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Nasce il primo Master in Italia per la gestione del paziente fragile


Da un’iniziativa di Maugeri, insieme all’Università di Pavia e con il supporto del Ministero dell’Università e Ricerca, è nato il Master in "Prevenzione, Cura e Riabilitazione del Paziente Fragile”, che ha l'obiettivo di formare medici qualificati nella gestione del paziente fragile

10 FEB - Maugeri, insieme all’Università di Pavia e con il supporto del Ministero dell’Università e Ricerca, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, ha dato vita al Master di secondo livello in "Prevenzione, Cura e Riabilitazione del Paziente Fragile". Questo Master, unico in Italia, ha l'obiettivo di formare medici altamente qualificati nella gestione del paziente fragile, una condizione sempre più diffusa, caratterizzata dalla presenza di malattie croniche complesse, comorbilità, instabilità clinica e spesso associata a una ridotta autosufficienza.

Alla giornata inaugurale sono intervenuti Maria Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e Ricerca; Francesco Svelto, Rettore dell’Università di Pavia; Luca Damiani, Presidente Esecutivo di Maugeri; Giancarlo Agnelli, Direttore Scientifico Centrale Maugeri; Maria Gigliola Rosignoli, Direttore Sanitario Centrale Maugeri; Mario Rotondi, Coordinatore del Master, e il Prof. Rocco Bellantone, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

Cos’è la fragilità

“Non esiste una definizione operativa di fragilità che sia unica e condivisa, quindi non c'è né un'epidemiologia né una mappa delle fragilità”, nota Rocco Bellantone, Presidente dell'Iss. Ma chi è il paziente fragile? Sebbene l’età avanzata sia associata a una maggiore fragilità, non è l’unico fattore determinante. “La fragilità è legata a molteplici patologie o a eventi stressanti che rendono vulnerabile la persona, predisponendola a un alto rischio di eventi negativi come ospedalizzazione, disabilità e morte.”
Anche patologie che insorgono in giovane età possono contribuire a rendere un paziente fragile e bisognoso di percorsi di assistenza specializzata, come angioedema, SLA, SMA, diabete, paraplegia o tetraplegia.

L’anziano fragile, in particolare, merita un’attenzione specifica, in quanto spesso affetto da più patologie croniche e in condizioni socio-economiche sfavorevoli. Molti anziani fragili vivono soli o con un coniuge altrettanto fragile, senza un adeguato sostegno familiare.
Secondo il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Passi d’Argento, nel 2022-23 il 17% degli over 64 poteva essere considerato fragile. La percentuale varia in base all’età, passando dal 9% nella fascia 65-74 al 33% tra gli over 85. Nei prossimi anni, la percentuale di persone anziane è destinata a crescere globalmente. Si stima che entro il 2050 il 16% della popolazione avrà più di 65 anni, contro il 10% del 2022.
“La fragilità, però, non è una conseguenza inevitabile del processo di invecchiamento, ma una condizione multidimensionale, dinamica e reversibile”, continua Bellantone.

Un approccio multidisciplinare

Il paziente fragile è un paziente complesso. Nel caso di un paziente anziano, come spiega Bellantone, parliamo spesso di una persona che soffre di disturbi dell’equilibrio, è sedentaria, affetta da demenza, malnutrita, con diverse patologie croniche e che può aver subito fratture. Da qui l’importanza di un approccio multidisciplinare per una presa in carico efficace. “La fragilità non è di esclusiva pertinenza di una specializzazione: non se ne occupa solo il geriatra, l’internista o il chirurgo. È un concetto trasversale a diverse discipline”, precisa Giancarlo Agnelli, Direttore Scientifico Centrale Maugeri.
Il programma del Master riflette proprio questa impostazione, analizzando la fragilità in diversi ambiti, come quello respiratorio, cardiovascolare e neuromotorio.

