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Alcol. L’allarme del governo britannico: aumenta il rischio di cancro. Anche se si beve poco. Le nuove linee guida sul consumo

di Maria Rita Montebelli

Improntate al messaggio drastico del ‘non esiste un livello sicuro di consumo’, le nuove indicazioni degli esperti del governo inglese sul consumo responsabile di alcol sono più restrittive che in passato, soprattutto per gli uomini, e mettono ben in evidenza le proprietà cancerogene dell’alcol. Molto ridimensionato il ‘mito’ dell’alcol amico del cuore. Tolleranza zero infine per l’alcol in gravidanza

16 GEN - Il messaggio di fondo non lascia adito a dubbi: bere alcol, in qualsiasi quantità, aumenta il rischio di ammalarsi di una serie di tumori (in particolare bocca, intestino e mammella). E’ quanto affermano nella nuova edizione delle linee guida inglesi sul consumo di bevande alcoliche gli esperti dell’UK Chief Medical Officers (CMO), supportati in questo da una recente review del Committee on Carcinogenicity (CoC) sul rapporto alcol e cancro.
 
Il livello zero di rischio per l’alcol insomma per quanto concerne la possibilità di sviluppare un tumore non esiste; si può solo dire che il rischio aumenta di sorso in sorso, ma non parte mai da zero. Se non negli astemi completi. Certo, chi beve di più rischia di più, ma anche il bevitore moderato si prende la sua quantità di rischio. Qualche esempio. Per gli uomini il rischio di sviluppare un cancro del fegato è di 8 su 1000 tra chi si attiene al limite di 14 unità di alcol a settimana, ma sale a 11 su 1000 tra chi consuma 14-35 unità a settimana. Per quanto concerne il cancro dell’esofago, chi beve meno di 14 unità a settimana ha un rischio di 13 su 1000, rispetto agli astemi che hanno un rischio di 6/1000; il rischio sale a 25 per 1000 tra chi consuma 14-35 unità a settimana.
 
Il rischio cancro per il consumo di bevande alcoliche non era ancora emerso nella prima edizione di queste linee guida, risalente al 1995, ma adesso il messaggio è forte e chiaro. E c’è già chi auspica che sulle bevande alcoliche vengano apposte delle black box, simili a quelle sui pacchetti di sigarette, indicanti chiaramente l’aumentato rischio di tumore comportato dal consumo di alcol.
 
Un’altra doccia fredda per gli amanti delle bevande alcoliche è che in queste linee guida gli esperti inglesi puntualizzano che i tanto sbandierati vantaggi per il cuore derivanti dal consumo moderato di alcol, sono veri solo per le donne dai 55 anni in su e sono massimi per un livello di consumo contenuto entro le 5 unità* a settimana, equivalenti grosso modo a 2 bicchieri di vino. Insomma se volete bere, non dite che lo fate per questioni di salute, ma solo per il gusto di farlo. E da oggi comunque non brindate più ‘alla salute’.
 
Le nuove linee guida fissano dunque i limiti di sicurezza del consumo di bevande alcoliche a 14 unità di alcol a settimana per le donne e per gli uomini (nell’edizione precedente gli uomini venivano ‘concesse’ 21 unità di alcol a settimana) e raccomandano di non concentrarle tutte sul fine settimana ma di ‘spalmarle’ su 3 o più giorni. Mantenendo il consumo di alcol su questi limiti si riesce secondo il CMO a contenere il rischio di morire per cause correlate all’alcol sotto l’1%.
 
Per chi abbia intenzione di tagliare il proprio consumo di alcol, il consiglio degli esperti è di prevedere diversi giorni completamente ‘alcol-free’ a settimana. E comunque la raccomandazione è di bere lentamente, accompagnando l’alcol al cibo e alternandolo all’acqua. Importante anche evitare situazioni o attività a rischio, bere in compagnia e fare in modo di poter tornare a casa in sicurezza dopo aver consumato alcol.
I rischi a lungo termine di un consumo abituale di alcol sono le malattie di cuore, di fegato, l’epilessia e come visto, quello di sviluppare tumori. I rischi a breve termine sono quelli di incorrere in un incidente e dunque in un trauma cranico, fratture, ferite al viso e cicatrici. Il binge drinking può inoltre determinare avvelenamento da alcol e gravi problemi cardiaci.
 
In gravidanza il divieto di alcol con le nuove linee guida diventa totale, senza eccezioni, mentre nella precedente edizione venivano tollerate 1-2 unità di alcol fino ad un paio di giorni per settimana.
 
Lo scopo di queste linee guida - commentano gli autori – non è quello di imporre alla gente cosa deve fare, ma di dare informazioni precise sui rischi inerenti al consumo di bevande alcoliche, così che la gente possa prendere decisioni informate su quanto bere. E’ anche chiaro che il fatto di bere alcol risente molto di influenze ambientali e sociali, oltre al fatto che ormai l’alcol è veramente low cost, un elemento questo che, in chi è predisposto a bere, può travolgere qualsiasi buona intenzione.
 
Ma tra tante voci a favore, spuntano anche quelle degli scettici. “Queste linee guida – sostiene Sir David Spiegelhalter, professore di Public Understanding of Risk, Università di Cambridge – quantificano il ‘basso rischio’ derivante dal bere ad un rischio inferiore all’1% di morire per una condizione correlata all’alcol. Ma allora dovremmo sentirci tranquilli per un rischio di questa entità? Guardare un’ora di TV al giorno o mangiare un panino al bacon un paio di volte a settimana è più pericoloso per la salute a lungo termine.”
 
Maria Rita Montebelli
 
*1 unità di alcol equivale a: 218 ml di sidro (4,5%); 76 ml di vino (13%); 25 ml di whiskey (40%), 250 ml di birra (4%)

16 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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