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Intesa Regione Lombardia-Ordini dei Medici sulla cronicità. L’ennesimo pasticcio

09 NOV - Gentile direttore,
l’UMI- Unione Medici Italiani- ha preso atto dell’ennesima modifica del modello lombardo della presa in carico dei malati cronici realizzata dall’Assessorato al Welfare, questa volta a seguito di un’intesa con la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici della Regione Lombardia (non con le OO.SS. dei MMG - Medici di Medicina Generale) per superare la scarsa adesione al modello dei medici ( circa 40%) e soprattutto dei cittadini malati cronici (9,6%).

L’aspetto nuovo più rilevante è la possibilità di adesione del MMG singolo in aggiunta alle precedenti possibilità di farlo come socio di una cooperativa ( scelta da agosto penalizzata dall’obbligo di sottoscrivere un vero e proprio contratto privato fuori ACN) o come cogestore. Con la nuova intesa il MMG singolo, non più in cooperativa, potrebbe ora redigere il PAI (Piano assistenziale Individuale) con il proprio assistito, malato cronico.
 
Tale adesione avviene a seguito della scelta, non obbligata, dell’assistito, malato cronico come individuato dalla Regione, di un gestore cioè di una struttura tra quelle considerate idonee e riportate nell’apposito elenco.

Restano per altro tutte le criticità dell’adesione al modello lombardo:
-per il malato l’obbligo di sottoscrivere il “patto di cura” con il gestore, il rischio di una limitazione della libertà di scelta del luogo di cura ( coincidenza tra gestore ed erogatore) e dell’imposizione di un medico specialista di riferimento ( clinical manager scelto dal gestore);
-per il MMG si perde il ruolo di gestione del proprio assistito malato cronico assumendo il ruolo di clinical manager (entrambi misure non previste dalla normativa nazionale e dall’ ACN), egli è costretto a concordare il percorso di cura (PAI) del proprio assistito con il gestore ed ancora è costretto a collaborare con il clinical manager nominato dal gestore (nei casi più complessi di mono-pluripatologia cronica) cioè con lo specialista che comunque diventa il coordinatore del malato;
-per entrambi, cioè per il malato e per il MMG, la confusione derivante dalla presenza di due medici ( entrambi clinical manager) e dalle limitazioni derivanti dall’obbligo di seguire un percorso di cura concordato posto sotto il controllo del “gestore”.

L’UMI ritiene non consigliabile per il MMG l’adesione al modello lombardo di presa in carico anche con queste ulteriori modifiche ancora una volta non concordate con le OO.SS. e non conformi all’ACN.

L’Assessore Gallera non ha voluto accogliere la proposta di UMI di consentire la redazione del PAI da parte del MMG singolo con la sottoscrizione da parte dell’assitito e la sola validazione dell’ATS/ASST senza adesione al modello di presa in carico.

Sarebbe questo comune un significativo passo avanti.

Non riteniamo comunque che le modifiche introdotte rappresentino motivo per superare il contenzioso legale avviato da UMI al TAR-Milano ed in udienza al prossimo 28 novembre 2018. L’intesa con la Federazione Lombarda degli Ordini ed Assessorato al Welfare sarà, al contrario, oggetto di ulteriore contenzioso.

Non va infatti dimenticato che la Federazione Lombarda degli Ordini non ha titolo per stipulare intese con la Regione Lombardia sull’organizzazione delle cronicità affidata ai MMG. Questi accordi sono di competenza delle OO.SS. come ribadito dal recente ACN della Medicina Generale del 21.06.2018 ed oggetto di specifici AA.II.RR. (Accordi Integrativi Regionali).

Verificheremo con le autorità competenti la legittimità della sottoscrizione dell’intesa da parte della Federazione degli Ordini.

Restano, in particolare, di estrema gravità le considerazioni contenute nell’intesa in merito alle criticità generazionali nell’assistenza primaria, come dire che la scarsa adesione al modello lombardo cronicità dei MMG più anziani è una colpa, che va superata favorendo l’adesione dei futuri nuovi MMG che usciranno dal Corso di Formazione in Medicina Generale. Mi auguro che ciò non voglia significare che il Corso di Formazione introduca nell’insegnamento l’organizzazione del modello lombardo e non quello del SSN insieme agli aspetti professionali formativi l’attività di medico di assistenza primaria territoriale.

Non dimentichiamo l’Ordinanza del TAR-Milano che ha sancito la libertà di adesione o meno sia per i MMG sia per i malati come dire che chi non voglia aderire non deve subire nessuna penalizzazione lavorativa e/o assistenziale.

Francesco Falsetti 
Il Presidente UMI

09 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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