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La sanità come motore di sviluppo. Ma per uscire dalla crisi serve l'innovazione


Questi i temi al centro del convegno nazionale “Motore Sanità. Innovazione e tecnologia per un sistema sanitario competitivo e sostenibile” che si è tenuto ieri a Venezia, organizzato con il patrocinio di Parlamento Europeo, Conferenza delle Regioni, Anci Federsanità e Regione del Veneto.

04 GIU - “I temi trattati oggi sono quanto mai attuali ed è bene che se ne discuta ai massimi livelli, perché i tagli orizzontali che da tempo stanno colpendo la sanità, per di più senza distinguere tra virtuosi e spreconi, stanno per compromettere l’equilibrio finanziario anche nelle purtroppo ancora poche Regioni con i conti in ordine, come il Veneto”. Con queste parole Luca Coletto, Assessore alla Sanità della Regione Veneto, ha aperto i lavori del convegno nazionale “Motore Sanità. Innovazione e tecnologia per un sistema sanitario competitivo e sostenibile” che si è tenuto ieri a Venezia, organizzato con il patrocinio di Parlamento Europeo, Conferenza delle Regioni, Anci Federsanità e Regione del Veneto.
 
Secondo Coletto “E’ urgente ad esempio che si applichino criteri e costi standard in sanità per mettere la parola fine a sprechi e inefficienze, perché altrimenti si rischia di non poter più garantire alla gente il diritto costituzionale alla salute. Inefficienze che non si possono più scaricare sulla gente sotto forma di ticket e tanto meno sui cittadini di quelle Regioni che, pur con i conti in ordine, entreranno presto comunque in difficoltà”.
 
Ma la Sanità può essere motore di sviluppo del Paese? Guido Riva Presidente Comitato Tecnico Sanità Confindustria non ha dubbi “In questi anni la nostra Organizzazione ha cercato di promuovere fra le Istituzioni il concetto della sanità come grande area di sviluppo economico, di ricerca e di occupazione qualificata. La sanità infatti, in gran parte del mondo più sviluppato, costituisce un grande motore di crescita economica. Per dare concretezza a questo concetto Confindustria ha realizzato una ricerca che illustra e dimensiona la realtà ed il potenziale economico, sociale e di sviluppo della filiera della salute nel quadro della sanità italiana. Il settore - compreso l'indotto - occupa poco meno di 3 milioni di addetti e produce più dell'11% del PIL dell'economia italiana. La sanità è uno dei maggiori driver per la ricerca e l'innovazione”.
 
Anche per Tiziano Carradori, Direttore Generale Sanità Regione Emilia Romagna "L'innovazione tecnologica (un mercato di 45 miliardi di euro all'anno in Italia) rappresenta un elemento importante per il miglioramento dei risultati delle pratiche mediche e assistenziali e anche per il miglioramento della produttività del sistema sanitario e per il rendimento delle risorse impiegate. Tuttavia occorre specificare il concetto di innovazione. La cultura prevalente associa tout court innovazione a miglioramento dello stato di salute. L'associazione non è immotivata, ma è rischiosa perché non necessariamente una nuova tecnologia produce miglioramento. Occorre che quella innovazione sia sperimentata e che effettivamente migliori il processo di cura e consegua quindi buoni risultati. L'innovazione tecnologica, dunque, offre molte opportunità e ne offrirà ancora nel futuro: sta ai sistemi saper valorizzare le competenze professionali e una organizzazione del lavoro che siano in grado, da un lato, di produrre innovazione anche attraverso la riconfigurazione delle relazioni tra gli elementi preesistenti, dall'altro, di valutare le effettive potenzialità delle innovazioni tecnologiche che la ricerca mette a disposizione per il loro uso più appropriato".
 
Secondo Angelo Lino Del Favero, Presidente Federsanità ANCI però  “L’Italia sconta un forte ritardo nell’attuazione della sanità elettronica: la principale criticità è la mancanza di una strategia dell’innovazione digitale, sia a livello di aziende sanitarie, sia a livello regionale e nazionale. Inoltre l’aumento dell’età media, l’incremento della cultura sanitaria e la maggiore articolazione dei percorsi di assistenza oggi disponibili portano la domanda di servizi ad aumentare costantemente. In questo scenario, l’utilizzo delle tecnologie gioca un vero e proprio ruolo “da leone”, per facilitare l’accesso alle cure dei cittadini-pazienti e abbattere i costi, rendendo i percorsi di cura più efficienti”.
 
Fabrizio Oleari, Presidente dell’Istituto Superiore Sanità precisa “Gli indirizzi essenziali per la definizione di un modello sanitario innovativo sono state ben delineate in Horizon 2020  il nuovo programma dell'Unione Europea per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione. Per affrontare i costi, ad esempio, dell’area Ricerca e Sviluppo, è necessario innescare un meccanismo di mercato che consenta lo sviluppo di partnership tra pubblico e privato per puntare a grandi obiettivi che abbiano impatto sociale in termini di crescita e riduzione di disuguaglianza”.
 
