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Taranto. La salute dopo l’Ilva. Si apre il convegno Fnomceo


Bianco (pres. Fnomceo): “I medici di tutta Italia vogliono essere vicini a questa città e il modo migliore per farlo è sviluppare la ricerca e la vigilanza". E i dati mostrano anche una crescente incidenza di patologie dell’apparato riproduttivo: nell'area il 25% delle coppie è infertile.

28 SET - Si svolge oggi a Taranto il Convegno Salute, ambiente, lavoro nella città dell’acciaio, organizzato dalla Fnomceo, dagli Ordini provinciali dei medici di Taranto e Brindisi e dall’Isde, l’associazione di medici per l’ambiente.
 
“Con questo convegno ci proponiamo due obiettivi – ha detto ieri Amedeo Bianco, presentando l’iniziativa ai giornalisti – . Il primo è dimostrare ai cittadini e ai medici di Taranto che i medici di tutta Italia gli sono vicini , il secondo è affermare, con questo incontro strettamente scientifico, che occorre potenziare la ricerca e il monitoraggio, perchè è la vigilanza che deve orientare le iniziative a tutela della salute”.
Il convegno si svolge proprio all’indomani della decisione della Commissione europea di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia, per non aver rispettato le direttive sulle emissioni e sulla responsabilità ambientale nel caso degli impianti Ilva a Taranto.
 
E nel corso del convegno saranno presentati dati sullo stato di salute dei cittadini nell’area tarantina. Particolare attenzione ai dati raccolti dalla dottoressa Raffaella Depalo, del Policlinico di Bari, che evidenziano come in quest’area l’infertilità colpisca quasi una coppia su 4 (tra il 20 e il 25% della popolazione), con una incidenza di menopausa precoce che investe il 26% delle donne. Se l’accresciuta presenza di patologie neoplastiche è l’elemento che ha catturato la maggiore attenzione e il maggiore allarme, occorre quindi vigilare anche su altri fronti. “Non vogliamo non parlare di tumori – sottolinea Cosimo Nume, presidente dell’Omceo di Taranto (leggi intervista) – vogliamo solo far sapere che ci sono anche molte altre problematiche, non meno pericolose, legate all’inquinamento, su cui è necessario intervenire ora che la coscienza ambientale di questa città si è finalmente risvegliata, per non subire domani l’insulto di malattie che potremmo prevenire con azioni mirate sui determinanti di salute”.
 
La presenza a Taranto di medici provenienti da tutte le province d’Italia vuole ribadire l’impegno della professione medica per vigilare, informare, raccogliere dati e proteggere così la salute dei cittadini. “La professione medica ha nel suo codice genetico la consapevolezza del nesso indissolubile tra ambiente e salute – ricorda Emanuele Vinci, presidente dell’Ordine dei medici di Brindisi – e oggi siamo ben consci, grazie a studi epidemiologici, genetici, biomolecolari, che le influenze negative dell’ambiente sulla salute non produce solo patologie oncologiche ma anche la diffusione di patologie dismetaboliche e neurodegenerative”.

28 settembre 2013
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