“Gruppi digitali territoriali” per le professioni sanitarie
07 GEN -
Gentile Direttore,
le scrivo a nome dei 12 mila professionisti iscritti alla pagina Facebook “Professioni Sanitarie Unite”, nata appena un mese fa. E che si stanno organizzando in rete attraverso i "gruppi digitali territoriali". Dai ritardi del comma 566 della Legge di Bilancio 2015 ad oggi, è cresciuta la consapevolezza delle professioni sanitarie circa gli ostacoli che ne impediscono un reale progresso. Tale consapevolezza è più che mai presente nell'attuale perdurare dell'epidemia di Covid-19 e dopo la Finanziaria 2021 che stanzia esigue risorse rispetto ai medici.
Ma non solo. Ci si aspettava di più anche dalla riforma degli Ordini ex Legge n.3/2018 e dai sindacati, dove la partecipazione nelle assemblee dei primi e l'adesione agli scioperi dei secondi si attesta intorno al 10%.
In tale contesto sociale, occorre un modello bottom-up capace di elaborare nuovi modelli organizzativi partento dalla base dei professionisti. L'occasione del momento sono le piattaforme digitali, unite però a contesti informali dove le idee e le esperienze sul campo prevalgono sulle incerte democrazie rappresentative istituzionali di categoria.
Lo scopo è la creazione di "gruppi digitali territoriali" capaci non solo di captare le sacrosante rivendicazioni della base, ma soprattutto di dimostrare con i dati quanto siano efficienti per la sanità modelli organizzativi innovativi o di sviluppo tecnologico quali telemedicina e teleassistenza. Senza distinzione tra pubblico e privato, i "gruppi digitali territoriali" potrebbero costituire una rete sia locale che interregionale di confronto per poi arrivare a proporre ai decisori politici il meglio in termini di efficienza ed efficacia sanitaria.
In pratica, stiamo cercando di sperimentare nuovi modelli attrattivi per i professionisti sanitari che oggi non si riconoscono quali "portatori di interessi" nelle classiche istituzioni (spesso corporative). E piuttosto vi preferiscono contesti dove le capacità tipiche dell'essere professioni intellettuali siano davvero messe alla prova sul campo.
Graziano Carchia
Movimento Professioni Sanitarie Unite
07 gennaio 2021
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