L’evento, rivolto a dirigenti di Assessorati alla Sanità, Direttori Generali e Sanitari, Direttori di Aziende sanitarie pubbliche, dirigenti di strutture private e medici, è stata l’occasione per inaugurare il social network Motore Sanità, realizzato dal CSI, l’azienda informatica della Pubblica Amministrazione piemontese. “Abbiamo immaginato e costruito un social network - ha dichiarato Stefano De Capitani, Direttore Generale del CSI Piemonte - per connettere il mondo della sanità italiana e far emergere esigenze, valorizzare best practice e avviare nuovi progetti. Un ambiente virtuale in cui incontrarsi e discutere di innovazione, perché siamo convinti che oggi più che mai è fondamentale condividere contenuti, proposte e conoscenze. In autunno analizzeremo i risultati dei primi mesi di sperimentazione di questo “social della sanità”, illustrandoli durante i prossimi appuntamenti, il 14 e 15 ottobre a Venezia. Un percorso impegnativo, ma coerente con le priorità definite dall’Agenda Digitale Italiana: dare slancio all’innovazione, alla crescita, alla competitività del Paese. Una sfida che siamo pronti ad affrontare, certi che porterà in breve tempo risultati concreti per i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni”.
 
All’evento è intervenuta anche la vice Presidente di Fondazione Cariplo,Mariella Enoc che ha spiegato “La Fondazione non agisce direttamente sul fronte della sanità perché un’organizzazione filantropica opera secondo il principio di sussidiarietà: e la sanità è un ambito strettamente di pertinenza di altri operatori pubblici e privati; ma la nostra Fondazione contribuisce all’interno di questo sistema finanziando la ricerca di altissimo livello, anche quella di frontiera, i cui risultati, spesso, sono appannaggio di chi opera nel sistema sanitario. Oggi siamo invece di fronte ad un’emergenza sul piano del welfare che spesso intacca anche le risorse per l’assistenza dei malati. Fondazione Cariplo sostiene le organizzazioni non profit che colmano spesso questa pesante situazione ".
 
Per Daniel Lapeyre, Vice Presidente di Farmindustria “Una possibile risposta alle necessità di innovazione e sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. E’ quello che può rappresentare l’industria farmaceutica, soprattutto in questo momento difficile che richiede competitività e dinamicità per essere superato. E le imprese del farmaco, con un export che ormai ha raggiunto il 67% della produzione di 26 miliardi all’anno, sono ai primi posti proprio per competitività, oltre che per capacità innovativa, produttività e investimenti in Ricerca e Sviluppo. Elementi vincenti da valorizzare con politiche eque in materia di sostenibilità – intervenendo su ogni voce di costo della spesa sanitaria e non solo sulla farmaceutica – e con un quadro normativo stabile per consolidare e attrarre gli investimenti”.
 
Assobiotec sottolinea con le parole di Fabrizio Greco “Il nostro sistema sanitario ha bisogno di innovazione per affrontare le sfide del futuro. Le insostenibili limitazioni alla spesa farmaceutica ospedaliera, annunciate recentemente, rischiano di avere un impatto su come i pazienti in Italia avranno accesso alle terapie innovative e sulla competitività ed attrattività del nostro Paese”.
 
"I servizi per la salute devono essere garantiti non solamente perché costituiscono un diritto fondamentale, ma anche perché rappresentano un elemento primario per lo sviluppo e l'attrattività di un Paese - ha dichiarato Marco Frey, Presidente di Cittadinanzattiva. “Nelle scelte necessarie di razionalizzazione della spesa pubblica - ha continuato- il driver dovrebbe essere l'appropriatezza dei servizi, piuttosto che l'attuazione di tagli orizzontali. Anche perché in Italia siamo riusciti a far sì che la spesa sanitaria pubblica rendesse di più in termini di qualità rispetto ad altri Paesi".
Secondo Roberto Messina, Presidente Federanziani “Le continue minacce al diritto alla salute e le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione rendono oggi il contributo degli anziani imprescindibile nella definizione di strategie che consentano di conciliare l’accesso alle migliori cure e soluzioni terapeutiche e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. È questa la finalità con cui opera FederAnziani, costantemente a fianco delle Istituzioni, attraverso il suo Centro studi di economia sanitaria Sic Sanità in cifre e il suo organismo nazionale Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, società medico scientifica del popolo che, nei suoi 40 Dipartimenti divisi per area terapeutica, vede lavorare insieme cittadini, medici di medicina generale, economisti sanitari e le principali società medico scientifiche”
 
E in Europa cosa succede? Sara Thomson, Senior Research Fellow dell’Osservatorio Europeo sui Sistemi Sanitari spiega che“La sostenibilità finanziaria della sanità è una sfida che anche molti sistemi sanitari europei si trovano da affrontare. Tuttaviase non si ha una chiara consapevolezza di cosa implichi, cioè se non si collega la sostenibilità a temi quali la disponibilità a pagare per l'assistenza sanitaria, i benefici ottenuti dalla spesa in campo sanitario e il miglioramento delle prestazioni del sistema sanitario, le risposte della politica a queste importanti questioni possono essere male indirizzate e portare a risultati non desiderati.”
 
Per Eva Weinreich-Jensen Hope (Hospitals for EurOPE) Governor per la Danimarca “Gli ospedali e gli operatori sanitari in Europa devono aspettarsi di tutto ed il contrario di tutto. ”Flessibilità” è la parola chiave, ora e per il prossimo futuro. Qualunque sia l'approccio però, l’importante è non puntare tutto su un'unica strategia, ma diversificare.”
 
Amalia Sartori, Presidente della commissione industria, ricerca ed energia del Parlamento Europeo conclude “Ritengo sia fondamentale, al fine di favorire la ripresa economica del nostro Paese e dell'Europa in generale, investire in tecnologie, ricerca e innovazione. Questo incontro ha costituito per me un'importante occasione per illustrare come e con quali strumenti l'Europa sta facendo fronte a questa esigenza".

04 giugno 2013
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