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L’alcol uccide ogni anno 2,8 milioni di persone al mondo. E i rischi aumentano anche se si beve solo un drink al giorno

di Maria Rita Montebelli

Su Lancet il più grande studio mai pubblicato ad oggi sulle conseguenze dell’alcol, che evidenzia come il consumo di alcolici sia un fattore di rischio ben più importante di quanto ritenuto finora. Non esisterebbe, infatti, un effetto soglia, visto che l’aumento del rischio di malattie associate all’alcol e di mortalità, rispetto agli astemi totali, compare già per consumi giornalieri di un drink (10 grammi di alcol) al giorno. Tumori, incidenti stradali, cirrosi, ictus, tubercolosi, le principali patologie, sono le principali cause di mortalità prematura correlata all’alcol.

25 AGO - Un buon bicchiere di vino o una flȗte di champagne richiamano subito momenti di gioia, di festa, di allegria. Purtroppo però l’alcol è un Giano bifronte con un lato assai negativo, spesso misconosciuto nelle sue reali dimensioni. A far luce su questo aspetto è Lancet che questa settimana pubblica un importante report sulle ricadute a livello mondiale in termini di mortalità del consumo di alcol.
 
Sarebbero 2,8 milioni i decessi direttamente associati al consumo di bevande alcoliche che si verificano ogni anno nel mondo; complessivamente, a morire per problemi correlati all’alcol ogni anno, è il 2,2% delle donne e il 6,8% degli uomini. Queste cifre ne fanno il settimo principale fattore di rischio per mortalità prematura e disabilità nel mondo (dati 2016) e la prima causa nelle persone tra i 15 e i 49 anni (in questa fascia d’età il consumo di alcol correla con incidenti stradali, atti di autolesionismo e tubercolosi). Nei soggetti dai 50 anni in su, i tumori rappresentano la principale causa di mortalità correlata all’alcol, e causano il 27,1% dei decessi tra le donne e il 18,9% tra gli uomini.
 
La riflessione degli autori di questo studio, di fronte a tali statistiche, è che non esiste un livello soglia di sicurezza per l’alcol, visto che i suoi eventuali effetti benefici nei confronti della cardiopatia ischemica sono di gran lunga superati dagli effetti negativi su molte altre aree della salute, e in particolare, come visto, dei tumori.
 
Nel mondo una persona su tre consuma bevande alcoliche (cioè 2,4 miliardi di persone), senza sapere probabilmente che le bevande alcoliche sono responsabili di 1 decesso su 10 nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 49 anni, secondo quanto riportato da questo studio della serie Global Burden of Disease pubblicato su Lancet, una ricerca che ha esplorato consumi ed effetti dell’alcol in 195 nazioni tra il 1990 e il 2016.
 
Gli effetti del’alcol sulla salute cono complessi; un consumo regolare produce una serie di effetti indesiderati a livello di vari organi e tessuti, mentre l’intossicazione acuta può portare a incidenti o ad un vero e proprio avvelenamento. La dipendenza da alcol infine può portare a frequenti episodi di intossicazione acuta, di autolesionismo o di violenza.
 
Ma un po’ di alcol fa bene? Diverse ricerche tuttavia hanno evidenziato anche degli effetti benefici di un consumo ragionevole di alcol e un suo effetto protettivo in particolare contro la cardiopatia ischemica e la comparsa di diabete. “Sebbene queste ricerche abbiano messo in luce un effetto protettivo dell’alcol contro alcune condizioni – riflette però Max Griswold, dell’Institute for Health Metric and Evaluation, Università di Washington (USA), e autore principale dello studio – noi abbiamo riscontrato che l’effetto combinato dei rischi per la salute associati all’alcol aumentano parallelamente all’aumentare del consumo; così, nel nostro studio, la forte associazione tra consumo di alcol e rischio di cancro, incidenti e malattie infettive va a controbilanciare gli effetti protettivi sulla cardiopatia ischemica nella donna. Sebbene gli effetti negativi dell’alcol comincino ad emergere già per consumi di un drink al giorno (si intende l’equivalente di 10 grammi di alcol), diventano rapidamente più consistenti all’aumentare del consumo. Le politiche focalizzate alla riduzione del consumo delle bevande alcoliche diventano così fondamentali per migliorare lo stato di salute della popolazione. E la diffusa opinione sui benefici dell’alcol merita un’attenta revisione, visto che metodi e analisi più approfondite continuano a gettare luce su quanto l’alcol contribuisca alla mortalità e disabilità globale”.
 
I dati dello studio di Lancet
Lo studio pubblicato su Lancet ha preso in esame dati relativi a 694 studi sulla prevalenza del consumo di alcol nel mondo e 592 studi, su 28 milioni di persone, che hanno esplorato i rischi per la salute associati al consumo di bevande alcoliche, tra il 1990 e il 2016 in 195 nazioni.
Lo studio appena pubblicato è quello che in assoluto, tra tutti quelli pubblicati finora, fornisce le stime più accurate del consumo di alcol in quanto combina: i dati delle vendite di alcol con la prevalenza del consumo di alcol e dell’astinenza, dati auto-riferiti sul consumo di alcol, dati da fonti del turismo che stimano il numero di visitatori che consumo alcol in una certa area, e stime del livello di traffico illegale di alcol e di produzione domestica.
 
