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Carenza medici. Incarichi di lavoro autonomo, assunzione specializzandi, medici in corsia fino a 70 anni e accesso al Ssn in sovrannumero per 3 anni agli esclusi dalle scuole. Ecco le 16 proposte delle Regioni al Governo

di Ester Maragò

Dopo le nostre anticipazioni approvato il documento finale con le proposte degli Enti locali per risolvere la carenza di medici specialisti. Previsto lo snellimento delle procedure concorsuali, la possibilità di scorrere le graduatorie e la revisione del corso di formazione in medicina generale. Bonaccini: "Sono necessari interventi urgenti". IL DOCUMENTO DELLE REGIONI

26 SET - Via libera per i prossimi tre anni, all’assunzione dei medici senza specializzazione che potranno accedere in soprannumero, per esigenze dei Ssr, ad una scuola di specializzazione sulla base di protocolli d’intesa tra Regione ed Università. Snellimento delle procedure concorsuali con la possibilità, derogando alla legge, di scorrere le graduatorie anche oltre i posti messi a concorso.
 
E poi, assunzione di camici bianchi con incarichi di lavoro autonomo laddove sia impossibile reclutare medici dipendenti o convenzionati, ma anche, fino al 31 dicembre 2021, degli specializzandi all’ultimo anno di corso con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale.
 
E ancora, accelerazione sui contratti di formazione-lavoro per gli specializzandi, riduzione della durata delle specializzazioni, possibilità di derogare all’orario di lavoro e abilitazione professionale al momento della laurea oltre alla revisione del corso di formazione in medicina generale.
 
Sono questi alcuni dei capisaldi delle 16 proposte elaborate dalle Regioni per vincere la partita della situazione emergenziale della mancanza di personale medico e non solo, ma anche per assicurarsi un ombrello protettivo per il futuro.
 
È stato approvato dalla Conferenza delle Regioni il documento definitivo messo a punto dalla Commissione salute, che abbiamo anticipato nei giorni scorsi. Ora, il testo dovrà passare al vaglio dei Ministeri competenti, Salute, cui è già stato trasmesso, e Miur e sotto la lente dei sindacati di categoria.
 
A dare il via ibera finale sarà il Governo che, sottolineano le Regioni, dovrà fare la sua parte assumendo iniziative normative straordinarie e urgenti a partire dalla prossima Legge di Bilancio. E comunque, ogni misura straordinaria dovrà essere accompagnata dall’allineamento a regime del numero dei contratti di formazione specialistica e delle borse di studio per la formazione specifica in medicina generale rispetto al numero dei medici laureati.
 
Ma vediamo nel dettaglio quali sono le mosse definite dalle Regioni
 
La prima misura risponde all’esigenza di risolvere nell’immediato la carenza dei medici e dare anche una boccata di ossigeno ai quei medici (le stime parlano di circa 10mila unità) tagliati fuori dalle scuole di specializzazione a causa del numero insufficiente di contratti di formazione.
Si propone quindi, per il prossimo triennio, l’entrata nel Ssn anche di medici provvisti della sola laurea e abilitazione all’esercizio professionale garantendogli la possibilità di conseguire un titolo di specializzazione (misura che richiederà una modifica ad hoc del Dlgs 502/92).
La Regione potrà organizzare o riconoscere percorsi formativi dedicati all’acquisizione di competenze teorico-pratiche nei vari ambiti di potenziale impiego. I medici assunti accederanno in soprannumero, per esigenze del Ssr, ad una scuola di specializzazione sulla base di protocolli d’intesa tra Regione ed Università. La parte teorica sarà svolta presso l’Università mentre quella pratica e il tirocinio avverranno presso l’Azienda di appartenenza dove il medico specializzando dovrà garantire un impegno almeno del 70%.
Si dovrà prevedere inoltre uno snellimento delle assunzioni a tempo indeterminato anche per i medici che avevano già iniziato il percorso di specializzazione.
 
