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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Riforma 118. Infermieri Nursind, Vigili del fuoco e Polizia: “Il problema è la chiusura ospedali e l’assenza di risposte sul territorio”

immagine 13 luglio - Così in una nota congiunta, per le professioni infermieristiche del sindacato Nursind; per i Vigili del fuoco Conapo, Confsal, Fns-Cisl e Uil-PA; e per la Polizia di Stato Siulp e Sap. L'appello alla Fnomceo è quelli di concentrarsi su queste problematiche e non sulle polemiche per sostenere la presenza di un medico su ogni ambulanza.
"Rappresentiamo una congrua parte di quei lavoratori che esprimono competenze elevatissime nell’ambito dell’ordine pubblico, del soccorso tecnico urgente e dell’emergenza sanitaria territoriale; l’unione sindacale che ci vede in prima linea sul tema del numero unico 112 si basa sui disservizi segnalatici nel tempo dai cittadini. Sono da noi lontane anni luce le guerre di posizione in favore di una o dell’altra categoria professionale, per questo esprimiamo il nostro dissenso con la Federazione dell’Ordine dei Medici, la Federconsumatori e con il Presidente della Società Italiana dei Sistemi 118".
 
Così in una nota congiunta per le professioni infermieristiche il sindacato Nursind; per i Vigili del fuoco Conapo, Confsal, Fns-Cisl e Uil-PA; e per la Polizia di Stato Siulp e Sap.
"Può forse qualcuno di questi soggetti affermare che le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco non salvino vite? Certamente no, dunque perché dovrebbe essere riattivato solo il numero 118 e non gli altri? La risposta è che nessuno dei numeri tradizionali può essere ripristinato in forza della Legge 124/2015 (Madia) che ne ha imposto il superamento in favore del numero unico. Il 112 nacque per superare la frammentarietà della giungla di numeri in cui il cittadino doveva districarsi prima della sua attivazione e sbaglia di grosso il Presidente Balzanelli ad affermare il contrario; dovrebbe altresì chiarire se parla a nome della SIS 118 o, come afferma l’AREU Lombardia, a titolo personale.

Riteniamo che lo scandaloso modello organizzativo del call center laico (non abbiamo altri modi per definirlo) debba essere rivisto, coinvolgendo assieme al Ministro della Salute, il Ministero dell’Interno e dello Sviluppo Economico, questi ultimi, di quell’accordo furono i principali artefici quasi dieci anni fa", prosegue la nota.

"Nel sostenere nuovamente la necessità di centrali operative interforze presidiate con pari dignità dagli enti del soccorso pubblico, inviteremmo Federconsumatori, l’Ordine dei Medici Nazionale e i sindacati affini ad adoprarsi al nostro fianco ed invece di sostenere la presenza di un medico su ogni ambulanza (ma non ce n’erano troppo pochi?) ad usare pari veemenza contro la chiusura degli ospedali e l’assenza di risposte territoriali adeguate. La nostra componente sindacale può dimostrare senza tema di smentite che tre chiamate su quattro alle centrali operative sanitarie sono di pertinenza del medico di famiglia o della guardia medica e sono il risultato di ambulatori aperti per tre ore al giorno", concludono i sindacati.
13 luglio 2019
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