra si aggiunge che “Va perciò bilanciato da incentivi al risultato altrettanto “potenti”” e che questo renderebbe “maggiori considerazione e riconoscimento economico e reputazionale”. Non nascondo lo stupore nel leggere queste frasi. Bisognerebbe avere una visione più ampia e ragionata dell’aziendalizzazione invece di procedere con proclami che renderebbero anche il Savonarola un pivello senza spirito…
 
Ma quello che non capisco è: considerato che si è solo parlato del “bastone” con il quale punire questi infidi soggetti che quotidianamente speculano sulla nostra salute, quale sarebbe “la carota” che si propone? Quali gli incentivi?
E con questa lettera, gentile Direttore, auspico di chiudere una diatriba sterile, sperando di trovare punti di confronto e dibattito con gli altri interlocutori sulle molte novità in arrivo sul fronte delle politiche sanitarie.
 
Enzo Chilelli
Direttore Generale di Federsanità ANCI
 
P.S.: A proposito di reputazione, le segnalo che mentre di ogni Direttore Generale è ormai disponibile sui siti delle Aziende dirette il CV e la retribuzione, stupisce che sul sito dell’università di Ferrara non c’è traccia di CV, di pubblicazioni, ecc., il vuoto. Un po’ poco per uno che rivendica chiarezza e trasparenza dagli altri! Chissà cosa ne pensano i suoi studenti?

04 luglio 2014
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