Velocizzazione della disciplina concorsuale
Sempre in un’ottica di aggiornare e snellire le procedure, si prevede l’approvazione dei nuovi regolamenti per la disciplina concorsuale del personale dirigenziale e non dirigenziale del Ssn.
 
Possibilità di scorrere le graduatorie anche oltre i posti messi a concorso
E ancora, sempre per i prossimi tre anni, le Regioni propongono di derogare a quanto previsto dal comma 361 art. 1 dalla legge di bilancio 2019 (che entrerà in vigore il 1° gennaio 2020) che stabilisce la regola secondo cui le graduatorie delle procedure concorsuali devono essere utilizzate “esclusivamente per la copertura dei posti messi a concorso” senza quindi possibilità di assunzione di idonei. Per le Regioni è invece necessario consentire, per il solo personale del Ssn, l’utilizzo delle graduatorie anche per assumere idonei non vincitori.
 
Medici in servizio fino a 70 anni su base volontaria
Se da un lato le proposte delle Regioni spingono per assumere giovani medici, dall’altra si punta a mantenere chi è già in servizio attraverso una modifica delle norme sul collocamento a riposo. Norme che consentono ai medici di lavorare oltre i 65 anni sino al maturare dei quaranta anni di servizio effettivo e comunque non oltre i 70 anni. La proposta è quindi quella di consentire a quanti  lo desiderano (anche se hanno superato i 40 anni di servizio), compatibilmente con lo stato di salute e previa valutazione aziendali, di lavorare comunque fino al compimento del 70° anno di età.
 
Camici bianchi con incarichi di lavoro autonomo laddove sia impossibile reclutare medici dipendenti o convenzionati.
Un’altra soluzione è quella di poter assumere - sempre nei prossimi tre anni e limitatamente alle specialità di area sanitaria riservate ai medici - camici bianchi con incarichi di lavoro autonomo laddove sia impossibile reclutare medici dipendenti o convenzionati.
Prevista poi anche la possibilità, qualora sia impossibile trovare medici in possesso del diploma di specializzazione richiesto, di attribuire l’incarico a medici con altra specializzazione (fatta eccezione per i diplomi di specializzazione in Anestesia, rRanimazione e terapia intensiva e del dolore, in Medicina nucleare, in Radiodiagnostica e Radioterapia).
 
Via libera all’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato degli specializzandi.
Le Regioni propongono di dare piena attuazione della possibilità da parte delle Aziende Sanitarie di procedere, fino al 31 dicembre 2021, all’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale, degli specializzandi all’ultimo anno di corso. In questo caso si suggerisce di definire uno schema tipo di accordo ad hoc tra le Regioni e le Università.
 
Contratti di formazione-lavoro
Si propone l’attivazione, per i contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali, di un percorso di formazione specialistica nelle aziende sanitarie e ospedaliere accreditate in raccordo con le Università. Obiettivo: istaurare un rapporto a tempo determinato di “specializzazione e lavoro” in capo all’azienda sanitaria attraverso procedure selettive attivate a livello regionale.
In sostanza il medico effettua il proprio training formativo come dipendente. Anche in questo caso la parte teorica sarà svolta nelle Università e quella pratica e di tirocinio (il 70% dell’impegno complessivo dello specializzando) presso l’Azienda.
 
Revisione del corso regionale di formazione specifica in medicina generale
Si prevede inoltre una revisione del corso regionale di formazione specifica in medicina generale. L’obiettivo è assicurare sul territorio nazionale un set minimo omogeneo di requisiti formativi quali-quantitativi, ritenuti indispensabili a garantire livelli uniformi di assistenza.
 
