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Caso Ilva. Dati shock: +42% per i tumori maligni nelle zone più vicine


Sembrerebbe dirlo un nuovo studio, inserito nella perizia epidemiologica per il giudice delle indagini preliminari, con dati che arrivano fino al 2010: i picchi superano il 40% per i tumori e il 60% per le patologie respiratorie. Ma il Ministro Clini replica: “Sono dati manipolati”.

21 SET - Appena qualche giorno fa i dati di Sentieri, progetto finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Iss, che offre l’analisi geografica della mortalità tumorale sul periodo 2000-2004, erano stati bollati come troppo vecchi per essere attendibili dal Ministero della Salute. Lo stesso certo non si potrà dire di una più recente ricerca del Dipartimento di epidemiologia SSR Lazio, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dell’Università di Firenze, apparsa su Epidemiologia e prevenzione che sta già facendo discutere: lo studio è stato condotto su dati relativi al periodo 1998-2010, e contiene risultati che sembrerebbero ancora peggiori di quelli precedentemente diffusi.

Secondo la ricerca, la mortalità per tumori maligni sarebbe aumentata non del 10%, ma fino al 42% nelle zone più vicine allo stabilimento Ilva; più fortunati, invece, i residenti più lontani dagli impianti per i quali la percentuale sarebbe salita ‘solo’ dell’8%. I dati dello studio sono gli stessi della perizia depositata nell'incidente probatorio, chiuso il 30 marzo, dell'inchiesta sull'Ilva per disastro ambientale. Ma il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini rilancia: “I dati sono manipolati, non sappiamo ancora se ci sia relazione tra l’aumento della mortalità e la presenza dell’industria”.
 
Eppure lo studio – che comunque è preliminare – sembrerebbe effettivamente rilevare un aumento piuttosto importante della mortalità e delle ospedalizzazioni per malattie dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e per tumori, soprattutto nei quartieri più vicini alla zona industriale e per le persone meno abbienti. La ricerca è stata condotta su un campione decisamente numeroso: 321.356 persone di cui 157.031 maschi e 164.325 femmine, residenti dal 1998 al 2010 nella zona di Taranto. “L’analisi per livello socioeconomico ha messo in evidenza un differenziale rilevante per entrambi i sessi – scrivono gli autori sullo studio – per mortalità/morbosità totale, cardiovascolare, respiratoria, malattie dell’apparato digerente, tumori (in particolare stomaco, laringe, polmone e vescica) con eccessi nelle classi più svantaggiate. Anche dopo aver tenuto conto del livello socioeconomico, sono emersi tassi di mortalità e ospedalizzazione più elevati per alcune patologie per i residenti nelle aree più vicine alla zona industriale: quartieri dei Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli e Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e il comune di Statte”.

Impressionanti i numeri: la mortalità generale nei quartieri limitrofi agli impianti vede una crescita anche del 27%, mentre per quelli più lontani si ferma all’8%; quella per tumori maligni del 5-42%, sempre a seconda della distanza; quella per le malattie cardiovascolari di una percentuale che varia tra il 10 e il 28 per cento; quella delle malattie respiratorie dell'8-64%.
 
Tuttavia, oggi il Ministro dell’Ambiente Clini ha tenuto a precisare che “l’unica cosa evidente è che si stanno manipolando dati incompleti per creare una pressione sulla popolazione''. Aggiungendo poi che sono stati presentati appena due giorni fa i dati del progetto Sentieri, ma ribadendo chiaramente che si tratta di dati preliminari e ricordando che "non è possibile oggi dire con sicurezza che c'è una relazione tra le attività industriali attuali dell'Ilva e lo stato di salute della popolazione".
Di sicuro – e su questo Clini ha perfettamente ragione – è che tutti i dati diffusi non sono completi. “Lo studio usa solo parte di tutta la mole di dati rilevati dai periti della magistratura”, hanno infatti assicurato anche dall'Associazione italiana di Epidemiologia, che poi aggiunge però: “Presto pubblicheremo due nuovi lavori che forniranno ulteriori dettagli su tutta la vicenda”.

21 settembre 2012
© Riproduzione riservata

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