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Oltre il Cup. Professor Cavicchi, ma perché questo accanimento?

di Domenico Crisarà

03 MAR - Gentile Direttore,
è sempre stimolante leggere le riflessioni del Prof. Cavicchi perché ci si rende conto di come va il mondo e di come si possono plasmare le opinioni. Scorrendo il curriculum corposo  del professore non si può fare a meno di notare la sua lunga ed operosa attività dentro al sistema sanitario dal 1990 al 1995 quando è stato responsabile nazionale della CGIL per la sanità e direttore generale di Farmindustria dal 1996 al 2002.
 
Ho letto con attenzione  quanto scritto su queste pagine  e devo dire che alcune sue tesi hanno anche stimolato in me alcune riflessioni.
Sono, in fondo, d’accordo  con lui che probabilmente il mondo sarebbe migliore se dagli organismi di rappresentanza fossero escluse le organizzazioni dei soggetti portatori di interessi.
 
Sarebbe un mondo sicuramente migliore se al parlamento, al governo, nei consigli di amministrazione di televisioni, ferrovie, telecomunicazioni e per non parlare di regioni e comuni non ci fossero i proconsoli (in molti casi neanche eletti ma solo nominati) di organizzazioni che si scindono si frammentano si denominano specularmente per interessi che sicuramente non sono dei cittadini.
 
Potrebbe essere accettato, in un mondo diverso, che negli ordini professionali tutti, non solo dei medici, non fossero rappresentate le diverse sfaccettature delle professioni a meno di non assistere alla elezione nei ranghi del  parlamento di ex presidenti di ordini e collegi professionali.
 
Ma tutto questo, ancora, può essere giustificato da una visione catonica della vita. La filippica contro la Fimmg e la sua pervasività e la conseguente atonia degli ordini del Veneto  perde  consistenza e credibilità  nella lettura dell’ultimo intervento.
 
Citando il sempre corposo curriculum del Professore: esperienze professionali: su incarico della Usl “Alto Vicentino“  (Thiene) ha tenuto una serie di seminari sull’umanizzazione in vista dell’ apertura di un nuovo ospedale( 2010/2011); attualmente collabora con la Fnomceo e con molti ordini dei medici provinciali di cui Bologna, Padova,  Salerno, Rieti, ecc.
 
Alla luce di questo, sottolineando che sono il segretario provinciale della Fimmg di Padova da otto anni e che l’ordine di Padova per ben 16 anni ha espresso un presidente Fimmg  si fanno strada delle domande.
 
Come mai il Professore, che dovrebbe conoscere la nostra realtà, non ricorda che la gestione del Cup presso la medicina generale è attiva proprio a Thiene da moltissimi anni, ben da prima del 2010).
 
Come mai un accanimento su una sperimentazione fatta da un piccolissimo numero di medici su cui mai c’è stato un accordo con la Regione Veneto che vada oltre la semplice attenzione vigile doverosa per un’associazione di categoria?
 
Come mai uno  così attento, prima di elaborare fantasiose e contorte teorie di “medicina amministrativa”,  non si documenta direttamente presso la Regione del Veneto (non dalla Fimmg) sulla reale consistenza del progetto basandosi invece su pettegolezzi, anche legittimi per fini politici  di una parte antagonista alla Fimmg?
 
Il progetto Oltre il Cup non mi risulta che sia coperto da segreto militare  e sono sicuro che i responsabili regionali saranno ben felici di illustrarlo a chiunque ne sia veramente interessato.
 
La nostra organizzazione  non ha ancora espresso nessuno giudizio in quanto aspetta il parere degli sperimentatori che sottoporranno, loro non il direttivo Fimmg, il progetto al giudizio dei medici di famiglia del veneto quando lo riterranno opportuno.
 
Questi per noi sono passaggi necessari di democrazia e partecipazione in antitesi con quelli delle regioni, di cui il professore è stato consulente e supervisore, del “pensiero unico“ che vogliono imporre alla medicina generale il gestionale unico alla “grande fratello” dove ti impongono anche che marca di farmaco prescrivere, per carità indiscutibilmente generico.
 
Riflettendo ancora sul senso dell’articolo tutto diventa più chiaro.
L’ Oltre il cup non è che il caso che consente di far partire delle bordate su altro, ecco perché non è necessario approfondire.
Il vero scopo è far partire bordate contro un sistema che solo ora, apparentemente, riduce la professione medica e soprattutto la medicina generale ad un’attività prevalentemente burocratica ma che in realtà il processo lo ha iniziato ben più tempo fa, con il silenzio dei più.
 
Ora ci si accorge  delle storture contenute nelle norme della privacy per quanto riguarda la pratica medica ma non ci si rammenta delle posizioni fortemente critiche della Fimmg all’epoca oltre 10 anni fa.
 
Ci si dimentica che la parte politica vicina al Professore fu per buona parte l’estensore della legge.
 
Gli Ordini si trovano spesso a subire, non le nefandezze della Fimmg, ma la volontà della politica di sub ordinare ai propri progetti e scopi una professione che per sua natura non vede autorità da rispettare e/o blandire ma uomini e donne bisognosi di cura.
 
Questo significa per una politica piccola e i suoi cantori dover avvilire il ruolo del medico e delle sue espressioni sociali per renderlo pari a loro e poterlo controllare fino al punto di toglierli ope legis funzioni e ruoli regalandoli a categorie più controllabili e ossequienti.
 
Comunque credo che aldilà di ogni “Oltre il Cup” di ogni legge sulla privacy, di ogni Ordine professionale di ogni facoltà di sociologia e economia sanitaria, fino a quando un essere sofferente troverà ascolto e cura il medico, il vero medico, sarà al disopra di tutto questo e che piaccia o no il medico di famiglia in questo ha un ruolo privilegiato.
 
Domenico Crisarà
Segretario regionale Fimmg del Veneto

03 marzo 2017
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