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Salute del cavo orale. Cao: “Con la prevenzione il Ssn può ridurre i costi di 200 volte. Un'alleanza con i giornalisti per informare”


Nove italiani su 10 sanno che la cattiva salute della bocca può compromettere il benessere generale. Ma questa consapevolezza non basta a diffondere più prevenzione. Solo il carcinoma del cavo orale costa al Ssn 117 milioni di euro. Eppure, curandosi prima che sia troppo tardi, questa spesa potrebbe essere ridotta di 200 volte. Per migliorare l’informazione la Commissione Albo Odontoiatri ha deciso di cominciare “istruendo” i giornalisti sull'importanza della prevenzione.

07 LUG - Centodiciassette milioni di euro ogni anno: è questa la cifra dei costi sanitari legati al carcinoma del cavo orale. Una spesa che potrebbe essere ridotta di duecento volte, fino a raggiungere quota 585 mila euro. Non è un’utopia, ma il risultato al quale si può ambire con l’applicazione di corretti programmi di prevenzione.
 
Si tratta di iniziative che coinvolgano una rete di “Odontoiatri sentinella”, come il progetto che la Cao, lla Commissione Albo Odontoiatri, porta avanti ormai da otto anni. Questi dati sono sono stati presentati durante il corso di Formazione per giornalisti “Epidemiologia, media e odontoiatria: dai dati numerici alla prevenzione”, organizzato dalla Cao nazionale in partnership con Eaci, European Association on Consumer Information, Gruppo di specializzazione della Fnsi.
 
“Questa collaborazione tra medici, odontoiatri e giornalisti – ha spiegato il presidente nazionale Cao, Giuseppe Renzo - è molto importante, perché è necessario il contributo che l’informazione può dare per la conoscenza dell’Odontoiatria e per orientare le scelte giuste da compiere a favore dei pazienti. Con questa esperienza noi facciamo non solo informazione e comunicazione, ma anche formazione. Se si parla di tariffe, questo è un approccio sbagliato per compiere una scelta del dentista soltanto in base alle tariffe più basse. Noi continuiamo ad avere i nostri riferimenti nel Codice di deontologia medica (in particolare negli articoli 33, 35 e 56), pertanto riteniamo che la pubblicità debba essere basata su alcuni principi quali l’appropriatezza e la correttezza. Una visione innovativa ci porta a passare dalla cura dei denti alla cura della persona, sulla base dl principio del ‘prendersi cura’”.
 
É stato Sandro Sanvenero, segretario della Cao nazionale, a spiegare, invece, l'importanza delle politiche di prevenzione sanitaria, “che, evidentemente - ha detto-  sono un investimento e non semplicemente un costo. Investire in Odontoiatria significa un risparmio per il Ssn. E pensare che l’investimento è del 1,5 per cento del Fondo sanitario nazionale. Ormai è dimostrato che esiste una correlazione tra le malattie odontostomatologiche e patologie più gravi, come ad esempio quelle cardiovascolari. Come anche sappiamo che le patologie gengivali influiscono sulla disfunzione erettile nonché nell’insorgenza di alcuni tumori. Il carcinoma orale ha costi economici, ma soprattutto umani”.
 
Nell’ambito del corso è stata presentata la ricerca “Quale prevenzione in Odontoiatria”, promossa dal Cenacolo Odontostomatologico Coi - Aiog, che, condotta sia sugli Odontoiatri sia sui pazienti, ha indagato sulle abitudini in fatto di salute orale degli italiani.  C’è buona informazione, ma scarsa prevenzione. Il 90% dei partecipanti è convinto che la cattiva salute della bocca possa compromettere lo stato di benessere generale. Ma nonostante questa consapevolezza, solo il 45% di coloro che sono andati dal dentista negli ultimi due anni lo hanno fatto perché avevano problemi. In questo quadro appare quindi fondamentale il ruolo dell’odontoiatra nel sollecitare la prevenzione, i controlli, nel consigliare sulle abitudini di igiene orale ma anche sugli stili di vita.
 
Ed è proprio per aumentare il grado di consapevolezza ed informazione tra i cittadini che i medici odontoiatri hanno deciso di “istruire” i giornalisti. “La buona comunicazione con la stampa generalista – ha detto Antonella Polimeni, Ordinario alla Sapienza e Presidente Siocmf , la Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo Facciale - aiuta a fare prevenzione, che è quanto mai necessaria nella situazione generale del Paese: si calcola che ci sia un milione e 45 mila minori in condizioni di povertà assoluta, 450 mila dei quali sono immigrati. In più, si registra una flessione delle cure odontoiatriche a seguito della crisi economica, soprattutto nel Mezzogiorno. La prevenzione dovrebbe arrivare innanzitutto ai bambini, ma non è così per tutti, perché stanno aumentando le diseguaglianze e attualmente si fa più prevenzione al Nord e meno al Sud. Invece occorre attuare la promozione della salute orale in base alle Linee guida del 2015”.
 
Anche per Roberta Chersevani, Presidente FNOMCeO, l’alleanza tra medici, odontoiatri e giornalisti rappresenta “un fatto positivo, si tratta - ha detto - di percorsi paralleli che devono comunicare per fornire ai cittadini un’informazione corretta. E proprio sui temi della comunicazione in Sanità, nel prossimo fine settimana si terrà un evento a Siena, dove si riunirà anche il Consiglio Nazionale della Federazione”.
 
E non si tratta solo di prevenire il carcinoma orale, che rappresenta comunque, negli uomini, il 10% di tutte le neoplasie maligne, ma anche le principali patologie cardiovascolari, la disfunzione erettile, la polmonite. “È dimostrato che l’odontoiatra può osservare i fattori di rischio per alcune malattie cardiovascolari addirittura trent’anni prima del cardiologo” , ha spiegato il Segretario nazionale Cao, Sandro Sanvenero.
 
Ad illustrare altri dati della ricerca è stata Maria Grazia Cannarozzo, Presidente del Cenacolo Odontostomatologico, Coi-Aiog. Lo studio è stato condotto su un campione suddiviso per professione, area di residenza e titolo di studio, oltre che per genere, con la percentuale del 61 per cento di donne e 39 per cento di uomini. L’analisi non ha coinvolto solo i pazienti, ma anche i medici: “grazie a questa ricerca – ha spiegato Cannarozzo - si è scoperto che il 90 per cento degli odontoiatri è il dentista classico con il proprio studio, mentre soltanto il 5 per cento appartiene a un clinica, il 4 per cento ad Asl o ospedale e soltanto l’1 per cento opera all’estero”.
 
“Con la buona comunicazione, si abbattono anche i costi sociali. In termini finanziari - ha concluso il presidente nazionale Cao, Giuseppe Renzo - il Ssn non garantisce l’Odontoiatria perché nel pubblico costerebbe quattro volte di più di quanto costa nel privato. Non ci stancheremo di portare avanti le nostre battaglie”.
 
L’evento, che si è svolto ieri, presso la sede della Fnomceo, è soltanto il preludio di una serie di iniziative che proseguiranno per tre intere giornate. Gli appuntamenti culmineranno con l’Assemblea nazionale dei 106 presidenti Cao d’Italia.

07 luglio 2017
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