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Le apparenti incomprensioni con il Dott. Proia

di Antonio Alemanno 

31 GEN - Gentile Direttore,
la risposta del Dott. Proia ai miei commenti sulla necessità di aderire alle normative vigenti si aggiunge alle richieste di chiarimenti che ho ricevuto da diversi colleghi. Di conseguenza, nonostante condivida il principio di autonomia e l'importanza di valorizzare le professioni sanitarie, riconosco che la mancanza di chiarezza potrebbe essere stata mia piuttosto che del Dott. Proia.

Questa confusione scaturisce da una situazione alquanto singolare che avevo menzionato: in un corso di laurea magistrale in professioni tecniche sanitarie, il modulo "Il coordinamento del tirocinio di un corso di laurea in professioni sanitarie (MED/36)" è affidato a un medico radiologo e professore universitario. Alzando dubbi sulla legittimità di tale scelta, l'università ha giustamente replicato evidenziando l'approvazione del piano di studi da parte del MUR. Pertanto, la mia riflessione voleva dimostrare come ciò contraddica la legislazione che tutela l'autonomia delle professioni sanitarie.

Pertanto, accolgo con favore la quarta parte della riforma suggerita dal Dott. Proia, che risulta ancora più indispensabile alla luce della situazione descritta.

Un’ultima osservazione è doverosa e riguarda gli aspetti deontologici della professione medica. Nel commento all’art. 66 - Rapporto con altre professioni sanitarie, la FNOMCeO scrive: “È facile leggere un riconoscimento della legittimità delle altre professioni sanitarie che non sono devono essere più riconosciute in un ruolo esclusivamente ancillare ma di cui viene riconosciuta la valenza professionale e culturale. È noto, infatti, che attraverso l’istituzione dei diplomi universitari (lauree brevi) si sono venuti costituendo nuove professionalità (logopedia, ortottista, tecnici della riabilitazione, ecc.) che, pur non potendo invadere l’ambito della competenza della professione medica, ne costituiscono valido complemento per il superamento dei problemi di salute dei pazienti”. Ecco, per rendere davvero operativo il riconoscimento culturale dei professionisti sanitari, sarebbe opportuno rivisitare e aggiornare i piani di studio in maniera che rispecchino pienamente l'autonomia e la specificità di ogni professione sanitaria, nel rispetto delle competenze e delle normative vigenti.

Antonio Alemanno
Tecnico di radiologia

31 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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