Il ruolo delle tecnologie avanzate

Studi recenti dimostrano che un modello multidisciplinare, basato su valutazioni multidimensionali (come la VMD in geriatria) e tecnologie avanzate (robotica, piattaforme virtuali), riduce del 30% gli eventi avversi e migliora l’autonomia funzionale, specialmente dopo ictus o traumi. Il Master dedicherà ore di formazione all’applicazione delle tecnologie alla fragilità.

“La telemedicina e in genere tutta la tecnologia moderna diventano fondamentali nella gestione del paziente fragile, perché aiutano a tenere a casa questi pazienti”, nota Bellantone. “Quando questi soggetti vengono ospedalizzati spesso la loro situazione peggiora, anche a livello psicologico. La telemedicina e i supporti personalizzati permettono un contatto diretto col medico e con la struttura sanitaria, tenendo il soggetto a casa”.



Perché è importante una formazione specifica sulla fragilità?

“La formazione di professionisti specializzati nella gestione del paziente fragile è di fondamentale importanza, soprattutto considerando la carenza di tali figure nel Sistema Sanitario attuale. L'aver dato vita a questo Master rappresenta un passo decisivo nella nostra missione di innovare i modelli assistenziali dedicati ai pazienti fragili”, dichiara Luca Damiani, Presidente Maugeri. “Investire nella medicina riabilitativa nel suo complesso da parte delle istituzioni e nella formazione di tali professionisti è quindi essenziale per garantire percorsi di cura efficaci e sostenibili, rispondendo alle crescenti esigenze di una popolazione sempre più anziana e affetta da patologie croniche”.

Maria Alessandra Gallone nota come formare medici alle prese con il carico delle fragilità sia di grande attualità e risponda alle necessità dei pazienti e dei caregiver. “È fondamentale imparare a occuparsi al meglio delle persone fragili, anziani ma anche giovani e giovanissimi affetti da patologie e disabilità e che devono affrontare quotidianamente difficoltà fisiche e psicologiche”. Il Consigliere del Ministro dell’Università e Ricerca si è augurata che questo Master possa essere da esempio per altre Istituzioni e Università e non resti l’unico in Italia.

Il Master

Il percorso formativo, rivolto a laureati in Medicina e Chirurgia, fornirà strumenti avanzati per la diagnosi, la gestione e la prevenzione della condizione di fragilità, affrontando tematiche cruciali come la malnutrizione e la sarcopenia. Un'attenzione particolare sarà rivolta all'uso di nuove tecnologie e modelli organizzativi sanitari per garantire la continuità delle cure e il coordinamento tra i diversi livelli di assistenza.
Le lezioni prevedono un costante contatto con specialisti in vari ambiti sanitari - psicologi, neuropsicologi, fisiatri e fisioterapisti - per garantire una formazione completa e professionalizzante.

“Le professionalità nei nostri reparti sono altamente qualificate e sapranno coinvolgere i nuovi studenti”, commenta Damiani. “Crediamo che il miglior modo per formare i professionisti sia farli applicare direttamente sui pazienti. Il Master coprirà molte aree della fragilità, ponendo attenzione non solo al paziente, ma anche al caregiver.”



“Il Master in 'Prevenzione, Cura e Riabilitazione del Paziente Fragile' rappresenta un nuovo tassello dell’offerta formativa post-laurea dell'Università di Pavia, che include 29 Master di I livello, 43 di II livello e 10 corsi di perfezionamento”, conclude il Rettore Francesco Svelto.
Il Master si articolerà in 1500 ore suddivise in cinque moduli: quattro dedicati ai settori clinici (neurologico, pneumologico, cardiologico, internistico) e un quinto dedicato alla ricerca e alla statistica. Il programma prevede lezioni frontali, tirocini pratici ed esercitazioni con discussione di casi clinici, per offrire un’esperienza didattica completa e altamente professionalizzante.

10 febbraio 2025
© Riproduzione riservata

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