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Vaccino antinfluenzale. Parla il medico del paziente deceduto ad Augusta: “Tutto fa presupporre morte cardiaca”


Fabio Fichera, il medico di famiglia che ha vaccinato, ad Augusta in Sicilia, il paziente di 68 anni morto il 12 novembre dopo il vaccino anti-influenza nel suo studio, è ancora sotto schock.  Ricordando i passaggi che insieme ai colleghi ha messo in atto per cercare di salvare l’uomo dice a Quotidiano Sanità: “Tutto fa presupporre morte cardiaca”.

28 NOV - Fabio Fichera, il medico di famiglia che ha vaccinato, ad Augusta in Sicilia, il paziente di 68 anni morto subito dopo il vaccino anti- influenza nel suo studio, vuole fare chiarezza e alcune precisazioni su quanto riferito dalla stampa in merito alla vicenda avvenuta il 12 novembre scorso. Il caso di cui ci ha riferito il dottor Fichera è uno dei quattro eventi avversi (di cui tre mortali) che hanno portato ieri l'Aifa alla decisione di vietare la vendita in via cautelativa di due lotti del vaccino Fluad della Novartis.
 
“Il mio paziente – dice a Quotidiano Sanità – è tornato nel mio studio dopo circa un’ora in cui si era recato al mercato. È entrato, aveva le mani al petto e lamentava un forte dolore. L’ho fatto subito sdraiare ma poco dopo ha perso conoscenza. A quel punto, io e i miei due colleghi dello studio, dopo aver fatto chiamare immediatamente il 118, abbiamo cominciato a praticargli il massaggio cardiaco e a seguire abbiamo messo in atto tutte le procedure necessarie in questi casi”.
 
“È stata un'esperienza drammatica. Umanamente dura”, Fichera fa ancora fatica a parlare della vicenda ma aggiunge che quanto accaduto “per quanto ne sappiamo, ha solo un legame temporale con la somministrazione del vaccino. Non si può dire altro”. L’autopsia – riferisce il medico, a Firenze per il congresso della Simg, la società' scientifica dei medici di famiglia – è stata eseguita e al momento si è in attesa dei risultati dei patologi.
 
Fichera  prima di concludere vuole però ribadire l'importanza del vaccino e si augura che non si diffonda il panico, perché spiega “ci abbiamo messo anni per arrivare alla copertura vaccinale di oggi. Il rischio è che in poche settimane tutto vada in fumo. Bisogna tener conto che la vaccinazione è consigliata proprio alle persone più fragili. E sono migliaia quelle che si vaccinano. È ovvio che con questi numeri, ci possano essere dei decessi che sono solo temporalmente legati alla profilassi, tenendo conto che si vaccinano soprattutto persone più a rischio. Bisogna ricordare a tutti che il vero pericolo  per le persone con alcune  patologie è l'influenza”.

28 novembre 2014
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