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Coronavirus. Cimo-Fesmed a Conte: “I medici attendono segnali concreti di riconoscenza”


Il sindacato scrive al premier chiedendo che al personale vengano subito fornite protezioni adeguate e che sia approvata la norma anti aggressioni.

12 MAR - La Federazione dei medici CIMO-FESMED ha inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo per i medici e il personale sanitario “di farsi promotore e garante di almeno due segnali concreti a tutela dei medici e del personale sanitario: la rapida e uniforme dotazione di protezioni adeguate e complete per il personale, e lo sblocco della norma “anti aggressioni”, ancora ferma in uno dei due rami del Parlamento”.
 
Di seguito il testo della lettera, inviata per conoscenza anche al Presidente della Camera Roberto Fico, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al nuovo Commissario delegato per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri.
 
Signor Presidente del Consiglio, 
nell’emergenza che il Paese intero sta affrontando, medici e personale sanitario degli ospedali sono indicati come eroi e il rapporto nei loro confronti è diffusamente improntato ad un rinnovato rispetto. Vorremmo che a questo atteggiamento corrispondesse un concreto impegno politico e civile che desse finalmente massima priorità alla loro protezione, fisica e professionale, in quanto da essa deriva direttamente la protezione dei cittadini e della salute pubblica.
 
Se questa attenzione al personale sanitario è davvero autentica, come ci auguriamo, vorremmo che Governo e Parlamento dessero almeno due chiari segnali di attenzione alla tutela dell’integrità fisica di questi indispensabili professionisti: garantire dotazioni di protezione adeguate e in quantità sufficiente a tutti i medici e i sanitari; e dare il via libera urgente al provvedimento contro le aggressioni al personale sanitario, da tempo in attesa di approvazione.
 
Come organizzazione sindacale, insieme ad altri evitiamo con responsabilità di aggravare questo tempo di emergenza ed evitiamo di sollevare eccessive critiche su alcune mancanze che riscontriamo nella gestione quotidiana dell’emergenza sanitaria. Ma a fronte del rischio elevato che il personale del SSN affronta oggi nell’esercizio delle sue mansioni ordinarie e straordinarie, queste due azioni politiche sarebbero un chiaro segnale di vicinanza e riconoscenza, ancor prima che un dovere.
 
Certi della Vostra sensibilità a queste richieste improntate al buon senso e agli elementari diritti di chi sta lavorando in modo straordinario per la salute di tutti noi, porgiamo i nostri saluti.
 
Guido QUICI
Presidente Cimo-Fesmed

12 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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