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Science. Ricerca: la Top 10 delle scoperte dell’anno. Al primo posto il "bosone di Higgs"


E' la particella scoperta al Cerm ad aggiudicarsi il primo posto tra le ricerche più importanti del 2012. Ma la genetica è la protagonista con 3 studi su 10. Dal progetto Encode, all' ingegneria sul Dna fino al genoma di un’antenata dell’Homo Sapiens, vissuta 50 anni fa. E poi fertilità, struttura delle proteine e storia del braccio robotico comandato col pensiero.

26 DIC - Si avvicina la fine di questo 2012 ed è tempo di classifiche, anche per le riviste scientifiche. Dopo quella di Nature che indicava i dieci personaggi che incarnavano ognuno una storia importante dell’anno, oggi arriva Science, che pubblica invece una vera e propria top 10 delle scoperte migliori degli ultimi 12 mesi. Nessuna sorpresa che al primo posto si trovi il bosone di Higgs, ormai chiacchieratissima particella scoperta al Cern di Ginevra, ma tolta questa il vero premio va forse alla genetica, presente in ben 3 studi su 10. Oltre a questi in altri 3 sono presenti argomenti legati alle scienze biomediche.
 
Già in seconda posizione nella classifica, infatti, troviamo uno studio di genetica, combinata però all’archeologia. La ricerca è del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e riguarda l’uomo Denisovano, o meglio la ragazza di Denisova vissuta 50 mila anni fa e il cui intero genoma è stato sequenziato ad agosto a partire dai frammenti dell’osso di un mignolo. Il risultato, possibile solo grazie a una recentissima tecnica di sequenziamento che lega alcune molecole ai filamenti di Dna, è stato pubblicato online a febbraio e poi ripreso ad agosto da proprio Science.
 
Medaglia di bronzo va invece a una ricerca che riguarda la fertilità, pubblicata a ottobre sulla stessa rivista: alcuni scienziati dell’Università di Kyoto hanno infatti dimostrato come sia possibile ottenere degli ovociti – e di conseguenza embrioni e animali in perfetta salute – sia a partire da cellule staminali embrionali di topo, che da staminali pluripotenti indotte, per la cui scoperta proprio quest’anno John Gurdon e Shinya Yamanaka sono stati insigniti del premio Nobel per la medicina e la fisiologia.
                                                                                                                               
Per trovare altri argomenti che riguardano genetica o altre scienze biomediche bisogna poi scendere più in basso nella graduatoria stilata da Science. Al quinto posto troviamo biologia e fisica appaiate: alcuni scienziati di Amburgo hanno infatti inventato una tecnica per determinare la struttura delle proteine sfruttando un laser a raggi X, con una risoluzione tali da osservare e studiare la struttura tridimensionale della catepsina, proteina che si trova nel parassita causa della malattia del sonno africana (Trypanosoma brucei).
E subito dopo di nuovo uno studio di genetica, che stavolta riguarda l’ingegneria del genoma. La nomina arriva agli scienziati dell’Università della California di Berkeley, non tanto perché sono riusciti a modificare e disattivare geni specifici di alcuni animali – pratica che viene già messa in atto negli studi di terapia genica –ma perché hanno sviluppato per farlo una tecnica tanto efficace quanto le altre, ma molto più economica.
 
Due posizioni più in basso, all’ottavo posto, si trova il progetto Encode. Questo enorme lavoro scientifico ha permesso di identificare tutti gli elementi funzionali del nostro genoma, e in particolare di scovare il ruolo cruciale di quello che da sempre è stato chiamato “Dna spazzatura”, ovvero quello di interruttore genetico che controlla l’espressione genica e che (se mal funzionante) può portare all’insorgenza di malattie. Uno sforzo mastodontico, durato 9 anni e i cui risultati sono stati pubblicati in 30 diversi studi apparsi a settembre su numerosi giornali, tra cui lo stesso Science, Nature, Genome Biology e Genome Research, Journal of Biological Chemistry e molti altri ancora.
 
Infine, al penultimo posto, troviamo il più recente e forse affascinante risultato del 2012: quello dello studio che ha permesso a una donna paraplegica di mangiare un pezzo di cioccolata muovendo col pensiero un sofisticato braccio robotico. La storia, pubblicata proprio questa settimana su The Lancet, ha affascinato molti, tra scienziati e gente comune: grazie all’impianto di alcuni elettrodi direttamente nel cervello, dopo soli tre mesi di training la donna muove il braccio robotico come fosse suo, con i soli impulsi derivanti dal cervello.
 
Gli studi che non riguardano l’ambito biomedico, invece, sono a base di fisica e ingegneria: nella top 5 si trovano il già nominato bosone e il rover Curiosity atterrato su Marte ad agosto (e presente anche nel pezzo su Nature); mentre l’ultimo in classifica è un complesso studio di fisica teorica che riguarda i neutrini, nel quale alcuni scienziati cinesi hanno misurato l’ultimo angolo di mixing, ultimo parametro mancante per completare la descrizione del comportamento di questi elusivi oggetti.
 
Laura Berardi

26 dicembre 2012
© Riproduzione riservata

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