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Sanità territoriale. “Distretti sempre aperti a tutela della salute delle comunità”. Al via il XVIII Congresso Nazionale CARD 


“Il Distretto e le Comunità. Verso nuove alleanze a favore delle fragilità e della continuità di cura” il titolo del Congresso che si svolgerà dal 29 al 31 ottobre in versione digitale. Dal futuro dei Distretti alle Case della salute, agli ospedali di comunità fino ai servizi residenziali per anziani, alcuni dei temi affrontati. Volpe: “Senza la concretezza di nuove risorse, strumenti, poteri, mandati di funzioni per i Distretti è difficile pensare a un cambio di passo nei servizi territoriali”

27 OTT - “Lo abbiamo più volte ribadito, siamo convinti che senza i Distretti non potrà esserci ‘una nuova sanità territoriale’. E questo Congresso sarà una nuova occasione per tornare a parlare del ruolo e della funzione dei Distretti, dei servizi territoriali, dell’integrazione sociosanitaria. Aspetti diventati durante questa pandemia una priorità assoluta. Non possiamo però nascondere la nostra preoccupazione: a fronte di molti segnali incoraggianti arrivati dalle Istituzioni, poco ci sembra stia accadendo anche in termini di soli annunci di revisione degli assetti regionali dei servizi sanitari. È ovvio che se un cambiamento dovrà esserci saranno comunque le Regioni a doverlo decidere, pur se esisteranno indicazioni nazionali. Vorremmo però un risultato finale ben diverso dal mantenimento dello status quo o da cambiamenti gattopardeschi”.
 
Cosi Gennaro Volpe presidente della CARD - la Confederazione Associazioni Regionali di Distretto – si prepara al Congresso nazionale della Società scientifica delle attività territoriali che aggrega gli operatori di tutti i ruoli dei Distretti Sanitari e Sociosanitari italiani. Un congresso intitolato “Il Distretto e le Comunità. Verso nuove alleanze a favore delle fragilità e della continuità di cura” che quest’anno si svolgerà dal 29 al 31 ottobre in versione interamente digitale.
 
“Sarà un Congresso importante, data l’epoca in cui si svolge – ha spiegato Volpe – ci siamo preparati con cura per la nuova modalità on-line, ma non si può nascondere che lo svolgimento in remoto genera in noi sia emozione che preoccupazione. I nostri Convegni annuali nazionali si sono sempre svolti con ritmi serrati e con un’ampia presenza in sala e costante partecipazione di tutti ai lavori. Quest’anno ci mancherà molto la possibilità di vivere insieme quelle atmosfere. Ma auspico che saranno molti i professionisti che lavorano sul territorio a seguire i lavori, perché ora più che mai è fondamentale dare un segnale forte sulla nostra capacità di esserci sempre e comunque”.
 
Mai come oggi il Distretto diventa punto di snodo strategico per la sanità territoriale. E proprio nel cosiddetto Decreto di agosto, le cui misure urgenti coinvolgono anche la sanità, spicca il potenziamento del Distretto, il quale assume una valenza territoriale sempre più forte.
Ma avverte Volpe: “Senza la concretezza di nuove risorse, strumenti, poteri, mandati di funzioni per i Distretti è difficile pensare possa accadere un cambio di passo nei servizi territoriali, di un forte impatto migliorativo per le Comunità ed i residenti. Il Distretto – ha aggiunto – serve quando riesce a dare servizi di prossimità, di proattività, di facile accesso e buona continuità, integrati con tutte le risorse dei singoli territori.”
 
Per la Card non è stato semplice mantenere l’appuntamento annuale che avrebbe dovuto svolgersi a Milano nel maggio scorso. Purtroppo, hanno spiegato Paolo Da Col e Antonio Trimarchi del Centro Studi Card “l’emergenza pandemica ci ha imposto di rimandare ad ottobre, ma siamo orgogliosi di non aver sospeso un evento annuale importante per tutta la comunità professionale dei Distretti”.
 
