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Invecchiamento attivo. Via libera unanime del Consiglio regionale

La nuova legge appena approvata mira a favorire l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale delle persone anziane, sostenendo i progetti sul territorio che vadano in questa direzione e anche elaborando, ogni tre anni, un apposito Piano sull’invecchiamento attivo. Prevista l’istituzione della Consulta regionale per l’invecchiamento attivo. Stanziati per il primo anno di applicazione 800 mila euro. IL TESTO.


01 AGO - Approvato all’unanimità (44 voti) e sostenuto, seppur tra qualche distinguo,  da tutti i gruppi il progetto di legge n. 208 di iniziativa regionale relativo alla “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo”. Il testo della legge è stato  presentato in aula da Riccardo Barbisan (Lega Nord): il quale ha sottolineato “l’importanza di uno strumento programmatorio e autorizzativo come quello impostato da questa Legge che ha una dotazione di 800 mila euro per il finanziamento delle iniziative che esso prevede attraverso una programmazione triennale.

La legge, spiega una nota del Consiglio, “mira a promuovere e sostenere una diversa concezione dell’invecchiamento in cui viene valorizzato al meglio la qualità della vita,  assicurando sostegno all’autonomia e all’indipendenza personale oltre che un adeguato livello di salute in una società che sta conoscendo la presenza vieppiù accentuata di cittadini anziani”.

Nella relazione che accompagna la legge alcuni dati significativi: “Nel 2015, su una popolazione di 4.927.596 persone, il 21,7per cento aveva più di 64 anni e, tra di essi, il 6,4 per cento aveva  più di 79 anni, mentre solo il 14 per cento ha un'età inferiore ai 14 anni. La tendenza all'invecchiamento è visibile anche nella popolazione in età attiva, costituita da una quota maggiore di soggetti di età compresa tra i 40 e 64 anni: 1.842.696 unità, pari al 37,4 per cento della popolazione complessiva,  rispetto ai soggetti di età compresa tra i 15 e 39 anni, 1.328.831 unità, 27 per cento. In sintesi, l'indice di vecchiaia, che misura il rapporto percentuale tra il numero di ultrasessantaquattrenni e il numero di giovani al di sotto dei 15 anni di età descrivendo cosi il grado di invecchiamento della popolazione, nel 2015 è pari a 154,8 anziani a 100 giovani. Stratificando per genere, l'indice di vecchiaia risulta decisamente più elevato per le donne, raggiungendo il valore di 182,3 per cento contro 128,7per cento degli uomini”.

Stando alle proiezioni sui dati Istat nel 2030,la popolazione ultrasessantaquattrenne costituirà un quarto della popolazione generale per salire di nuovo nel 2045 (31,6 per cento). L'indice di vecchiaia mostra che nel 2030 ci saranno 200 anziani ogni 100 giovani e nel 2045 il valore aumenterà fino a 243.

“Dinnanzi a questa realtà sociale e alle prospettive future la regione cerca di dare una risposta positiva e la vera sintesi di questo testo di legge – ha detto Barbisan – è anticipata dal primo comma del primo articolo: ‘La Regione riconosce e valorizza il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendo la loro partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione di percorsi per l’autonomia e il benessere nell’ambito dei loro abituali contesti di vita’”.  

Fondamentale in questo progetto è il concetto di formazione continua sulla scia di importi esperienze già maturate nel territorio mentre è stato rilevante e decisivo il lavoro di concertazione fatto con gli attori sociali, le forze sindacali, le realtà locali.

Il controrelatore Claudio Sinigaglia (Pd) ha voluto rimarcare la necessità di fare il massimo per difendere “la dignità della vita perché è vero che si allunga l’aspettativa di vita, ma occorre dar vita agli anni”.

Concetto questo ripreso anche da Piero Ruzzante (Articolo 1-Mdp)  che ha voluto sottolineare l’importanza della concertazione con le forze sociali nell’elaborazione di questa legge. 
 
Patrizia Bartelle (M5S) pur dichiarando la lettura positiva del Pdl ha presentato una serie di emendamenti “migliorativi di una legge che coglie un problema autentico, ma che deve avere maggiori risorse e maggiore chiarezza nella programmazione”.

Orietta Salemi, dopo aver ribadito l’importanza della formazione e informazione culturale negli anziani ha messo in luce la necessità “di ritrovare  e ricostruire un legame sociale tra giovani e anziani e il bisogno che abbiamo di difendere i saperi e le conoscenze anche di mestieri che stanno scomparendo di cui tanti anziani sono invece custodi che possono e devono tramandare i loro segreti. Non dobbiamo mai dimenticare che senza giovani non c’è futuro,  ma senza anziani scompare la memoria della nostra comunità”

01 agosto 2017
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