Quanto alcol si consuma nel mondo
I risultati di queste complesse elaborazioni sono che nel mondo 1 persona su 3 consuma bevande alcoliche (32,5%, pari a 2,4 miliardi di persone dei quali 0,9 miliardi di donne e 1,5 miliardi di uomini). In media le donne consumano giornalmente 0,73 drink alcolici, gli uomini 1,7 drink.
I pattern del consumo sono ovviamente molto eterogenie nei vari Paesi considerati. In cima alla classifica dei bevitori spiccano i danesi (a consumare alcol in questo Paese è il 95,3% delle donne e il 97,1% dei maschi), mentre le percentuali più basse si registrano in Pakistan per gli uomini (0,8%) e in Bangladesh per le donne (0,3%).  La palma per il maggior consumo giornaliero di alcol va invece ai maschi romeni (8,2 drink) al gionro e alle donne ucraine (4,2 drink al giorno), mentre i più morigerati sono i maschi pakistani (0,0007 drink al giorno) e le donne iraniane (0,0003 drink al girono).
 
L’impatto dell’alcol sulla salute
Il consumo di alcol nel 2016 rappresentava a livello mondiale il settimo principale fattore di rischio per mortalità prematura e malattie, essendo responsabile del 2,2% di tutti i decessi tra le donne e del 6,8% tra i maschi. Sempre nel 2016, l’alcol rappresentava tuttavia il principale fattore di rischio nella fascia d’età 15-49anni, determinando il 3,8% dei decessi tra le donne e i 12,2% tra i maschi.
 
Le principali cause di mortalità correlate al consumo di alcol nella fascia d’età 15-49 annisono: tubercolosi (1,4% dei decessi), incidenti stradali (1,2% dei decessi), atti di auto-lesionismo (1,1% dei decessi). Oltre i 50 anni a farla da padrone sono le morti per cancro che rappresentano il 27,1% di tutti i decessi tra le donne e il 18,9% tra i maschi.
 
I problemi di salute correlati all’alcol negli over-50sono diversi a seconda della regione considerata. Così ad esempio nelle nazioni ad alto income, i tumori rappresentano la principale causa di mortalità prematura e patologie correlate all’alcol; per contro, nelle nazioni a basso income la causa principale è rappresentata dalla tubercolosi, seguita dalla cirrosi e dalle epatopatie croniche. Nelle nazioni a reddito intermedio infine, la principale patologia correlata all’alcol è l’ictus.
Da questo studio emerge solo un possibile effetto protettivo dell’alcol che è quello contro la cardiopatia ischemica, mentre  l’effetto protettivo contro diabete e ictus ischemico non è risultato staticamente significativo. Ma, secondo gli autori dello studio, gli effetti protettivi dell’alcol sono nettamente surclassati dai tanti rischi che comporta per la salute.
 
I rischi per la salute aumentano con l’aumentare del consumo di alcol
Non emerge da questa analisi un livello di consumo di alcol che può essere considerato ‘sicuro’.
Sulla base dei dati acquisiti, gli autori dello studio stimano che il consumo di una bevanda alcolica* (pari a 10 grammi di alcol) al giorno aumenta dello 0,5% il rischio di sviluppare uno dei 23 problemi di salute correlati all’alcol, rispetto agli astemi completi.
Nelle persone che consumano due drink al giorno, il rischio sale al 7% e tra chi beve 5 drink al giorno, arriva al 37%, sempre rispetto agli astemi.
 
Le raccomandazioni degli esperti per il decisore politico
Alla luce di quanto emerso dallo studio, gli esperti non hanno dubbi: l’alcol va considerato un nemico e il consumo deve essere oggetto di attente  politiche di controllo e di programmi sanitari. Tassazione sulle bevande alcoliche, controllo delle vendite e degli orari di vendita, controlli stretti sulla pubblicità delle bevande alcoliche, sono alcune delle misure invocate  un altro autore dello studio, Emmanuela Gakidou, Institute for Health Metrics and Evaluation, Università di Washington, USA.

“Le conclusioni di questo studio sono chiare e senza ambiguità – scrive in un editoriale la dottoressa Robyn Burton del King’s College di Londra – l’alcol è un colossale problema di salute e le piccole riduzioni dei danni per la salute correlate a bassi consumi di alcol sono nettamente surclassate dall’aumento dei rischi in altri campi della salute, compresi i tumori. Questi risultati confermano quanto contenuto nelle linee guida inglesi del Chief Medical Officer, secondo le quali non esiste un livello di sicurezza nel consumo di alcol e suggeriscono che le politiche volte a ridurre il consumo di alcol dovrebbero rappresentare una priorità assoluta. Le malattie derivanti da comportamenti non salutari, facilitate da un ambiente non salutare e sollecitate da interessi commerciali che mettono gli interessi degli azionisti al di sopra delle tragiche conseguenze per la salute, rappresentano il problema sanitario dominante del XXI secolo. Le soluzioni sono molto chiare: l’aumento della tassazione delle bevande alcoliche porta entrate ai ministri della salute tanto sotto pressione; mentre ridurre l’esposizione dei ragazzi alla pubblicità delle bevande alcoliche non comporta alcun svantaggio”.
 
Lo studio è stato realizzato con un finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation.
 
Maria Rita Montebelli
 
*in questo studio per ‘drink’ alcolico si intende l’equivalente di 10 grammi di alcol

25 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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