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Diabete. La spending review dei diabetologi: “Oltre 1,2 miliardi di risparmi in otto mosse”


La Società italiana di diabetologia ha individuato otto ambiti di risparmio che, nel complesso, garantirebbero una minore spesa di 256 milioni con interventi di appropriatezza nella gestione delle terapie. Ma il grosso dei risparmi, un miliardo di euro secondo la Sid, potrebbe venire dalla riduzione dei tempi di degenza e questo grazie a un maggiore impegno di diabetologi in corsia che costerebbe solo 40 milioni.

27 OTT - Un miliardo e 216 milioni l'anno di risparmi per l'assistenza al diabete. Una cifra importante sulla quale sono pronti a scommettere gli stessi diabetologi della Sid che hanno analizzato i diversi ambiti di intervento nelle varie fasi della terapia e dell'assistenza ai diabetici sulle quali si potrebbe realisticamente fare una vera e propria spending review, “senza aspettare la scure dei tagli alla cieca”.
 
Ed è lo stesso Enzo Bonora, presidente della Società Italiana di diabetologia (Sid) a indicare in quali settori è possibile ottenere risparmi consistenti. “Anche noi diabetologi abbiamo delle proposte da fare – precisa – concrete e, soprattutto, quantificabili”.
 
Sono 8 le aree d’intervento individuate:
1. Ottimizzazione dell’autocontrollo glicemico domiciliare;
2. Corretta istruzione dell’esecuzione della terapia insulinica per evitare spreco di insulina con la dose test che precede l’iniezione;
3. Prevenzione delle lipodistrofie nei pazienti insulino-trattati;
4. Prevenzione delle ipoglicemie con una scelta oculata dei farmaci anti-diabetici;
5. Uso efficace delle varie opportunità offerte del ricco armamentario terapeutico;
6. Appropriatezza nella prescrizione di esami di laboratorio e strumentali (propria e indotta);
7. Prevenzione del ‘piede diabetico’;
8. Riduzione della durata della degenza delle persone con diabete.

Ed ecco cosa fare per risparmiare:
1. Operazione ‘Strisce appropriate’ - Prescrivendo un appropriato e individualizzato numero di controlli glicemici domiciliari su base nazionale si possono risparmiare circa 30 milioni di euro ogni anno;
 
2. Operazione ‘Un click solo’ - Con 1 solo click invece che 2 click con la dose test nelle circa 500 milioni di iniezioni all’anno che vengono fatte in Italia a 750 mila diabetici si ridurrebbe il consumo di insulina di 500 milioni di unità, determinando un risparmio di circa 19 milioni di euro ogni anno;
 
3. Operazione ‘Cerca la bozza’ - Verificando l’esistenza di zone di lipodistrofia ed evitando le iniezioni in tali zone fino alla loro scomparsa si può ridurre il consumo di insulina in Italia almeno del 5% - se non oltre - pari ad una riduzione minima di 550 milioni di unità e ad un risparmio di circa 21 milioni di euro ogni anno;
 
4. Operazione ‘No ipoglicemia’ - Circa 5.000 ricoveri all’anno in Italia sono causati da sulfoniluree o glinidi su circa 15 mila accessi al Pronto Soccorso (di cui circa 7.500 preceduti da una chiamata del 118). Eliminare 7.500 uscite del 118 per ipoglicemia da sulfonilurea o glinide farebbe risparmiare circa 3,75 milioni; inoltre eliminare 15 mila accessi al Pronto Soccorso per ipoglicemia da sulfonilurea o glinide farebbe risparmiare circa 22,5 milioni; eliminare 5 mila ricoveri per ipoglicemia da sulfonilurea o glinide farebbe risparmiare circa altri 15 milioni. In totale senza queste ipoglicemie nei pazienti non insulino-trattati il risparmio sarebbe circa 41 milioni ogni anno.
 
5. Operazione ‘Guarda la convenienza’ – In Italia ci sono circa 200 mila diabetici di tipo 2 che fanno terapia insulinica basal-bolus: non meno di un quarto di questi (circa 50 mila) potrebbe essere trattato con insulina basale + inibitore DPP-4 oppure inibitore SGLT-2 oppure GLP-1 RA. Il risparmio medio per ogni soggetto sarebbe di circa € 700 all’anno: in totale con una terapia di pari efficacia si potrebbe realizzare un risparmio di 35 milioni per anno.
 
6. Operazione ‘L’esame serve davvero?’ – Riflettendo sulla opportunità o meno di prescrivere esami di laboratorio e attenendosi alle linee-guida nazionali si potrebbero risparmiare oltre 60 milioni di euro ogni anno.
 
7. Operazione ‘Guarda prima i piedi’ - Nel corso della vita circa il 15% delle persone con diabete sviluppa un problema ai piedi. Le lesioni ai piedi più gravi sono quasi tutte evitabili con semplici norme igieniche e interventi di screening delle situazioni a rischio (spesso basterebbe aver guardato e agito con tempestività). La spesa nazionale per curare solo le lesioni più gravi ai piedi e che richiedono ricovero in ospedale ammonta a oltre 100 milioni all’anno: dimezzare questi ricoveri guardando più spesso i piedi dei diabetici determinerebbe un risparmio di circa 50 milioni per anno.
 
8. Operazione ‘Accorcia la degenza’ – La prescrizione da fare è solo quella… di una consulenza diabetologica! Un diabetologo ‘chiavi in mano’ costa circa 80 mila euro all’anno e può fare ogni anno circa 5 mila consulenze a diabetici ricoverati: le circa 2,4 milioni di consulenze necessarie per i circa 1,2 milioni di diabetici ricoverati in Italia (in media ed idealmente 2 consulenze per paziente per ricovero) richiederebbero circa 500 ulteriori diabetologi da immettere nella rete italiana, che costerebbero circa 40 milioni ogni anno. Per risparmiare 1 miliardo si devono investire 40 milioni dei 256 milioni risparmiati dai diabetologi. “Perché non si fa?”
 
“Certo – conclude il presidente Bonora – i 256 milioni di euro risparmiabili vengono dalla somma delle prime 7 voci, largamente a portata di mano dei diabetologi. Per l’ultimo punto, quello dell’accorciamento delle degenze che porterebbe al maggiore risparmio, serve un investimento da parte di chi organizza la sanità delle Regioni. Ma i soldi necessari li avrebbe dai risparmi ottenuti, e gliene rimarrebbero una gran parte per altri interventi nell'area della diabetologia. E anche al di fuori di essa. Se poi veramente si mettesse in pratica l’intervento sulla durata delle degenze il risparmio sarebbe così ingente da permettere operazioni di ben più ampio respiro”.

27 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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