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Dai rifiuti all’energia, Ministeri di Salute e Ambiente siglano accordo per prevenire l’inquinamento

di Domenico Della Porta

Prevenire l'inquinamento anche grazie alle migliori tecniche disponibili, ridurre la produzione di rifiuti, orientarsi verso un energia utilizzata in modo efficace, porre attenzione in materia di bonifica e  ripristino ambientale al momento della cessazione definitiva di una attività. Questi alcuni degli obiettivi legati all’Accordo procedimentale per il coordinamento delle attività di competenza nell’ambito dei procedimenti di Autorizzazione Integrata Ambientale sottoscritto lo scorso 19 dicembre. IL TESTO

26 GEN - Una maggiore attenzione sulle misure di prevenzione dell’inquinamento, applicando in particolare le migliori tecniche disponibili, uno sforzo per ridurre la produzione di rifiuti ed in caso contrario recuperarli e, se ciò non è economicamente o tecnicamente possibile, eliminarli evitandone e riducendone l’impatto sull’ambiente, orientarsi verso una energia utilizzata in modo efficace evitando qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva di una attività sorvegliando che il sito stesso sia ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale.
 
Sono solo alcuni degli obiettivi che tendono a mantenere e migliorare la salute legati all’Accordo procedimentale per il coordinamento delle attività di competenza nell’ambito dei procedimenti di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) di competenza statale, pubblicata qualche giorno fa e sottoscritta il 19 dicembre scorso tra la Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente e la Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute.
 
Il rilascio dell’AIA contempla una conferenza decisoria, a convocazione obbligatoria, con partecipazione del privato richiedente l’autorizzazione e acquisizione obbligatoria dei pareri del Sindaco, relativamente alle emissioni nocive all’ambiente, e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (I.S.P.R.A.) o delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, relativamente al monitoraggio e al controllo degli impianti e delle emissioni nell’ambiente.
 
L’ambito oggettivo di applicazione della direttiva riguarda le industrie di maggior impatto ambientale, quali ad esempio l’industria dei metalli, le attività energetiche, l’industria dei prodotti minerali o l’industria chimica, ed è centrata sull’obbligo dell’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione di garantire che siano applicate le migliori tecnologie disponibili. Mentre la procedura di valutazione di impatto ambientale investe, più propriamente, i profili localizzativi e strutturali dell’impianto, l’autorizzazione integrata ambientale incide specificamente sugli aspetti gestionali.
 
Con tale accordo sono regolamentati l’istituto del Riesame delle autorizzazioni su proposta del Ministero della Salute al pari delle altre amministrazioni competenti in materia sanitaria e ambientale, alla partecipazione sempre del Ministero della salute al procedimento di autorizzazione, anche con propri contributi e all’accesso dello stesso Ministero ai dati riservati in possesso del Ministero dell’Ambiente. Viene rafforzata, in questo modo, su impulso della Ministro Grillo, la tutela della salute definendo in maniera formale il ricorso ad approfondimenti, riflessioni e integrazioni attraverso aggiornamenti di valutazioni degli specifici effetti sanitari già effettuati in precedenza, ha precisato Claudio D’Amario direttore generale Prevenzione del Ministero della Salute.
 
Si tratta di interventi non solo preventivi in sede di Conferenza di Servizi, ma anche correttivi o modificativi sulla base di nuove conoscenze e risultati scientifici. Per rendersi conto delle rafforzate garanzie legate a questo Accordo, basta considerare la possibilità prevista dal comma b dell’articolo 4 di chiedere a soggetti non direttamente destinatari del provvedimento, alla luce degli esiti istruttori, l’adozione di specifiche azioni, quali ad esempio, la conduzione di indagini epidemiologiche, l’aggiornamento dei piani di qualità ambientale, la fissazione di limiti più rigorosi da parte delle Regioni.
 
La validità dell’Accordo è legata soprattutto allo studio finalizzato alla salvaguardia della salute e dell’ambiente, che potrebbe essere avviato congiuntamente dagli enti afferenti ai due Ministeri sulle informazioni tecnico gestionali e su quelle di carattere territoriali rese o confermate delle pubbliche amministrazioni che intervengono alla conferenza dei servizi.
 
Il campo su cui spaziare va dalle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) agli impatti prodotti durate l’esercizio, alla produzione dei rifiuti, al rumore alle emissioni odorigene. 

Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro Università Telematica Uninettuno – Roma
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali – Università degli Studi Salerno


26 gennaio 2019
© Riproduzione riservata


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