“Dato che non esiste la ‘distrettuologia’, ovvero una disciplina che può fungere da fattore associativo forte, fonte di identità professionale – hanno sottolineato Da Col e Trimarchi – noi dobbiamo puntare sulla capacità di aggregare in quanto rappresentiamo e gestiamo la multidisciplinarità, la multiprofessionalità, la multisettorialità dei nostri soci, creando su questi elementi il senso di appartenenza. Del resto questo ad ogni nostro evento annuale si conferma: è la comunanza del lavoro territoriale, dei target di fragilità e complessità che ci unisce. Potremmo dire che ci caratterizza e lega la prassi più che la dottrina. Ed ancora, un’attività svolta praticamente sempre in un ambito di servizio pubblico a favore non solo dei singoli individui, ma delle comunità e dei territori in cui vivono”.
 
I Distretti, per definizione, operano nei territori, luoghi di vita e di lavoro. E chi lavora nei distretti, sottolineano Da Col e Trimarchi “ne condivide gli aspetti culturali, sociali, antropologici; ne assume tradizioni, usi e costumi, non con spirito conservatore di retroguardia, ma come elementi che danno forza, identità, apportano risorse relazionali. È noto l’attaccamento di moltissimi alla propria municipalità, al proprio Comune. Dieci milioni di Italiani vivono nei 5mila (degli 8mila totali) Comuni italiani con meno di 5mila abitanti. Un dato da tenere ben presente quando si parla di sanità territoriale. Secondo noi – proseguono – là si sviluppa inevitabilmente un forte senso di Comunità, di cui il Distretto deve tenere conto. I servizi sanitari o, meglio, i servizi per la salute nei territori e per la cura delle persone dovrebbero valorizzare e non trascurare questi aspetti, anche con le figure degli operatori di Comunità (infermiere, fisioterapista, ostetrica). La Comunità può essere elemento di cura, risorsa per l’auto-mutuo aiuto, interprete dei bisogni e della valutazione degli esiti dei servizi. Oggi giustamente si invocano nuovi capitali economico-finanziari per i servizi sanitari dei territori, ma questi dovranno trovare il modo di far crescere anche il capitale sociale. Quindi servono più soldi, ma anche e prima più relazioni, innanzitutto a livello di Comunità”.
 
I lavori congressuali. Circa 40 presentazioni, una lettura magistrale e due tavole rotonde. Questi saranno i momenti clou della kermesse virtuale. A dare il “la” il giorno dell’apertura del Congresso in modalità digitale, la lettura magistrale del Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, membro del Comitato Scientifico. Seguiranno poi due tavole rotonde, la prima per capire in che modo CARD può creare o potenziare alleanze verso una sanità territoriale più forte e coesa; la seconda, per imparare dagli esperti come praticare in modo innovativo la promozione e protezione della salute. Nella giornata successiva ci sarà la maratona dei contributi inviati dagli operatori dei Distretti delle varie Regioni. “È una tradizione consolidata di CARD dare spazio e tempo di ascolto alla presentazione di esperienze locali – hanno aggiunto – selezionate in quanto good o best practice da diffondere. Riteniamo siano occasioni per motivare e tonificare gli operatori, il loro orgoglio professionale. Ci fanno toccare con mano quante buone capacità, conoscenze, pratiche esistono. Potremmo dire che è una giornata dedicata veramente alla ‘patient centred care’”.
 
“La giornata di chiusura vedrà protagonista il tema delle cure primarie. “Avremo un intervento di un General Practitioner inglese – hanno concluso Da Col e Trimarchi – che ci racconterà come hanno affrontato la questione dell’integrazione sociosanitaria, che, come quello dei Distretti, sta riconquistando l’attenzione di molti. La sessione conclusiva si concentrerà sulle Case della salute, gli ospedali di comunità e i servizi residenziali per anziani. Tutti temi attualissimi. Insomma il programma, preparato mesi prima dell’epidemia, rimane valido, a testimonianza che le tante questioni territoriali affrontate dai Distretti hanno alle spalle una lunga storia di loro competenze, capacità di analisi e di ricerca di soluzioni”.

27 ottobre 2020
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