Risorse in più per valorizzareil personale sanitario.
E ancora, per le Regioni che hanno i conti in ordine o che negli ultimi 3 anni li hanno migliorati, si apre la possibilità di poter mettere a disposizioni di Asl e ospedali fino al 3% in più di risorse per valorizzare il personale sanitario tutto. Quindi, dirigenti medici, veterinari e sanitari, operatori delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione del comparto, sulla base di criteri definiti da linee di indirizzo regionali. Nella remunerazione aggiuntiva rientrano anche maggiorazioni per il lavoro per guardia medica e/o in pronta disponibilità, per chi lavora in zone disagiate e in servizi disagiati.
 
Tra le proposte anche quella, previo consenso del medico, di derogare alla durata massima dell’orario di lavoro per coprire i buchi.
Certo non bisognerà esagerare, quindi il costo complessivo non potrà comunque eccedere quello per sopperire fabbisogni di personale. E chi accetterà di lavorare extra orario non potrà, negli stessi mesi, esercitare la libera professione intramuraria, in tutte le sue forme.
 
Le regioni guardano al futuro. Obiettivo migliorare la programmazione del fabbisogno di personale
Uno dei pilastri del documento delle Regioni è poi quello della determinazione del fabbisogno di personale per il Ssr. Per questo, si sottolinea bisognerà procedere alla definizione di una metodologia condivisa a partire dal modello già elaborato dal Ministero della Salute e dalle Regioni.
 
Migliorare il fabbisogno formativo per il Ssr
Si sottolinea inoltre la necessità di adeguare e ammodernare l’attuale normativa che regola la determinazione dei fabbisogni formativi dei professionisti del sistema sanitario e dei medici specialisti in coerenza con quelli del personale.
  
Più vicini agli standard europei con lauree più brevi e abilitazione al momento della laurea
Per allinearsi al resto di Europa, le Regioni premono per rivedere i percorsi di laurea in medicina e chirurgia e quelli di specializzazione. Si propone quindi di: ridurre il percorso di studio da 6 a 5 anni ed eliminare l’attesa per l’abilitazione, che arriva nel momento stesso della laurea abilitante; adeguare gli anni di corso della specializzazione alle durate minime europee per le specialità comuni a due o più Stati membri (anestesia e rianimazione, endocrinologia e malattie del metabolismo, ostetricia e ginecologia, medicina fisica e riabilitativa, oftalmologia, otorinolaringoiatria, pediatria); revisionare l’ordinamento didattico delle scuole di specializzazione per renderlo più coerente con le nuove esigenze del Ssn.
 
Valorizzazione del ruolo del medico specializzando: potrà fornire prestazioni temporalmente limitate e adeguatamente retribuite extra orario formativo.
Il medico in formazione specialistica potrà svolgere, con una progressiva attribuzione di autonomia e responsabilità specifici compiti che gli sono stati affidati tenendo conto degli indirizzi e delle valutazioni espressi dal Consiglio della scuola. Per questo, bisognerà prevedere specifici obiettivi formativi e sistemi di valutazione. Senza introdurre nuove forme contrattuali ed utilizzando le norme che già permettono allo specializzando di effettuare attività libero professionale (oltre che la sostituzione di guardia medica e medicina generale), si suggerisce che gli specializzandi possano fornire prestazioni temporalmente limitate, congruenti rispetto alle competenze possedute e adeguatamente retribuite extra orario formativo.
 
Valorizzazione e sviluppo delle professioni sanitarie
Le Regioni guardano anche alle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione per arrivare a una nuova definizione del loro campo di attività attraverso accordi Stato Regioni, previo parere del Css.
 
Possibilità di deroga all’orario settimanale di lavoro
Infine, in linea con la direttiva europea in materia (2003/88/CE) - che prevede la possibilità di deroga alla durata massima dell’orario di lavoro solo con il consenso individuale del lavoratore e senza subire un danno dal suo datore di lavoro per il fatto di non essere disposto ad accettare di lavorare oltre il limite orario settimanale medio – le Regioni propongono  di prevedere la possibilità di deroga per il personale medico, ma solo quale ulteriore strumento per far fronte, nel breve periodo, alla carenza di specialisti.

Ester Maragò

26 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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